Milan-Barcellona, Berlusconi vuole una gabbia su Messi: Allegri avvisato

Pubblicato il 20 Febbraio 2013 - 10:20| Aggiornato il 18 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Silvio Berlusconi ‘sente’ la partita, quella del suo Milan contro i marziani del Barcellona.

L”Invencible Armada‘ blaugrana sbarca a Milano mentre si discute su come convenga ‘ingabbiare’ il calciatore più forte del mondo: Lionel Messi.    

Berlusconi freme, quasi vorrebbe stare lui sulla panchina al posto di Massimiliano Allegri: più  di un suggeritore e di un consigliere, il numero uno del Milan  porta avanti la sua moral suasion per convincere l’allenatore a sposare sic et simpliciter la sua ricetta anti-Barca che – secondo la maggioranza – potrebbe anche rivelarsi indigesta.

Come fermare la Pulce?, Semplice, basta marcarlo a uomo. Un compito che dovrebbero svolgere a turno Flamini e Muntari, spiega Berlusconi oggi a Sport Mediaset.

Il francese non ci sarà  per un problema muscolare, resta Muntari. Difficile concepire un duello caratterizzato da un cosi’ ampio divario tecnico, un abisso incommensurabile separa infatti i due giocatori.

Il ghanese, reduce da un lungo stop, non è neanche in forma e, in quell’ingrato compito, rischierebbe davvero una figura barbina.

In pochi sono d’accordo con il Presidente. Allegri ascolta con attenzione ma prenderà  le proprie decisioni in maniera autonoma e nell’interesse della squadra, per giocarsi fino in fondo una partita che vede il Milan partire senza il conforto del pronostico.

”Ho parlato ieri con Allegri. Contro il Barcellona –è convinto Berlusconi – serve una particolarità tattica: Messi va bloccato con una difesa a uomo, che può essere svolta da una persona o a volte da due. Penso a Flamini nel primo tempo o Muntari nella ripresa o viceversa”.

”Affrontiamo una squadra al massimo dello splendore – aggiunge Berlusconi – speriamo di fare non troppo una brutta figura. Certo non scendiamo in campo battuti, io penso che ce la metteremo tutta e non faremo brutta figura. Nel calcio i miracoli sono sempre possibili”.

Una tesi che cavalca da giorni e che desta forti perplessità: il compito di fermare il fuoriclasse non può  essere affidato a un solo uomo.

Intanto, perchè  tra i difensori non sembra esserci nessuno dotato di quel ‘cambio di passo’ indispensabile per marcare Messi (tra l’altro sembra davvero lunare l’ipotesi di affidare la marcatura di un attaccante a un centrocampista come Muntari).

L’unico candidato potrebbe essere, forse, Mexes. Inoltre, bloccare l’argentino è una condizione necessaria ma non sufficiente: il Barcellona è  un’orchestra dove ciascun elemento può prodursi in un acuto travolgente (Xavi, Iniesta, Fabregas etc.).

Dunque, secondo gli esperti, bisognerebbe piuttosto ispirarsi alla strategia adottata da Mourinho ai tempi dell’Inter del Triplete e fare tesoro di quella lezione: lotta all’ultimo pallone, abilita’ nello sfruttare ogni occasione, una straordinaria carica agonistica.

Mourinho costruì  la gabbia intorno a Messi grazie a un formidabile gioco di squadra che permise alla Pulce di andare al tiro solo due volte in 180 minuti.

In ogni caso, lo Special One scartò subito la marcatura a uomo su Messi, applicandola al solo Ibrahimovic.

Berlusconi però  la ritiene la miglior soluzione a dispetto dell’evoluzione calcistica. Il calcio moderno è distante anni luce dai tempi in cui Claudio Gentile placcava Maradona.

Il Pibe, comunque, era l’uomo più  pericoloso di quell’Argentina sconfitta dall’Italia che si laureò campione del Mondo (Spagna 1982): fermando lui con le buone o con le cattive (resta storica la maglietta del numero dieci lacerata dopo il ruvido confronto con il terzino azzurro), veniva azzoppata l’intera Seleccion allenata da Cesar Luis Menotti.

Non è la prima volta che Berlusconi dà consigli a Davide per battere Golia. Silvio catechizzò già Dino Zoff, all’epoca ct azzurro, prima della finale europea tra l’Italia e la Francia: Pessotto deve marcare a uomo Zidane, lo capirebbe anche un bambino.

L’Italia perse l’Europeo, Pessotto non marcò a uomo Zidane e Zoff diede le dimissioni sommerso dalle critiche post sconfitta.

Probabilmente Allegri cercherà  un’altra soluzione e se dovesse riuscirgli il colpaccio, potrebbe diventare lo Special One rossonero e mettere finalmente una pesante ipoteca sul suo futuro: una vittoria, anzi il ‘miracolo’, lo ‘salverebbe’ anche dagli umori del ‘presidente-allenatore’.