Silvio Berlusconi: “Cedo il Milan a chi mette 200 milioni l’anno”

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Maggio 2015 - 11:34 OLTRE 6 MESI FA
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Silvio Berlusconi nella foto LaPresse

MILANO – Silvio Berlusconi: “Cedo il Milan a chi mette 200 milioni l’anno. Se resto solo italiani“. Ne parla La Gazzetta dello Sport nella sua apertura odierna con un articolo a firma di Da Ronch, Pagliara e Pasotto che noi riportiamo di seguito per la nostra rassegna stampa online.

Si pensava che Berlusconi, lungo il suo tour elettorale, al massimo avrebbe trovato il tempo di incontrare qualche altro emissario orientale. Cosa che non è successa, ma in realtà Silvio con le parole di ieri ha fatto molto di più: ha chiarito che non solo il Milan è in vendita, ma che è disposto a cedere la maggioranza. La svolta epocale adesso è servita ufficialmente, dal momento che eravamo fermi alle dichiarazioni del 2 maggio, fuori da un hotel di Milano accanto a Bee Taechaubol: “C’è la possibilità che mi tenga il 51%”. A proposito di Mr. Bee: a giudicare da quanto ha raccontato Silvio, molto difficilmente il Milan nel futuro prenderà casa a Bangkok. Il presidente, poi, cita anche i cugini dell’Inter, e sono concetti aspri: una gestione da non prendere come esempio.

Ma andiamo con ordine. Nell’ultimo periodo i pensieri del presidente rossonero sono andati costantemente al club. A chi e come (forse anche al se) cederlo. Da Arcore è filtrato il ritratto di un uomo estremamente combattuto, per esigenze economiche e ragioni del cuore. Credevamo che avrebbe rimandato qualsiasi annuncio al dopo-elezioni, ma ieri a Genova ha parlato così ai microfoni di Telenord: “Cerco qualcuno che possa immettere capitali nel Milan. La mia prudenza è giustificata dal fatto che voglio scoprire se chi si propone vede nel Milan semplicemente un mezzo per acquisire una forte popolarità immediata. Prima di cedere voglio essere sicuro: anche la maggioranza, se arrivasse qualcuno che ogni anno facesse un’immissione a livello delle altre grandi squadre europee. A questo punto mi sacrificherei e mi staccherei dal Milan, ma solo dopo aver verificato le reali intenzioni di chi vuole acquistare il club”. Anche la maggioranza: ecco il concetto storico sdoganato per la prima volta dall’ex premier.

Le offerte sul suo tavolo peraltro ci sono già: la prima di Taechaubol era di 500 milioni per il 60%, quella del consorzio cinese è di 580 milioni per il 51%. Berlusconi continuerà le sue valutazioni, ma a questo punto la strada sembra abbastanza tracciata: “Vendere il Milan è come cedere un pezzo di cuore, la mia infanzia, quando mio padre mi portava allo stadio, quando vedevo i giocatori che erano i miei eroi. Adesso la dura realtà si sta imponendo, e la realtà è che per essere al livello dei top bisogna avere dei top investimenti. E nessuna famiglia italiana se lo può permettere”. Se non è un requiem, gli somiglia molto. “Voglio vedere se c’è qualcuno che può portare capitali al Milan per consentirgli di essere competitivo come nel passato. Io sono il presidente che nella storia del calcio ha vinto di più, ma tutto è cambiato per i livelli di spesa. L’entrata nel calcio del Qatar, dei principi arabi, ha fatto impazzire le quotazioni. Il proprietario del Psg mette 250 milioni l’anno. E allora la mia famiglia, che ha sostenuto spese importanti, non è più adeguata a ciò che è necessario per essere competitivi ai massimi livelli. Ai tifosi dico che lascerò il Milan soltanto in buone mani: se questo non avverrà, ho un progetto di fare una squadra soltanto con giocatori italiani, una sorta di Nazionale in un campionato dove si è davvero ecceduto con gli stranieri. Basti pensare che il nostro c.t. per fare un attacco competitivo ha dovuto convocare giocatori oriundi”.

Berlusconi ha fatto anche l’esempio dell’Inter. E non sono parole al miele: “Moratti – lo bacchetta Silvio – ha ceduto a questo Thohir, che peraltro non sembra intenzionato, né che abbia le capacità per apportare i capitali in modo da rendere di nuovo l’Inter una protagonista italiana ed europea. Io invece cerco qualcuno che possa immettere capitali. Il Milan è un brand diffusissimo: secondo un sondaggio i cittadini del mondo, quando si parla dell’Italia, adesso dicono pizza, mafia e Milan”. In serata Silvio ha cenato a Portofino da Puny (è arrivato durante l’intervallo di Milan-Roma e ha detto: “Stiamo vincendo ma non mi sembra vero, c’è ancora il secondo tempo…”, rispondendo a qualche domanda dei tifosi. E precisando: “Sto cercando qualcuno che metta 200 milioni l’anno. Se non lo trovo, il Milan me lo tengo. Il fatto è che ci sono pochi giocatori in giro. Nel senso che non mi piacciono le squadre come l’Inter, che ha dieci stranieri e una bestia: Ranocchia”. Non esattamente un complimento, per quanto detto sorridendo. Infine ribadisce: “Sono attento a scoprire le vere intenzioni di chi si offre di subentrare a me nell’azionariato”.

Non lo nomina mai, ma è difficile non pensare a Taechaubol (ieri Galliani ha chiarito: “Nelio Lucas arriverà solo se in società entrerà Mr. Bee”). Bee peraltro continua nella sua incessante campagna mediatica, cosa che ad Arcore hanno giudicato fin da subito eccessiva e fuori luogo. Il thailandese continua a rilasciare dichiarazioni da milanista in pectore. Le ultime su “Thai Rath”, uno dei principali quotidiani thailandesi, in cui Taechaubol fra l’altro dice: “Con Berlusconi è già stata concordata la maggior parte dei dettagli, e tutta la procedura legale dovrebbe essere completata nell’arco di 3-4 settimane”. E dopo aver chiarito che il suo investimento non sarebbe del 30%, bensì intorno al 50%, si spinge molto più in là: “Il primo obiettivo? Il Milan la prossima stagione deve tornare fra le prime quattro del campionato e quella successiva lottare per lo scudetto”. Prospettiva che magari trova d’accordo Berlusconi, ma altrettanto probabilmente le tesi condivise finiscono qui.