Milan, stadio riaperto: discriminazione territoriale da approfondire

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Ottobre 2013 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA
Milan, stadio riaperto discriminazione territoriale da approfondire (nella foto LaPresse l'avvocato rossonero Cantamessa)

Milan, stadio riaperto discriminazione territoriale da approfondire (nella foto LaPresse l’avvocato rossonero Cantamessa)

MILANO – Niente porte chiuse in occasione di Milan-Udinese, lo Stadio Giuseppe Meazza è stato riaperto. La prima sezione della Corte di giustizia federale (Cgf) ha deciso di sospendere la sanzione inflitta dal giudice sportivo Gianpaolo Tosel per ‘discriminazione territoriale’ al Milan.

La vicenda è analizzata dalla ‘Gazzetta dello Sport’ in un articolo a firma di Maurizio Galdi; riportiamone alcuni passaggi.

“La sanzione era quella «minima» prevista in caso di «recidiva», ma entro la prossima settimana la Federcalcio correrà ai ripari: la recidiva e le «aggravanti» varranno soltanto per il razzismo, la discriminazione territoriale verrà punita con la chiusura del solo settore «responsabile».

Ne ha parlato anche il presidente Abete in serata: «Il razzismo? Avremo un consiglio federale mercoledì o giovedì, cercheremo di lavorare su una norma che individui responsabilità mirate nell’ambito della responsabilità oggettiva».

La curva del Milan era stata già chiusa per gli stessi cori rivolti ai tifosi del Napoli, quella volta in diretta, e la protesta era montata. La Cgf ha giocato d’anticipo. Se avesse deciso, ieri, il Milan sarebbe andato all’Alta corte presso il Coni e la sospensione della decisione di Tosel sarebbe comunque arrivata. Quindi meglio scegliere la strada dell’approfondimento, comunque utile, per dar tempo alla Figc di cambiare le sanzioni.

Vittoria del dubbio La Corte ha stabilito che fosse necessario «approfondire» i fatti. Sui giudici aveva fatto presa la memoria difensiva che l’avvocato del Milan Cantamessa aveva presentato e, ieri, ribadito: a sentire il coro (questa volta allo Juventus Stadium) era stato solo uno dei collaboratori della Procura federale allo stadio, mentre nel referto dell’arbitro non ce ne era traccia.

Cantamessa si è soffermato molto su questo aspetto, puntando proprio sulla difficoltà a stabilire quale dei due referti fosse più corretto. Infatti la Cgf precisa:

«Allo stato degli atti, la manifestazione risulterebbe percepita solo da uno dei collaboratori della Procura Federale, situato ad appena due metri dal settore interessato».

Altro aspetto sollevato è il messaggio dei tifosi rossoneri: erano davvero cori discriminatori e offensivi? La Corte anche su questo ritiene si debba fare chiarezza e scrive che l’argomento «richiede comunque una valutazione concreta, in punto di fatto, della portata, dimensione, provenienza e percepibilità della manifestazione oggetto di sanzione in quanto di natura discriminatoria, onde stimarne la effettiva offensività». E su questo pesano anche i file audio depositati dalla difesa del Milan.

L’intervento di Claudio Lotito.

“Arriva Lotito La presenza di Lotito all’ingresso della sala dove era riunita la Cgf ha fatto alzare le antenne ai cronisti. Lui, comunque, era lì da Consigliere federale a «sostegno» del lavoro di Cantamessa.

È stato Lotito, probabilmente, a segnalare al Milan che, nel verbale del Consiglio federale che aveva introdotto le sanzioni volute dall’Uefa contro tutte le discriminazioni, c’era la sua domanda ad Abete se le aggravanti valessero per tutte le discriminazioni, avendone assicurazione: «No, solo per il razzismo”.