Mondiali Italia, la prima volta di Montolivo: “E’ il mio giorno”

Pubblicato il 13 Giugno 2010 - 22:24 OLTRE 6 MESI FA

“Questa Italia è forte anche senza di me. Anzi fortissima”. Lo dice Andrea Pirlo, ricambiando le ‘coccole’ che tutta la squadra gli ha riservato in questi giorni di ritiro sudafricano.

Lo vuole dimostrare Riccardo Montolivo, chiamato a prendere il posto del regista azzurro. Almeno per la partita di domani e la seconda contro la Nuova Zelanda. “Ora va meglio – aggiunge Pirlo – Spero di farcela per la terza”.

Intanto, il passaggio di consegne simboliche tra vecchio regista e regista del futuro è avvenuto, e non c’é bisogno di aspettare l’arrivo di Prandelli per dare a Montolivo le chiavi del centrocampo azzurro. “Questo è il giorno più importante della mia carriera”, dice con semplicità il giocatore viola. Che vuole mettersi alle spalle ricordi negativi. “Non tutti si ricordano la Confederations di un anno fa – racconta – ma io sì. Fu per me un’esperienza negativa. La porto dentro di me. E voglio far vedere che quel Montolivo non esiste più. Voglio esorcizzare il mio Sudafrica”.

Ed essere protagonista del Mondiale. Lo farà in un centrocampo a tre, disegnato da Lippi per mettere tutti i protagonisti a loro agio. De Rossi partirà da centrodestra, Montolivo dal centro, Marchisio da centrosinistra; sarà però il suo taglio verso il centro, per inserirsi in zona d’attacco, a fare di De Rossi-Montolivo la coppia centrale di copertura che dovrebbe esaltare le doti del viola.

Molto dipenderà da De Rossi, il Gerrard azzurro che a 27 anni è al Mondiale-bivio: consacrazione o vita azzurra da mediano. “Sto meglio, ora va meglio”, si è limitato a dire il romanista lasciando lo spogliatoio del Green Point, le cuffie in testa e il sorriso ininterrotto. Le polemiche col Viminale sono alle spalle, così come una stagione altalenante e il ricordo di quell’altro mondiale che ancora si porta dentro, come anche lui ha confessato a proposito della gomitata a McBride in Italia-Usa e alle quattro giornate di squalifica.

“Vedrete, Daniele sarà il nostro uomo”, ha scommesso Zambrotta. Mentre Cannavaro sfila via e risponde ironico a Melo che parla male dell’anno Juve (“salutatemelo”), lui come gli altri otto campioni di Berlino rimasti racconta di riguardare spesso le immagini di quattro anni fa, “perché fanno sempre venire la pelle d’oca. Ma in fondo, è meglio dimenticarle”. Comincia un altro mondiale per tutti, vecchi campioni e giovani alla prima volta. E allora meglio esorcizzare ogni ricordo.