Mondiali: La rivolta planetaria contro le fastidiosissime vuvuzelas

Pubblicato il 16 Giugno 2010 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA

Guerra alle ‘vuvu’. Il mondo del calcio e’ in rivolta contro i rumorosissimi ‘corni’ di plastica, suonati continuamente durante le partite dei Mondiali di Sudafrica 2010. Messi da parte i tradizionali tappi alle orecchie e le ‘suppliche’ di intervento respinte dalla Fifa, mezzo mondo sta disperatamente cercando soluzioni per zittire le vuvuzelas sudafricane.

I piu’ agguerriti sono i telespettatori che sul web si lasciano andare a commenti ‘arrabbiatissimi’. Ma c’e’ chi non si arrende e propone soluzioni, a volte anche stravaganti, per poter seguire ‘in pace’ le partite.

A sostegno dei ‘tormentati’ dalle vuvu, come sono amichevolmente chiamate le vuvuzelas in Sudafrica, scende in campo la tecnologia. Sui blog c’e’ chi propone di filtrare con un software le frequenze che compongono il ”suono del corno”. Su alcuni post ci si spinge oltre e si suggerisce di riprocessare l’audio attraverso un computer e bloccare la banda dei 233, 466, 932  1864 Hz. Stesso suggerimento per chi ha un televisore con equalizzatore o per chi ha un sistema ‘home theatre’.

”Ma non potrebbero farlo direttamente le tv?”, domanda qualche internauta. In realta’, le televisioni hanno tentato di tutto per ‘silenziare’ gli stadi sudafricani ma i risultati, almeno per ora, non sembrano essere soddisfacenti. Tutte le emittenti comunque sono impegnate a trovare una soluzione. La Bbc ha creato una squadra di tecnici per elimianre il ‘disturbo’.

La citazione per la trovata piu’ originale spetta alla tv di Stato belga: addio ai microfoni moderni, la soluzione – giurano – e’ il vecchio microfono che non trasmette i suoni ambientali. In sintesi, contro le vuvu altro che tecnologia, nulla e’ il vecchio ‘gelato’ con il cavo e magari anche due tappi alle orecchie.

Mentre il mondo scientifico si interroga sulle vuvuzelas, il produttore di queste trombette, la Masicendane Sport, sta guadagnando milioni. Una soluzione pero’ potrebbe arrivare proprio da questa azienda sudafricana che potrebbe lanciare un nuovo modello con 20 decibel in meno. Un’idea che potrebbe presagire la vendita su scala mondiale del temutissimo strumento. Ironia della sorte ora su internet si vendono anche le magliette ‘anti-vuvuzela’: nulla di tecnologico semplicemente delle t-shirt su cui e’ stampato un divieto e l’immagine di una vuvuzela.

I tifosi, insomma, per ora devono rassegnarsi o affidarsi ai consigli del web in attesa di novita’. Nel frattempo i maniaci del suono pulito possono rifugiarsi in locali ‘vuvuzelas-free’, ovvero locali che filtrano il suono e che – a quanto scrivono alcuni internauti statunitensi – sembrano spopolare a New York.

Le richieste dei telespettatori sul web si spingono anche oltre le vuvuzelas. Non manca chi chiede, forse deluso dalla propria squadra, se oltre al suono del corno sia possibile filtrare anche altri ”rumori come i commenti dei telecronisti”.