Mondiali Sudafrica: Mandela presente alla cerimonia d’apertura

Pubblicato il 9 Giugno 2010 - 10:03 OLTRE 6 MESI FA

Il premio nobel per la pace e primo presidente nero del Sudafrica Nelson Mandela sarà presente al match d’apertura dei Mondiali di calcio Sudafrica-Messico venerdì prossimo a Johannesburg. Lo ha reso uno dei suoi famigliari.

Sello Hating, portavoce della Fondazione Mandela ha confermato la presenza dell’ex presidente e premio Nobel per la pace alla cerimonia di apertura di Sudafrica 2010. “Ma – ha precisato – la decisione finale sarà presa l’11 stesso. Le sue condizioni di salute sono sempre monitorate”. Ieri Mandela si è mostrato in pubblico visitando in anteprima la mostra dei lavori di alcuni artisti patrocinati dal nipote Nkosi Zwelivelile Mandela, capo del villaggio Mvezo, quello natale di ‘Madiba’. Proprio il nipote ne aveva poi annunciato la presenza venerdì a Soccer City.

Un paese impazzito per il suo Mondiale di calcio. Il Sudafrica non vede l’ora che cominci questa competizione tanto attesa, quella del riscatto di un intero continente che, come ha detto il presidente della Fifa Joseph Blatter, “cerca di riprendersi dal calcio parte di ciò che gli ha dato”. E magari di far sì, come ha auspicato oggi Etòo, che partendo proprio dal paese di Nelson Mandela si cominci a sradicare davvero il razzismo dagli stadi. L’immagine dell’amatissimo ‘Madiba’ che alza la Coppa del Mondo, scattata nel giorno in cui la manifestazione venne assegnata dalla Fifa alla nazione arcobaleno, accoglie chi arriva fin dal primo ‘gate’ di sbarco all’aeroporto di Johannesburg, e continua lungo il corridoio, assieme ad altri cartelloni compresi quelli degli sponsor. E’ un tripudio di bandiere del paese ospitante e di maglie dei Bafana Bafana, ma anche di stemmi e colori del Messico, perché venerdì Sudafrica 2010 comincia proprio con la sfida tra la squadra di casa ed il ‘Tricolor, quindi sono arrivati i sostenitori della nazionale che di recente ha battuto l’Italia. Oggi hanno invaso l’aeroporto di Johannesburg, quasi a voler smentire chi diceva che turisti-tifosi dall’estero non ne arriveranno. “Ke nako”, è la scritta che campeggia un po’ ovunque, vuol dire che il Sudafrica si sente pronto per aprirsi al mondo e anche se dall’ingresso del centro stampa al Soccer City sono spariti gli stregoni, con loro danze e i bastoni colorati per le ‘benedizioni’, continua farsi strada la convinzione che la gente di qui riuscirà a sentirsi fiera della propria squadra, con i cui colori sfilano per strada anche un bel po’ di bianchi. Segno che ancora una volta lo sport sta facendo il miracolo, che qui si stemperano disuguaglianze e distinzioni nel segno di un pallone stavolta tondo e non ovale come quando gli Springboks vinsero davanti a Mandela la Coppa del Mondo di rugby. Già, ‘Madiba’: l’annuncio della sua presenza venerdì allo stadio, dato dal nipote Nkosi Zwelivelile Mandela, ha lasciato prima increduli e poi entusiasti i sudafricani, anche se la loro icona vivente, 92 anni a luglio, potrebbe fare soltanto una breve apparizione, per dichiarare aperto il torneo iridato, senza seguire poi la partita inaugurale. Ma sarà un gesto comunque sufficiente per far rimanere questo giorno nella storia dell’Africa, continente che ospiterà il suo primo Mondiale di calcio proprio grazie alla figura ed al lavoro di Mandela. Sudafrica 2010 non può partire senza di lui, autentico Leader di questo pianeta. Per completare la festa serve la vittoria della squadra di casa, imbattuta da 12 partite e sempre più convinta dei propri mezzi al punto che, tra la gente, l’entusiasmo dilaga. Si arriva a scrivere, come fa il giornale ‘The Star’, che venerdì, giorno dell’apertura e di Sudafrica-Messico “dovrebbe essere proclamato festa nazionale”, mentre il ct Carlos Alberto Parreira dice che “il mio Sudafrica non teme più nessuno”. Parole che si aggiungono a quelle del nuovo idolo Katlego Mphela, centravanti autore di 6 reti negli ultimi 5 match, paragonato per la spavalderia verbale al grande Muhammad Ali. Ha promesso di segnare ancora, fin dal Messico, magari realizzando il primo gol di questo Mondiale, “perché ho visto le ultime tre partite dei messicani e sono rimasto sorpreso: non sono forti come pensavo. I loro difensori sono lenti, lasciano spazio e credo di poterli superare. Questo Messico non mi fa paura, e i miei compagni devono solo passarmi la palla: al resto penso io”. Così la prima festa al suono delle immancabili ‘vuvuzelas’ sarà totale.

“In vita mia sono stato più volte vittima di episodi di razzismo, e tante volte mi hanno insultato per il colore della mia pelle. Spero che il Mondiale di calcio per la prima volta in Africa serva anche a questo: farci vincere la battaglia contro questo odioso fenomeno”. E’ un lungo sfogo contro il razzismo quello fatto da Samuel Etòo nel ritiro del Camerun e ripreso anche dal sito della Fifa a tre giorni dall’inizio del Mondiale, nella terra di Nelson Mandela, ovvero l’uomo che in Sudafrica ha sconfitto l’apartheid. “Per me la vita a causa del colore della pelle non è stata facile – ha detto ancora Etòo – e temo che possa essere così fino al termine della mia carriera. Ma forse questo Mondiale, essendo il primo che si svolge in Africa, potrà far cambiare le cose”. Il bomber del Camerun e dell’Inter ha poi ricordato gli episodi occorsigli in Spagna, ma anche quest’anno. “In Spagna, a Saragozza, mi hanno fatto il verso delle scimmie, e tirato delle noccioline in campo – ha detto Etòo -. Ma anche in Italia c’é il razzismo negli stadi, e ne ho sofferto molto. Quindi non si può dire che questo fenomeno esista in un solo paese. Per far migliorare le cose, ci devi prima passare, ed è per questo che è incredibile essere venuti a giocare il Mondiale nel paese del mio idolo: Nelson Mandela”. “Spero sia il primo passo verso un vero cambiamento”, ha concluso.