Mourinho risponde a Capello: “Io non parlavo quando lui…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Ottobre 2015 - 08:54 OLTRE 6 MESI FA
José Mourinho (foto Ansa)

José Mourinho (foto Ansa)

ROMA – Mourinho, cosa le succede? “Non so, i risultati con il Chelsea al momento sono davvero negativi. Non posso né voglio nascondere la realtà. E fatico a trovare una spiegazione. Però vi assicuro: sto lavorando come non mai e ne usciremo. E c’è anche la Champions che non abbandono certo”. Inizia così l’intervista a José Mourinho che la Gazzetta dello Sport ha pubblicato oggi, giovedì 8 ottobre. Questo uno stralcio dell’intervista.

Almeno non le è mancato l’appoggio del club. Quando si parlava di esonero, per la prima volta nella sua storia il Chelsea ha fatto un comunicato per l’allenatore.
“Questo mi inorgoglisce. Dimostra la fiducia di Abramovich nei confronti del tecnico che ha vinto tre Premier con questo club. Lo ringrazio e continuo a lavorare”.

Mentre lei soffre, c’è un altro allenatore portoghese in testa alla Serie A oltre cinque anni dopo. La nuova sensazione si chiama Paulo Sousa. Se l’aspettava?
“Paulo è un grande, sono felice per lui. Ha lavorato tanto e duramente per arrivare fin qui. Ci sono allenatori che hanno cominciato subito in grandi club, senza fare esperienze fondamentali. Lui è stato umile, ha viaggiato e lavorato in Ungheria, Israele, nella B inglese, in Svizzera. E soltanto adesso che è pronto e preparato è arrivato in Italia. Studia. Si informa. Si vede la sua mano nella Fiorentina”.

Mancini può essere campione d’Italia?
“Adesso non c’è risposta, è nel gruppo delle pretendenti: mai la Serie A è stata aperta a così tante squadre come oggi. La Juve mi sembra sia partita un po’ come il Chelsea, a fatica, e come il Chelsea si riprenderà: è soltanto questione di tempo. Roma e Napoli sono quelle che possono approfittare di una stagione senza bianconeri superfavoriti”.

Poi una stoccata a Capello che negli scorsi giorni lo aveva criticato:

“Capello ha detto che io brucio i giocatori?  Ho letto quello che  ha detto sulla Gazzetta e non solo. Penso che un allenatore con la sua storia avrebbe fatto meglio a parlare di calcio senza commentare il lavoro dei suoi colleghi. Allora io avrei potuto commentare il suo lavoro quando allenava la nazionale inglese o quella russa e non l’ho mai fatto. Perché preferisco rispettare i momenti negativi dei colleghi: mi piace molto di più parlare di Fabio Capello nei tanti momenti belli della sua carriera ricca di straordinari successi”.