Napoli, cos’è quel fungo che mangia l’erba al San Paolo

Pubblicato il 4 Settembre 2012 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA
Il prato del San Paolo (LaPresse)

NAPOLI – Aperta la caccia al fungo. Dopo l’esordio stagionale del Napoli al San Paolo l’attenzione non è sul nuovo modulo di Mazzarri, ma sul terreno di gioco del San Paolo, ridotto male, malissimo, tanto che lo stesso allenatore lo ha definito “pericoloso”. Il giorno dopo Napoli-Fiorentina è scattata la corsa alla sistemazione del manto erboso nella speranza che il 16 settembre, contro il Parma, possa tornare ad essere decente.

Ma come si è arrivati a questo? “Il problema principale è stato un fungo che ha attaccato il prato – spiega Alessandro Formisano, capo delle operazioni del club azzurro – all’inizio di agosto ha attaccato la zona del campo davanti alla panchina della squadra ospite, coprendo in fretta una superficie di circa 15 metri. Poi, anche grazie al gran caldo di questa estate, si è allargato a tutto il campo”. La temperatura del terreno dello stadio, nelle ore più calde, è arrivata infatti anche a 51 gradi centigradi, riferiscono dal club azzurro. Il risultato è il prato di domenica sera, che il Napoli si aspettava fosse così: “Anzi – spiega Formisano – il campo del match di domenica ha risposto bene ai trattamenti, tanto che l’erba è ricresciuta, seppur bassissima, sul 75% del terreno di gioco”.

Dopo l’amichevole del 19 agosto contro i greci dell’Olimpiacos, infatti, l’ultima ondata di calore estiva ha dato il colpo di grazia al prato che nei giorni tra il 20 e il 22 agosto era “molto peggio di domenica”, riferisce Formisano. Il Napoli ha quindi compiuto negli ultimi giorni una corsa contro il tempo, applicando un trattamento fitoterapico e una nuova semina intensiva con una quantità di semi cinque volte più alta del normale. I semi erano stati anche posti in frigorifero prima di essere piantati, per evitare che subissero troppo il caldo del terreno. “Una linea – spiega il dirigente azzurro – che avevamo anche condiviso con l’agronomo della Lega Calcio Giovanni Castelli che ci ha dato il suo placet”.

Castelli tornerà nella giornata odierna a Napoli per un summit allo stadio a cui parteciperà anche Leandro Galardini, il consulente toscano assunto dal Napoli, e Salvatore Marrone, l’agronomo del club azzurro. Sul tavolo la nuova strategia da adottare per i prossimi giorni, per arrivare, come ha chiesto Mazzarri, ad un campo migliore per il match con il Parma. Non c’è pace, dunque, per lo stadio San Paolo, che già nei mesi scorsi era stato al centro di alcuni scandali quando l’amministrazione comunale, che cura la custodia dello stadio stesso, aveva scoperto che, addirittura, alcuni guardiani prendevano soldi per far entrare persone allo stadio anche per fare le foto del matrimonio sul prato.

“Da allora – spiega l’assessore comunale agli impianti sportivi Giuseppina Tommasielli – abbiamo avviato una bonifica del personale, trasferendo chi doveva essere trasferito e ridistribuendo i carichi di lavoro con compiti chiari e netti. Questo, però, con il terreno di gioco non ha nulla a che vedere e smentisco qualsiasi ipotesi di sabotaggio che sento circolare in queste ore in città”. Intanto il terreno di gioco somiglia sempre di più a una spiggia tenuta male. E pensare che nel 2010 il Napoli aveva completamente rifatto il manto erboso, spendendo, ricorda Formisano, mezzo milione di euro. Ma non c’è tempo per i rimpianti: ora è corsa contro il tempo per arrivare con un prato decente al 16 settembre, e, soprattutto al 20 settembre quando c’è la vetrina dell’Europa League contro gli svedesi del Solna.