Da derby Roma a Ivan Bogdanov, quando in campo comanda ultrà

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2014 - 23:44 OLTRE 6 MESI FA
Gennaro De Tommaso, il capo ultrà del Napoli (Ansa)

Gennaro De Tommaso, il capo ultrà del Napoli (Ansa)

ROMA – Un capo ultrà seduto a cavalcioni della grata dello stadio che fa il ‘mediatore’. Fuori incidenti, scontri e addirittura colpi di pistola.

Sono scene di un calcio-follia quelle viste nella finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, ma non inedite. Spettacolo al contrario che trasforma la festa in incubo. Spettacolo al contrario con i tifosi che decidono se lo show può andare avanti oppure no.

Un’altra brutta pagina che fa tornare alla mente il derby tra Roma e Lazio, teatro sempre lo stadio Olimpico, del 21 marzo del 2004 quando nell’intervallo della partita, poi sospesa per motivi di ordine pubblico, una falsa voce sulla morte di un bimbo, smentita ufficialmente dalla polizia, creò una situazione irreale sfociata poi nella decisione di rinviare la gara perché 70 mila tifosi non hanno creduto alle smentite. Poi, fuori dallo stadio, scoppiarono incidenti con cariche e roghi.

E a nulla servì l’intervento dei capitani di Roma e Lazio con Francesco Totti a lungo a colloquio con i capi-supporter della Curva Sud. Sei anni più tardi al Marassi di Genova altra follia in occasione della partita di qualificazione agli Europei tra Italia e Serbia: come nel derby di Roma la partita viene rinviata ma questa volta gli incidenti sono veri e vedono tra i maggiori protagonisti ‘Ivan il Terribile’ (Ivan Bogdanov) il teppista della Stella Rossa artefice delle violenze e degli incidenti dell’ottobre 2010.

L’immagine simbolo di quella serata choc proprio l’ultrà serbo, passamontagna a coprire il volto, seduto sui divisori dello stadio. E sempre a Marassi (aprile 2012) l’incontro fra Genoa e Siena viene sospeso al 53′ – sul 4-0 per i toscani – a causa del reiterato lancio di fumogeni e petardi in campo da parte dei tifosi di casa, che contestano il comportamento della squadra invischiata nella lotta per non retrocedere. Molti giocatori del Genoa si sfilano le maglie e le consegnano al capitano genoano Rossi: e’ il gesto chiesto dagli ultra’ del Genoa. Qualcuno, come Giuseppe Sculli si rifiuta e, appeso sul telone degli spogliatoi, parla con un capo-tifoso indicando poi al capitano che aveva in mano le divise dei compagni di fargliele indossare di nuovo.