Europa League: Napoli-Porto negli ottavi, Lazio eliminata

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2014 - 21:51 OLTRE 6 MESI FA
Rafa Benitez, allenatore del Napoli (LaPresse)

Rafa Benitez, allenatore del Napoli (LaPresse)

ROMA –  Europa League, Napoli-Swansea 3-1 e Ludogorets-Lazio 3-3 nel ritorno degli sedicesimi di finale. In virtù di questi risultati il Napoli accede agli ottavi di finale dove affronterà il Porto, mentre la Lazio viene eliminata dalla competizione.

Napoli-Swansea 3-1 (andata: 0-0)
Gol: Insigne 17′, de Guzman 30′, Higuain 78′ ed Inler 93′ 

Tutto è bene quel che finisce bene. Il Napoli batte lo Swansea (3-1) e si qualifica agli ottavi di finale di Europa League nei quali incontrerà il Porto.

Ma il punteggio finale è quanto di più bugiardo possa esistere nel calcio perché in campo i gallesi la fanno da padroni ed hanno l’unico torto di non sapere chiudere una partita che per lunghi tratti dominano con modalità a dir poco imbarazzanti per la squadra di Benitez.

E non è un caso che fino ad una decina di minuti dalla fine la qualificazione sia saldamente nelle mani degli ospiti. Al 33′, però, ci pensa Higuain a portare in vantaggio la sua squadra. L’ultimo quarto d’ora della partita, compresi i minuti di recupero, è contraddistinto da un assalto all’arma bianca dei gallesi con il Napoli che si difende con le unghie e con i denti. Reina diventa il vero protagonista della partita e riesce a mantenere imbattuta la sua porta. Pochi istanti prima del fischio finale, poi, con lo Swansea tutto proteso all’offensiva, il Napoli arrotonda ‘ingiustamente’ il punteggio con Inler.

La fragilità della difesa del Napoli, nella quale Benitez preferisce schierare Henrique al fianco di Albiol, è in certi frangenti della partita addirittura imbarazzante. Ogni volta che i gallesi attaccano centralmente con passaggi filtranti sono in condizione di mettere un uomo smarcato davanti a Reina.

Inler e Berhami, con la squadra troppo sbilanciata in avanti e con i trequartisti che arretrano poco e male per dare una mano al centrocampo ed alla difesa, vengono costantemente presi in mezzo dagli avversari quando questi ultimi si propongono all’offensiva e l’intero reparto difensivo degli azzurri traballa pericolosamente. Lo schieramento tattico adottato dai due allenatori è identico ma le tre mezze punte gallesi, Routledge, Emnes e Pablo Hernandez, si impegnano costantemente nel rincorrere i loro avversari di riferimento fino alla metà campo ed oltre e questo particolare fa la differenza.

Subito dopo il gol del vantaggio dei padroni di casa, propiziato da un tocco di testa di Higuain che lancia in area Insigne il quale supera il portiere dello Swansea con un pallonetto, appena i gallesi si spingono con maggiore convinzione all’offensiva si ha immediatamente chiara l’immagine di un Napoli fragile in difesa e disposto male sul terreno di gioco. Tra i reparti non c’è armonia, ciascuno gioca per conto proprio. In attacco il gioco di Pandev che non fa mai la sponda di prima intenzione, ma ha bisogno di più di un tocco per poi eventualmente servire un compagno, rallenta la manovra e la rende prevedibile.

Nella ripresa ci si aspetterebbe un Napoli votato all’assalto, perché il pareggio per 1-1 qualifica i gallesi. Ed invece la squadra di Benitez non solo rimane involuta nella manovra e completamente priva di idee, ma non ci mette neppure il cuore. In alcuni momenti della ripresa gli azzurri sono in balia degli avversari i quali se avessero soltanto un po’ più di convinzione potrebbero anche chiudere la partita.

L’impressione di impotenza della squadra di Benitez è disarmante. Si capisce benissimo che solo un caso, un rimpallo, un intervento maldestro della difesa ospite, può far sbloccare il risultato per gli azzurri. Ed infatti un rimpallo su azione di Mertens propizia il gol del vantaggio azzurro con Higuain.

Poi l’immane sofferenza fin sul filo di lana. Insomma il Napoli vince e si qualifica, ma Benitez e la squadra avranno molto da lavorare se intendono mantenere la speranza di andare ancora avanti nella competizione europea.

Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Henrique, Albiol, Ghoulam; Inler, Behrami; Insigne, Pandev, Callejòn; Higuain

Swansea (4-2-3-1): Vorm; Rangel, Chico, Williams, Davies; Britton, Canas; Dyer, Shelvey, Hernandez; Bony. All. Monk.

Arbitro: Hatega (Romania)

Ludogorets-Lazio 3-3 (andata: 1-0)
Gol: Keita 1′, Perea 54′,   Bezjak 67′, Zlatinski 77′, Klose 81′ e Pedro Juninho Quixada 89′

Pazza Lazio che facendo e disfacendo interrompe il proprio cammino europeo allo stadio Vasil Levski di Sofia. E quanti rimpianti: la formazione di Edy Reja, infatti, paga a caro prezzo gli errori difensivi e subisce nei minuti finali il 3-3 del Ludogorets che qualifica i bulgari agli ottavi, in virtù dell’1-0 dell’Olimpico.

Un risultato incredibile per i romani che, dopo il doppio vantaggio Keita-Perea, subiscono la rimonta dei bulgari firmata da Bezjak e Zlatinski, tornano ancora avanti con Klose e poi si fanno recuperare allo scadere con il subentrato Juninho. A deludere è la difesa biancoceleste e soprattutto Marchetti che esordisce malamente nel 2014 (alla prima sotto la gestione Reja) e ha delle responsabilità sul tiro di Zlatinski che, secondo l’arbitro di porta, controlla oltre la linea. A partire forte però è la squadra di Reja che dopo soli 18 secondi trova il gol con Keita. Il giovane attaccante, servito da un rinvio sbagliato di Stoyanov, entra in area e batte il portiere bulgaro in uscita, realizzando così il suo primo gol in Europa. La sua è la seconda rete più veloce dell’Europa League: 18 secondi quanti i suoi anni.

Ma al 17′ Stoyanov si ricorda di essere stato il miglior portiere della fase a gironi e si riscatta respingendo il colpo di testa di Candreva. Un minuto dopo capita sui piedi di Marcelinho la prima vera occasione del Ludogorets, con il brasiliano che, servito in area, calcia fuori di destro. Nella ripresa iniziano forte i padroni di casa, ma la Lazio vuole proseguire l’avventura europea e schiaccia i bulgari nella loro metà campo. Al 54′ Onazi ruba palla e lancia Perea in profondità.

Il baby colombiano buca Stoyanov sotto le gambe e regala alla Lazio il gol della momentanea qualificazione. I bulgari però non mollano: al 65′ Bezjak riesce a liberarsi della pressione di Biava e calcia in porta costringendo Marchetti agli straordinari anche con l’aiuto del palo. E’ il preludio del gol: due minuti dopo l’attaccante serbo non sbaglia e angolando di destro (con una deviazione di Biava) beffa il portiere laziale. L’estremo difensore biancoceleste ha però qualche responsabilità al 78′ quando non controlla bene un tiro da 30 metri di Zlatinski: la palla sembra rimbalzare sulla linea, ma l’arbitro di porta la sfera è entrata interamente. L’episodio non condiziona la Lazio che all’84’ torna ancora avanti con Klose.

Il tedesco si fa subito perdonare un’occasione avuta un minuto prima e non sbaglia il tap-in su una respinta corta di Stoyanov su Biglia. Ma dopo aver avuto in mano per due volte la qualificazione arriva la beffa: un lancio da 50 metri del Ludogorets sorprende la difesa della Lazio, Juninho salta Konko e segna il gol decisivo. Festeggiano i bulgari. Per i laziali solo rimpianti.

Ludogorets (4-2-3-1): Stoyanov; J.Caiçara, Mantyla, Moti, Minev; F.Espinho, Zlatinski; Alexandrov, Marcelinho, Misidjan;  Bezjak. A disp.: Cvorovic, Barthe, Choco, Burgzorg, S.Hernandez, J.Quixada, Abalo. All.: Stoycho Stoev

Lazio (3-4-3): Berisha; Biava, Cana, Radu; Konko, Biglia, Ledesma, Lulic; Candreva, Perea, Keita. A disp.: Marchetti, Ciani, A.Gonzalez, Onazi, Mauri, F.Anderson, Klose. All.: Edoardo Reja.