Serie A: Napoli poco concreto, Roma spietata

Pubblicato il 18 Dicembre 2011 - 23:16 OLTRE 6 MESI FA

Erik Lamela (LaPresse)

NAPOLI  – Roma cinica e spietata. La squadra di Luis Enrique viola il San Paolo e si lancia verso posizioni di classifica piu’ adeguate al suo valore. Il Napoli esce con le ossa rotte da una partita in cui i demeriti oggettivi della squadra di Mazzarri ci sono, ma probabilmente non come il risultato finale puo’ dare ad intendere. Gli azzurri sono fumosi, e’ vero, mentre la Roma e piu’ pratica e concreta.

Ma e’ anche vero che la squadra di Mazzarri e’ costretta a giocare l’intera partita dovendo sopportare il peso del primo gol romanista nato, dopo appena due minuti di gioco, da una clamorosa papera del suo portiere, De Sanctis. L’andamento della gara e’ fortemente condizionato da questo infortunio di De Sanctis. E come potrebbe essere diversamente.

Il Napoli reagisce con foga. Zuniga e Maggio spingono in maniera veemente sulle fasce mentre Lavezzi sembra avere l’argento vivo addosso e mette in seria difficolta’ Heinze che gioca sul suo lato e per il quale risulta spesso inafferrabile. Ma e’ proprio in questa fase della gara che i demeriti del Napoli si evidenziano in modo deciso. Gli uomini di Mazzarri, infatti, mai come in questa circostanza, mancano di concretezza. La Roma si trova spesso a doversi difendere, quando l’aggressione dei padroni di casa e’ piu’ intensa, ma lo fa sempre con ordine ed intelligenza.

I giallorossi, peraltro, non disdegnano di pungere, quando possono, e con Lamela ed Osvaldo, nella prima frazione di gioco, sfiorano il raddoppio, grazie anche ad un atteggiamento della difesa del Napoli che lascia alquanto a desiderare. La Roma esprime il meglio di se’ quando l’inerzia del gioco la spinge a manovrare in contropiede, con azioni veloci e con le puntate sulle fasce soprattutto di Lamela, decisamente il piu’ pericoloso della sua squadra.

Campagnaro non riesce quasi mai ad anticiparlo e proprio dai piedi dell’argentino nascono i maggiori pericoli per la porta del Napoli. Quando le azioni cominciano da un rilancio corto di Stekelenburg e la trama si sviluppa secondo le caratteristiche di gioco predilette da Luis Enrique, invece, la Roma e’ piu’ prevedibile. In queste occasioni Inler e Gargano al centro e Maggio e Zuniga sui lati riescono a frapporre fra i romanisti e l’area di rigore degli azzurri una barriera che li contiene piu’ agevolmente.

Nella ripresa il Napoli parte a testa bassa alla ricerca del pareggio. E’ in questa fase che la sfortuna si accanisce contro gli azzurri. Lavezzi, infatti, fallisce una conclusione e, in questa circostanza, subisce un infortunio muscolare che lo costringe ad abbandonare prematuramente il terreno di gioco. E’ come se si spegnesse la luce. Da quel momento la Roma prende decisamente in mano la partita. Trova il raddoppio con Osvaldo, che trasforma su cross di Totti dalla destra, e potrebbe anche arrotondare il bottino. Il gol di Hamsik e’ quasi casuale e riaccende per un po’ gli animi, piu’ dei tifosi sugli spalti che dei protagonisti in cambio. Ma nel recupero ci pensa Simplicio a ristabilire le distanze ed a mettere il sigillo su una vittoria che potrebbe davvero segnare una svolta nel campionato dei giallorossi.

Il Napoli ha tre giorni di tempo per riprendersi dalla sbornia, prima di ricevere il Genoa. Ma e’ chiaro che il meccanismo, in altri momenti perfetto, si e’ inceppato. A Mazzarri e, forse, a chi deve portare a termine la campagna acquisti invernale, il compito di tirare fuori la squadra da una situazione che, dopo i fasti di Champions, comincia a farsi davvero pesante. .