Napolitano su Totti: “Un atto inconsulto”. Il campione e il “bulletto”. La stampa lo massacra

Pubblicato il 7 Maggio 2010 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA

Totti che dà un calcione a Balotelli. Perfino il Presidente della Repubblica ha sentito il dovere di intervenire: “Il suo è stato un atto inconsulto”. Ormai è un caso, è un fatto che va oltre lo sport, che esce dai campi di calcio ed entra prepotentemente nelle prime pagine dei giornali. Se ne parla in tutta Italia, ma soprattutto a Roma: e stupisce che per la prima volta il comportamento del Capitano venga messo in discussione.

Dopo il calcione nella finale di Coppa Italia di mercoledì scorso emergono nuovi particolari. Cosa si sono detti Totti e Balotelli per arrivare poi al  gesto del “Pupone”? Totti si è pubblicamente scusato dicendo anche che Balotelli lo ha insultato dicendogli “sei finito”, oltre a offendere tutti i romani, da bravo bresciano integrato. Forse non basta per rifilare un calcione, ma visto che si trattava di Balotelli, odiato da tutti i non interisti, ma anche da qualche tifoso neroazzurro, Totti lo ha fatto.

Mentre i giornali continuano a spiegare, giustificare e condannare, a seconda della testata, ecco un nuovo particolare, evidenziato dallo stesso Balotelli: “Totti mi ha detto negro di m…”, cronaca di un evento da talk show. Stiamo parlando dello stesso giocatore che per le prese di posizione antirazziste si è preso i fischi di parte della Curva.

Massimo Gramellini –  “Le due maledizioni di Totti” – su La Stampa si interroga su chi sia veramente: il ragazzo sorridente conosciuto da tutti, oppure un calciatore nervoso, pronto a gesti come quello di mercoledì perchè non regge le provocazioni? La risposta non si può dare, Totti è un campione e quello che succede in campo a volte non ha spiegazione logica. Sul Corriere della Sera Aldo Grasso ironizza sul grande successo dell’icona pubblicitaria: “Se il superspot finisce con un calcione” sottolinea la nemesi di un’immagine compromessa. Il Giornale, milanese, non fa sconti: “Totti vendicatore. Macchè. un bullo da 5 in condotta”. Il Messaggero di Roma, è più indulgente: “Paghi il giusto, ma Zidane in Patria è stato fatto santoo”. Repubblica sottolinea la romanità del campione come suo limite: “Il lato oscuro del Capitano, prigioniero del suo popolo”.

Ma lasciando perdere i titoli dei giornali la domanda che preme è la seguente: è veramente giusto condannare Totti per il calcione? A Roma, dove Totti non si tocca qualsiasi cosa faccia i tifosi sono divisi. “E’ stato provocato” dice un tifoso. “No, un simbolo non può lasciarsi andare così spesso”.

Dire che Totti è un fuoriclasse che ogni tanto perde la testa come Zidane è un conto, non perdonargliela è un altro. Ma a Roma la spaccatura dura poco, figuriamoci se i tifosi giallorossi allo stadio si metteranno a fischiare Totti, impossibile, inconcepibile. Inconcepibile come dire “la fine di un campione”, se non è una bestemmia calcistica poco ci manca. I campioni non finiscono così, Totti lo sa e dire che dopo il gestaccio si sente solo fa pensare, ma non a tutti.

Crediamo che il numero 10 si sia pentito dell’errore ed è umano che si sia lamentato del fatto di esser stato abbandonato da tutti nel momento del bisogno. Si consoli e ne approfitti: star soli aiuta a ragionare con la propria testa.