Nazionale: Cassano evita le punizioni del codice etico azzurro

Pubblicato il 7 Ottobre 2011 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA

BELGRADO – Antonio Cassano e' sfilato dal terreno di gioco della Stella Rossa con le mani in tasca, indosso l'abito ufficiale, uno dei tanti tra i compagni azzurri. Giusto il tempo di un abbraccio a Stankovic, rivale di derby, e poi sul pullman per tornare in albergo. Domani contro la Serbia lo aspetta una bolgia di tifo contro, anche se quello di Belgrado non e' forse il Maracana' che sognava da bambino nel contemplare le sue doti tecniche. Ma li' nell'arena tornera' a fare quel che meglio gli riesce, lontano da cassanate, insulti, scuse, polemiche.

''Il suo e' stato un gesto grave – ammette alla vigilia di Serbia-Italia Prandelli, riferendosi agli insulti di ieri a un giornalista – Ma mentre ne parlavamo, ci ha anticipato tutti ed e' venuto a dirmi che voleva andare a chiedere scusa. Mi e' sembrato un gesto sincero, e per me chiude il caso. Poi ciascuno fa le sue riflessioni. Di sicuro, non ne avevamo bisogno in questo momento''. Poi, il ct ha spiegato cosa sarebbe successo se il caso non si fosse chiuso in quel modo: ''Mi sarei comportato come con tanti altri'': ovvero via dalla nazionale. Questione di codice etico: una linea cui si stanno allineando tutti gli azzurri, nonostante gli scetticismi iniziali. ''C'e' un codice di comportamento, e' giusto rispettarlo. Spetta al ct decidere – fa notare Marchisio – ma noi sappiamo che c'e'. Poi certo, se ci sono dei momenti di nervosismo di qualcuno e non e' qualcosa di troppo grave, e' giusto anche provare a capire''. Stessa linea di Chiellini. ''Il codice etico e' giusto, ed e' giusto che venga fatto rispettare – dice il difensore Juve – Anche se qualche volta le cose vengono dipinte piu' grandi di quel che sono…''. Girata la pagina Cassano, c'e' chi pensa a qualche problema personale, come Montolivo:

''Le minacce non fanno mai piacere, ma io sono sereno'', dice il centrocampista viola, incappato a Firenze nello 'stalking' di un tifoso arrabbiato – come tutta la citta' – per il suo mancato rinnovo del contratto. ''Se ne' parlato tanto, troppo, e non si e' detto tutto – ha aggiunto il giocatore cui Prandelli dara' domani ancora fiducia dietro le punte – Ma non e' questa la sede giusta''. Un altro centrocampista cerca invece soddisfazioni azzurre: ''Sogno il primo gol – dice Marchisio, domenica scorsa protagonista di Juve-Milan con una doppietta – Con Pirlo, e' tutto piu' facile: ma per consacrarmi in azzurro, servirebbe la conquista di un trofeo''. Ambizioso, come tutta la nuova Juve: ''A sinistra tutti dicono che rendo di piu' – conclude un altro bianconero, Chiellini – ma la verita' e' che e' stata la Juve a brillare domenica. Il mio ruolo, lo ricordo, e' centrale difensivo''.