Negro gol alla Lazio, il sospetto della Procura: “Era combine”

Pubblicato il 2 Dicembre 2011 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Negro (LaPresse)

ROMA – Un gol tra i più importanti della sua carriera. Un gol che ora mette più di qualche dubbio agli investigatori che si occupano di calcio scommesse. E’ la rete segnata da Paolo Negro alla Lazio, quando nel 2007 vestiva la maglia del Siena e che ha permesso ai toscani di salvarsi mandando in serie B il Chievo.

E’ il 27 maggio 2007: la salvezza del Siena, squadra in cui gioca Negro, dipende dalla partita contro la sua ex squadra, la Lazio. Al minuto 86, però, il risultato è ancora di 1-1. Ai toscani non basta: nonostante il Chievo stia perdendo col Catania servono i tre punti. Il gol, puntualmente arriva, ed è un gol dell’ex realizzato proprio da Negro in quasi inedita versione da centravanti.

Eppure, a rivedere il gol a distanza di 4 anni e con gli occhi insospettiti dall’inchiesta, qualcosa che non torna c’è: l’esterno del Siena sulla sinistra è troppo libero, la difesa della Lazio non rinvia quando ha tutto il tempo per farlo, il centravanti bianconero dribbla in aria senza essere contrastato e, soprattutto, l’intervento in scivolata su Negro arriva dopo che il centrale del Siena ha già tirato in porta.

Scrivono Federica Angeli e Franco Mensurati su Repubblica che “a un certo punto della gara, gli investigatori ne sono convinti, Negro fa un cenno visibile verso alcuni giocatori della Lazio”. Per chi indaga è un segnale. Se così fosse, però, ci sarebbe connivenza almeno da parte di qualche giocatore della Lazio.

Tutta l’inchiesta sulle partite taroccate per scommesse, scrive ancora Repubblica, ruota attorno all’Olgiata sporting club, un circolo sportivo della capitale “del quale sono soci di minoranza Luigi Bardelli (fratello di Paolo, senatore del Pdl) e altri imprenditori “vicini” al sindaco di Roma Gianni Alemanno, e soci di maggioranza Paolo Negro, il pilota Ferrari Giancarlo Fisichella e i due ex calciatori Francesco Dell’Anno e Gigi Di Biagio”. 

Il circolo ha i conti in rosso e i soci, prima di liberarsene, devono ricapitalizzare. Qui, è la tesi degli inquirenti, nasce l’idea dell’estorsione ai danni di Negro che, poi, denuncia tutto.  A minacciare il calciatore, scrive Repubblica, sarebbe stato uno che sosteneva di essere legato ai clan calabresi e che chiedeva a Negro 200 mila euro. Altrimenti, è la minaccia, avrebbe raccontato la storia del gol di Siena-Lazio. Negro continua a negare che ci siano irregolarità in quella gara. Eppure ai magistrati qualche dubbio resta, anche per un’intercettazione in cui il ricattatore dice a un amico: “Negro c’entra eccome. Gli togliamo un sacco di soldi”.

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