“Nocerina fuori dai professionisti”, la richiesta di Palazzi dopo il derby farsa
Pubblicato il 22 Gennaio 2014 - 01:10 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Cacciare la Nocerina dalla Lega Pro e quindi dal calcio professionistico. Il procuratore federale Stefano Palazzi è durissimo e nel primo giorno del dibattimento dinanzi alla Commissione Disciplinare Figc sul derby farsa con la Salernitana chiede pene esemplari nei confronti della società campana e dei suoi 16 tesserati, minacciati nel pre-partita dai propri tifosi a cui era stata vietata la trasferta.
L’episodio oggetto del procedimento è quello del cosiddetto derby farsa tra Salernitana e Nocerina. Prima della gara i tifosi della Nocerina, cui era stata vietata la trasferta, minacciarono i giocatori e il derby fu interrotto dopo 21 minuti per raggiunto numero minimo di giocatori in campo perché i giocatori della Nocerina simularono una serie di infortuni.
”Qualsiasi forma di protesta poteva essere portata avanti ma la farsa a cui gli gli appassionati e tutta Italia hanno dovuto assistere è una delle pagine più brutte del calcio italiano”,
ha rilevato il procuratore che ha ottenuto il proseguimento del processo nonostante lo stralcio della posizione del patron e amministratore unico, Giovanni Citarella, in carcere dal 10 gennaio per associazione per delinquere finalizzata alla emissione di fatture false e al trasferimento fraudolento di valori, con la falsa intestazione di beni.
“Citarella non è in condizione di partecipare al procedimento e non può esercitare pienamente il suo diritto alla difesa, ma in ogni caso la completa ricostruzione dei fatti può avvenire anche in via incidentale”,
ha spiegato il presidente Sergio Artico. I giudici dovevano valutare anche l’opposizione dei legali della Nocerina che ritenevano che l’assenza del patron minasse la responsabilità diretta del club visto che Luigi Benevento, all’epoca dei fatti non era il presidente (oggi si è comunque dimesso) ma un semplice dirigente. Palazzi ha comunque chiesto l’esclusione della società dal campionato di Prima divisione e l’assegnazione, da parte del Consiglio Federale, a un campionato inferiore. Oltre a un’ammenda di 10mila euro.
Dato il nuovo format di Lega Pro che blocca le retrocessioni, si tratta di un declassamento nei Dilettanti. Secondo la procura, infatti, Citarella, Benevento (chiesti 4 anni e mezzo), il dg Luigi Pavarese (3 anni e mezzo) e l’allenatore Gaetano Fontana (3 anni e mezzo) hanno fatto disputare il match non solo per ”accontentare i tifosi con un gesto clamoroso di solidarietà” né soltanto per ”la tutela dell’ordine pubblico”, ma anche per ”la circolare di Lega, che prevede che in caso di rinuncia alla gara si perdono in modo automatico i contributi” previsti dalla Legge Melandri (circa 400mila euro).
Sono di 3 anni e 6 mesi anche le richieste per il vice allenatore Salvatore Fusco, il medico sociale, Giovanni Rosati e i calciatori Carlo Cremaschi, Domenico Danti, Davide Evacuo, Luca Ficarrotta, Edmunde Etse Hottor, Celso Daniel Jara Martinez, Iuzvisen Petar Kostadinovic, Franco Lepore, Giancarlo Malcore, Carmine Polichetti e Lorenzo Remedi. Nel corso del processo, c’è stato chi (l’avvocato di Hottor) ha paragonato l’infortunio del proprio assistito (uno dei tanti di quelli inscenati) a quello di Ciccio Graziani a Spagna ’82. Gran parte dei legali ha puntato almeno alla derubricazione in slealtà sportiva. Domani si difenderanno dirigenti e club, poi tra una decina di giorni la sentenza.