Olimpiadi. Le tristi storie dietro i trionfi di Gabby Douglas e Ryan Lochte

Pubblicato il 8 Agosto 2012 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA
Gabby Douglas

LONDRA, GRAN BRETAGNA – Dramma nascosto dietro il trionfo di Gabby Douglas, la prima afroamericana che vince un oro nella ginnastica artistica. Altra storia penosa dietro il cumulo di premi di Ryan Lochte, il nuotatore playboy rivale di Michael Phelps. La mamma di Gabby, ragazza madre della Virginia, ha fatto bancarotta. I genitori di Ryan, che stanno divorziando dopo 36 ani di matrimonio, sono in causa con la banca per evitare di farsi pignorare la casa comprata coi mutui subprime.

Storie di ordinaria recessione dietro il luccichio dei trofei olimpici. Gabby, lo ‘scoiattolo di Virginia Beach, a 16 anni guadagnera’ probabilmente tra uno e tre milioni di dollari in sponsoriozzazioni e ha gia’ accettato di mettere la sua faccia sulle scatole dei Cornflakes della Kellogs, ma sua madre Natalie Hawkins ha chiesto al giudice la protezione dai creditori dopo avre accumulato 80 mila dollari di debiti. Nel 2009, mentre la futura campionessa olimpica si trasferiva in Iowa per allenarsi con un coach cinese, Natalie ha lasciato il lavoro per ragioni mediche: ora vive con 2.500 dollari al mese, la pensione di invalidita’ della Social Security, ma per mesi e’ andata avanti senza introiti a sostenere i quattro figli, oltre Gabby, in Iowa per allenarsi, due maschietti e una femmina.

Il figlio e’ plurimedagliato, ma Steven e Ileana Lochte, oltre alle beghe del divorzio, devono fare i conti con CitiMortgage che vuole mettere le mani sulla casa di famiglia a Port Orange dopo che loro sono rimasti indietro nel pagamento del mutuo: l’azione legale presentata in maggio presso la contea di Volusia in Florida rivela che l’acquisto e’ stato fatto nel febbraio 2007, poco prima che scoppiasse la bolla dei mutui subprime.

Come per Gabby, anche gli endorsment di Ryan non potrebbero venire con tempismo migliore per i suoi genitori sul lastrico. Entrambi gli atleti sono, almeno per il momento, all’apice della fama: a Nathalie e ai Lochte in un certo senso e’ andata bene. Ma le traversie finanziarie delle due famiglie mostrano che l’investimento in un futuro olimpionico non sempre si traduce in una decisione finanziariamente solida.

Crescere una medaglia d’oro costa caro: tra spese di iscrizione ai centri sportivi in grado di garantire l’attrezzatura adeguata alle spese di viaggio per le famiglie ai costumi si parla di migliaia se non decine di migliaia di dollari all’anno. Quando un atleta entra nella squadra olimpica i costi sono assunti dalle federazioni, ma bisogna arrivarci.