Prandelli: "La mia Italia vuole stupire tutti"

Pubblicato il 8 Ottobre 2011 - 18:59 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – L'Italia che nessuno si aspettava, capace di ''stupire'' con un'idea di gioco.

Questo aveva in mente Cesare Prandelli, quando da innovatore della panchina con pochi anni di esperienza in A gli e' stato dato l'incarico di risollevare la Nazionale. Un pensiero spiazzante, anzi una vera e propria attitudine ad andare controcorrente. Confermata dalla richiesta dopo il pari in Serbia: ''Troppi elogi a questa Nazionale, per favore fateci anche qualche critica – le parole del ct, tra ironia e realismo -. Non mi preoccupa se la gente ha ancora poco entusiasmo rispetto ai nostri passi avanti: l'entusiasmo teniamocelo per l'Europeo''.

E' la domanda che resta ancora aperta su un'Italia dall' identita' oramai chiara: quanto vale realmente, di fronte a Germania, Spagna e Olanda? Nell'ordine, la nuova Italia ha pareggiato in casa dei tedeschi in una partita che avrebbe potuto vincere; ha battuto i campioni del Mondo, privi di diversi titolari; sara' chiamata a fine febbraio al confronto con la scuola orange, nell'amichevole di Amsterdam. Ma se i risultati valgono per risalire la classifica Fifa, le uniche classifiche che contano saranno quelle finali degli Europei. ''Stankovic dice che diventeremo presto una delle tre piu' forti Nazionali al mondo, e io spero solo non si sbagli. Quelle tre sono le piu' accreditate, ma l'Europeo ha tante sorprese. Noi facciamo un passo alla volta''. Con la precisione di un artigiano, e un'idea chiara in testa. ''L'altro complimento di queste ore che fa piacere e' quello di Buffon: se uno come lui dice di non aver mai visto una Nazionale cosi', in 13 anni di azzurro, vuol dire che davvero la strada e' giusta – spiega Prandelli -. Non e' stato difficile convincere i veterani a intraprendere una certa strada. Quando ci siamo trovati, e' stato questo il discorso: vogliamo stupire e stupire noi stessi sul piano del gioco. Quel che tutti dicono non e' da Nazionale, avere un'identita', un progetto di gioco, davvero non possiamo riuscirci?''. Se si calcola il peso specifico dei talenti, da Cassano a Rossi passando per Giovinco, il confronto con i migliori del recente passato – da Baggio a Totti – dice questo: invertito l'ordine dei fattori, il risultato non e' cambiato. ''Prendiamo il trequartista – la convinzione del ct -. Se lo interpretiamo nel senso classico, non abbiamo quel giocatore: per questo in quella posizione ho chiesto ai centrocampisti di ruotare. Cosi' si dividono le responsabilita'''. Da ieri con un Marchisio in piu': ''Ha capacita' di corsa e sente l'area di rigore: si', ha qualcosa di Tardelli. Anche se Marco aveva scollinato prima…''.

Da ultimo arrivato sul palcoscenico degli emergenti se la sta giocando alla grande anche Sebastian Giovinco: ''Sto valutando se farlo giocare contro l'Irlanda dal primo minuto, ma non dietro gli attaccanti, il suo ruolo e' seconda punta: a dire il vero, il pensiero l'avevo avuto anche per la Serbia''. Insomma, poco cambiera' tra la partita di ieri e quella di martedi': Prandelli ha gia' chiarito che il suo progetto e' definito, e gli spazi per esperimenti sono pochi. ''Anche nelle prossime amichevoli, vedremo se il campionato mi proporra' giocatori in grado di far la differenza, e penso alle ali. Valutero': ma non sono neanche tanto convinto di questo''. L'unica variazione possibile, semmai, e' l'ingresso di un centravanti. ''Quel che volevo evitare e' buttare palloni li' in mezzo, piuttosto che giocare la palla. Se servira' useremo questa variante, d'altra parte e' il modo piu' facile di cambiare'', la spiegazione di Prandelli, pronto a dare una chanche a Osvaldo. ''Stava entrando gia' a Belgrado: a livello europeo, attaccanti moderni come lui hanno qualcosa in piu', anche se segnano meno. Quanto al fatto che di questi tempi qualcuno della Lega Nord pensi a un oriundo in Nazionale invece che ad altro – la conclusione del ct – non mi sorprende: di questi tempi, e' normale…''.

Restano la sensazione e l'orgoglio di aver fatto da apripista a una piccola rivoluzione culturale: ''Fino all'anno scorso diverse squadre cercavano la giocata estemporanea, ora noto un ritorno al concetto di squadra – la considerazione del ct – mi piacerebbe poter dire che la mia Italia ha fatto da apripista, semplicemente quando sono arrivato qui mi sono detto che dovevo lavorare nell'unico modo che conosco''. Ora la missione e' migliorare. ''Dobbiamo trovare efficacia nella fase offensiva – la chiusa di Prandelli – Se la prima punta va incontro al pallone, la seconda, o un centrocampista o un terzino deve andare nello spazio libero. Ora lavoreremo su questo, per dare concretezza al nostro lavoro''. Quel che manca per l'Europeo.