Processo a Totti, il calcione a Balotelli fa sfumare il Mondiale

Pubblicato il 6 Maggio 2010 - 20:49| Aggiornato il 15 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Francesco Totti

Su Totti il mondo del calcio e non solo si divide. Colpevolisti ed innocentisti. Due le certezze: oggi è il giorno del processo dell’opinione pubblica, ma anche quello in cui emerge chiaro che capitano della Roma non andrà ai Mondiali del Sudafrica. Francesco Totti ha scalciato Balotelli e il suo finale di partita è una “pagina triste” per dirla con Arrigo Sacchi. Ma non è per la brutta immagine offerta in diretta tv che Lippi non porterà il numero 10 al Mondiale, a meno di clamorosi colpi di scena dell’ultima ora: Totti era già fuori dalla lista dei 30 preconvocati.

Semmai, il raptus che ha colto il giocatore al momento dell’espulsione, ha bruciato le speranze di chi aspettava di sapere se un ritorno azzurro dopo quattro anni fosse possibile. E ha rilanciato a livello internazionale l’immagine di un giocatore tanto forte sul piano tecnico quando fragile su quello del self control.

“Scandaloso Totti”, titolava lo spagnolo ‘Marca’ da Madrid, unica città che in passato è andata vicina a strappare Totti dalla gabbia della sua culla amatissima, Roma. “In certi momenti della partita, le offese non si riescono a sostenere”, la spiegazione data ieri da Totti. “Lui è il primo ad esserne rammaricato, e certe cose nel finale della partita non sono da Roma”, la bacchettata di Montali, dirigente giallorosso. La multa della società è da regolamento interno, andrà di pari passo con la stangata che il giudice sportivo infliggerà lunedì prossimo.

Oggi il giocatore si è ritrovato a Trigoria con il resto della squadra, ha parlato con Ranieri, ma nulla sul dispiacere, evidente, e peraltro neanche celato, per la panchina iniziale. “Sei finito, romano di m….”: questo, secondo quanto filtra dall’entourage del giocatore, le presunte ‘provocazioni’ di Balotelli. Incrociando Zanetti nello spogliatoio, Totti ha ammesso di aver perso la testa, ma le sue non sono state vere e proprie scuse. D’altra parte, il disagio veniva da lontano. Solo ieri mattina il giocatore aveva saputo dell’esclusione decisa peraltro domenica: non se l’aspettava dopo la buona partita e il finale in crescita.

Il nervosismo di giorni e giorni di polemica dalla Roma e attorno alla Roma avevano caricato Totti a molla, e poi c’era la frustrazione per veder sfuggire dalla panchina l’unico traguardo davvero possibile, con l’Inter che in campo metteva in soggezione – fisica e tecnica – la sua Roma. Così, pochi minuti dopo essere entrato, Totti aveva già provato a ‘vendicarsi’ di Milito. Poi, è finita come è finita. Con Lippi in tribuna. Il ct non è tipo da farsi condizionare da questo.

“Io in nazionale non ho convocato giocatori per un semplice vaffa al loro allenatore di club o per una panchina rifiutata: dovevi essere irreprensibile – le parole di Sacchi – Ma forse ero troppo severo, per un mondo che non conosce regole”. Nessun problema, la sorpresa che Lippi intende riservare rispetto ai 30 giocatori visti in questi giorni a Roma è semmai Giuseppe Rossi, Totti è out. A lui non aveva chiuso definitivamente la porta solo per la stima tecnica e personale e per l’eventualità di infortuni di qualche azzurro.

Nel frattempo, pubblica accusa e qualche difesa per il romanista: “Un campione deve sapersi controllare”, dice Nino Benvenuti, uno che menava ma dentro il quadrato delle regole. “Ma non va crocifisso, perché la colpa è di tutti noi, di come interpretiamo il calcio”, la controdeduzione di Sacchi. “Gli è partita la brocca – ammette alla romana Mazzone – Ma vorrei sapere cosa gli ha detto Balotelli”. “Non faccio il moralista – le parole di Petrucci – ma l’Oscar di ieri va a Ranieri”, ovvero quello che aveva escluso Totti e poi lo aveva rimproverato. “I giocatori devono dare l’esempio”, le parole del sindaco Alemanno. E se anche i parlamentari del Roma club parlando di “ex giocatore”, come il Pdl Lehner, vuol dire che davvero qualcosa si è rotto, al di là della difesa d’ufficio dei tifosi su facebook e via etere.