Rampulla: “A Napoli muoiono in tanti. Perché niente gara?” Poi si scusa

Pubblicato il 7 Novembre 2011 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – “A Napoli le sparatorie sono frequenti, all’ordine del giorno… tante persone muoiono a Napoli, quindi se in passato le partite sono state disputate si doveva giocare anche stasera… un morto a Pozzuoli è come se ci fosse stata una sparatoria, e quindi non c’era motivo di rinviare la partita”.

La gaffe, se possibile la doppia gaffe, è di Michelangelo Rampulla, ex portiere della Juventus che ha così commentato, in diretta tv, la decisione della Prefettura di non far giocare, per il maltempo, la gara tra Napoli e Juve che era in programma per domenica 6 novembre.

Rampulla, infatti, in primo luogo ha mostrato di non aver capito perché a Napoli non si è giocato. Non è stato per la tragedia di Pozzuoli dove un uomo è morto schiacciato da un albero per il maltempo. E poi si è lanciato in un paragone, quello con le sparatorie, che ha lasciato interdetti i presenti nello studio di 7gold, e non solo.

Ventiquattr’ore dopo la gaffe sono arrivate le scuse di Rampulla:  “Napoli-Juve non doveva essere giocata. E se ho offeso qualcuno, mi dispiace e chiedo scusa anche perché sono anch’io un uomo meridionale poiché il mio preparatore atletico è di Napoli e la mia ragazza è di Salerno. Probabilmente alcune mie parole sono state trascritte in maniera sbagliata. Credo però che nella riunione di ieri mattina doveva essere presente anche la Juventus, ma poi era poi conseguenza logica, rimandare la partita anche perché al San Polo non arrivano 500 persone ma 60.000”.

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