Roberto Baggio: “Balotelli è alla penultima spiaggia…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Settembre 2015 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Roberto Baggio (foto Ansa)

Roberto Baggio (foto Ansa)

ROMA – “Mario Balotelli è uno dei migliori di sempre, in Italia e anche nel mondo” dice, intervistato da Walter Veltroni per il Corriere dello Sport, Roberto Baggio che poi aggiunge: “Ci vorrei parlare un po’. Ormai lui è alla penultima spiaggia. Se non fa un salto adesso è un problema, poi può avere solo dei rimpianti. Per me è uno dei giocatori più forti del panorama mondiale, ma sembra voler dare agli altri l’idea di quello che forse non è”.

“Quando smisi di giocare provai un senso di libertà, era la fine della sofferenza fisica. Quando tornavo a casa dopo le partite non riuscivo a uscire dall’auto e poi per due giorni non camminavo”. Sei operazioni alle ginocchia in carriera. “In Francia – racconta Baggio – mi bucarono la tibia per fissare il tendine, io non potevo prendere gli antinfiammatori perché ero allergico. A mia madre dissi: Se mi vuoi bene ammazzami. Era la disperazione di un ragazzo che soffriva e vedeva allontanarsi il sogno della sua vita dopo averlo toccato”. Ha anche pensato di smettere: “Ci sono stati momenti molto bui, ma ogni volta reagivo, sfidavo me stesso, mi dicevo che un sogno valeva di più di un ginocchio. Il calcio è stata la mia passione da sempre. Da piccolo avevo un sogno ricorrente, giocare la finale di un Mondiale con il Brasile, sono uno di quei fortunati che può dire di aver realizzato un sogno. Ho sofferto tanto, ho stretto i denti, ho pianto e ho avuto paura, ma poi quel giorno è arrivato”.

“Mi sono sentito morire, ho pensato agli italiani, è stato difficile per me e ancora adesso non l’ho accettato. Sono stato io a mandare in tribuna l’happy end del mio sogno che in quel momento era quello di tutti gli italiani. Mi dispiace ancora oggi”. Baggio dice di aver “sempre giocato per far divertire la gente, quando non ci riuscivo diventavo triste”, che alla Juve non voleva andare perché voleva “restare a Firenze, ma il club mi vendette”. Dei compagni ricorda “Borgonovo, è stato un grande uomo, poi Bonfanti e Bachini, ragazzi di talento persi per strada”. È rimasto legato a tutte le sette squadre nelle quali ha giocato ma la sua squadra del cuore è sempre una: “il Boca Juniors”. Baggio poi spiega di aver lasciato il suo incarico al settore tecnico della Figc per la “troppa burocrazia, che vive perché tutto rimanga com’è, altrimenti equilibri che cambiano tendono a mutare anche poteri stratificati da secoli”.

Il talento migliore del calcio italiano per lui è “Berardi, non ho dubbi, mi piace molto. Il migliore al mondo? Messi, mi sarebbe piaciuto giocare con lui. Lo scudetto? Resto convinto che la Juventus abbia qualcosa più di tutti. Il calcio per un bambino? Sognare, io sognavo la mattina, a mezzogiorno, a cena e, inseguendo un pallone, ho imparato a soffrire, a cadere, a risalire, ho imparato a vivere. E forse per questo sono riuscito a realizzare quel sogno”.