Robinho condannato a 9 anni di carcere per stupro di gruppo, violentò una 22enne

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Novembre 2017 - 18:00 OLTRE 6 MESI FA
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Robinho ai tempi del Milan

MILANO – Robinho, l’ex giocatore del Milan, è stato condannato dalla nona sezione del tribunale di Milano, presieduta da Mariolina Panasiti, a nove anni di carcere per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza albanese, all’epoca dei fatti 22enne, avvenuta in una discoteca di Milano il 22 gennaio 2013.

La violenza, secondo le indagini, è stata consumata da Robinho, al secolo Robson de Souza Santos, che in quel periodo giocava nel Milan, con altre cinque persone. Il calciatore, dal 2010 al 2014 al Milan, ora si trova in Brasile dove gioca per l’Atletico Mineiro.

I giudici milanesi hanno inoltre condannato un amico di Robinho, Ricardo Falco, anche lui di origini brasiliane, sempre a 9 anni di carcere. Per gli altri 4 accusati di violenza sessuale di gruppo con abuso delle “condizioni di inferiorità psichica e fisica” della vittima in quanto sarebbe stata ubriaca, essendo loro irreperibili, il processo è sospeso. I due condannati invece dovranno risarcire la giovane donna albanese versandole in solido 60 mila euro. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.

Il pm Stefano Ammendola, titolare dell’inchiesta, aveva chiesto 10 anni di carcere. Secondo quanto emerso dal dibattimento la ragazza, che conosceva il calciatore ad alcuni dei suoi amici, la sera del 22 gennaio 2013 si era ritrovata con il gruppetto e altre sue due amiche al Sio Cafè per festeggiare i suoi 23 anni. Ma, come si legge nel capo di imputazione, dopo che le sue due amiche se ne erano andate e l’ex attaccante del Milan aveva accompagnato a casa la moglie, il gruppetto le avrebbe offerto da “bere al punto da renderla incosciente ed incapace ad opporsi” a quello che poi si sarebbe verificato. Secondo la ricostruzione del pm e e in base alle conversazioni autoaccusatorie intercettate, gli imputati avrebbero portato la giovane nel guardaroba del locale notturno e approfittando del suo stato, avrebbero avuto con lei molteplici e consecutivi rapporti sessuali.

Per la difesa, che ha sottolineato come la vittima e l’ex maglia rossonera si erano già visti in altre discoteche milanesi, non ci sono prove che lei “non abbia acconsentito” e nemmeno che “abbia assunto sostanze alcooliche” al punto da essere in “condizioni di inferiorità psichica e fisica”. D’altro canto, però, nel corso delle indagini del pm Ammendola, sono stati intercettate una serie di conversazioni in cui i sei hanno parlato liberamente di quanto accaduto quella sera in cui una festa di compleanno sarebbe degenerata in una violenza di gruppo ai danni della festeggiata.

Robinho si era già trovato coinvolto in una vicenda simile: nel 2009, quando vestiva la maglia del Manchester City, era stato arrestato per stupro e in seguito prosciolto dall’accusa.