Roma, Montali: “Lo scudetto? Dirigenti e allenatore credono nel progetto”

Francesco Totti «il valore aggiunto per il finale di stagione», Claudio Ranieri, un vero tecnico «moderno, artefice del successo» giallorosso. La Roma deve pensare in grande, deve «credere al progetto» perché dopo la vittoria contro l’Inter nella corsa scudetto è diventata la vera antagonista dei nerazzurri.

Gian Paolo Montali, l’allenatore vincente della pallavolo prestato al calcio, da cinque mesi coordinatore e ottimizzatore delle risorse umane dell’area sportiva della Roma, guarda al momento felice del team giallorosso, sottolineando l’importanza del capitano e dell’allenatore.

«La Roma deve avere sempre il coraggio di pensare in grande e avere grandi giocatori – dice Montali, ospite di Radio Anch’io lo sport -, e stiamo pensando a questo. Quanto a Ranieri è uno dei pochi allenatori italiani che ha girato il mondo, ha lavorato in gruppo e questa è una componente fondamentale. Ranieri è molto più che una persona moderna. Tutti gli uomini della Roma sono decisivi: certo il segreto del successo ora è proprio l’allenatore. Ha portato il suo stile, ha caratteristiche di altissimo profilo. Possiamo dirlo, Ranieri è l’artefice del successo di questa squadra».

E poi c’è il numero 10, rientrato in campo dopo l’ennesimo stop proprio per il finale di gara con l’Inter. «Totti è un giocatore straordinario: parlare di lui a Roma è come parlare della Banda dei Carabinieri. È il valore aggiunto a cui puntiamo per questo finale di stagione – sottolinea il dirigente -. Ha avuto un problema, e la grandezza della squadra è stata proprio quella di supportare l’assenza del capitano».

Si riparte sabato con il Bari per il rush finale. «Abbiamo sette gare difficilissime, e poì c’è la Coppa Italia. Dobbiamo essere concentrati con il Bari e poi pensare a ogni singola gara».

Importante sarà tenere la squadra «isolata» dal clamore esterno, dall’euforia di una città che già vola alto. «Roma è una piazza abituata a giocare e andare molto vicina allo scudetto – sottolinea Montali – abituata a lottare per i vertici, e molto calda. Bisogna isolare la squadra dal coinvolgimento esterno. Sarà importante fare la cosa giusta sul campo. Scudetto? I responsabili del successo dal lunedì alla domenica sono l’allenatore e i dirigenti: devono essere le prime persone a credere nel progetto e poi giocatori parlano sul campo. Questo lavoro sarà determinante, ma bisogna credere nel progetto. La qualità è stata la professionalità con cui questa squadra ha affrontato i momenti difficili. Noi siamo una società che vuole fare un calcio sostenibile: dobbiamo sfruttare la forza delle idee, essere bravi ad arrivare primi».

Montali parla della forza del lavoro di staff e elogia le capacità di Rosella Sensi, «un presidente donna, giovane, ha 38 anni: se ha deciso questo tipo di organizzazione è perchè ha guardato avanti».

Quanto agli avversari del tecnico interista dice «stimo molto Mourinho, come tecnico e come comunicatore: ha attitudine al comando e mentalità vincente».

Sulla vicenda Balotelli sottolinea «non conosco la realtà: dico però che il talento è talmente raro nello sport, e quando c’è non va sprecato. Insomma laddove c’è talento mi sforzerei di renderlo al meglio».

Il razzismo poi è «la faccia più brutta dello sport» (ieri è stato malmenato Zebina che ha denunciato l’episodio come di marca razzista). «Bisogna darsi una mano – insiste Montali -. e una nuova cultura che può iniziare con una sola direzione, dando ai club la possibilità di avere gli stadi di proprietà».

Adesso però nella testa c’è il finale di campionato, con il ritorno di Totti e la bravura di Ranieri: già quel tecnico che quando Montali era nella dirigenza juventina fu mandato via. « Sono stato in grande difficoltà quando la Juventus prese quella decisione – dice – Non ero d’accordo, ma io allora ero un dirigente e mi assumo le responsabilità. Allontanare Claudio a due giornate dalla fine è stata una pagina non felice, resterà un neo nella gestione di quegli anni e in qualche modo ha coinciso con i problemi della squadra».

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