Calcio, Roma in crisi: Ranieri si gioca tutto in due settimane

Pubblicato il 25 Ottobre 2010 - 19:22 OLTRE 6 MESI FA

Claudio Ranieri

I numeri non mentono mai. Su di essi si possono aprire discussioni, enunciare teorie, ipotizzare cause e rimedi. Ma finiscono sempre per fotografare la realtà. E quelli della Roma raccontano di una squadra in crisi di risultati, ma anche, e soprattutto, d’identità. La formazione che lo scorso anno contese lo scudetto all’Inter fino all’ultima giornata non c’è più. Si sono perse le tracce di un gruppo che si pensava granitico e che invece, adesso, sta andando in frantumi.

Mentre nella passata stagione Claudio Ranieri era riuscito a cementare la squadra dopo l’addio di Spalletti, oggi, 25 ottobre, nelle sue mani sembra inefficace anche il collante più potente. E non bastano le rassicurazioni della società sul futuro (”Non si tocca” le parole del direttore sportivo Pradè), la panchina dell’allenatore di San Saba scricchiola sotto il peso di prestazioni e risultati che tardano ad arrivare, anche a causa di una tenuta fisica carente. Troppo poco lo zero a zero colto a Parma contro l’ultima in classifica, nonostante rappresenti il primo punto strappato in trasferta dopo cinque sconfitte consecutive tra campionato e coppe.

Impensabile anche solo sorridere per aver chiuso la gara senza subire reti (terza volta in stagione). In casa Roma, a pesare sul bilancio d’inizio stagione, sono ben altri numeri. Le sei sconfitte arrivate in appena 12 partite ufficiali sin qui disputate, i 10 punti di distacco dalla capolista Lazio, le 12 reti subite (peggio in campionato solo Bari e Lecce), i soli 7 gol realizzati. Quest’ultimo dato è quello più significativo, se si pensa che il reparto avanzato giallorosso può contare su Adriano, Baptista, Borriello, Menez, Okaka, Totti e Vucinic.

Proprio l’attaccante montenegrino, un mese fa protagonista dell’unica vera gioia stagionale regalata ai tifosi col gol vittoria realizzato in extremis all’Inter, non ha nascosto il proprio malumore dopo la sostituzione del Tardini, mostrando i sintomi di un clima tutt’altro che sereno nei confronti del tecnico. Sintomi che si erano già palesati attraverso le parole di capitan Totti (che hanno poi portato al silenzio stampa della società), richiamato in panchina anche nell’intervallo di Parma.

Il numero 10 giallorosso non segna dal 9 maggio scorso (penultima giornata, 942 minuti di digiuno), e non era mai incappato in un’astinenza da gol così lunga agli inizi di campionato. Nonostante questo, è difficile pensare che Ranieri non punti ancora sul proprio capitano per invertire il trend negativo. Le prossime tre gare, in tal senso, potrebbero risultare decisive: in appena due settimane, infatti, la Roma si troverà ad affrontare Lecce all’Olimpico, Basilea in trasferta per la Champions League, e soprattutto la Lazio. Il derby in programma alla decima giornata somiglia sempre più a una sorta di deadline per l’allenatore romanista. Perderlo, magari dopo aver ‘bucato’ anche in Svizzera, potrebbe segnare il punto di non ritorno.