Roma, Spalletti sul caso Totti: “Io non alleno le emozioni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Aprile 2016 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Roma, Spalletti sul caso Totti: "Io non alleno le emozioni"

Roma, Spalletti sul caso Totti: “Io non alleno le emozioni”
(foto Ansa)

ROMA – Roma, Spalletti sul caso Totti: “Io non alleno le emozioni”. L’allenatore della Roma ha fatto capire il suo punto di vista sulla situazione di Francesco Totti nella conferenza stampa prima del derby Lazio-Roma.

Il tecnico di Certaldo ha fatto capire come in campo debba andare chi è più in forma e stando alle sue statistiche, raccolte durante gli allenamenti settimanali, Francesco Totti non sarebbe al passo dei suoi compagni di squadra dal punto di vista atletico. 

Luciano Spalletti è un personaggio e nelle sue conferenze stampa può succedere di tutto. Anche che vengano citati, nella stessa chiacchierata, Bruno Pizzul, Certaldo alta e Certaldo bassa, il Prefetto Franco Gabrielli, Francesco Totti.

Non sforzatevi di trovare un filo rosso. Non lo è neppure la Lazio, quella da sistemare subito, con una frecciata preparata sul divano di Trigoria: «Mi sarebbe piaciuto giocare questo derby ad armi pari. Avrei preferito che anche la Lazio avesse degli obiettivi a cui pensare. E invece per loro, in questo momento, siamo l’unica ragione di esistere. Noi abbiamo anche altre attenzioni».

Parla di Luciano Spalletti e del caso Totti La Gazzetta dello Sport in un articolo a firma di Davide Stoppini.

Totti e Pizzul Il pre-derby, di fatto, è tutto qui. Amen, messa finita. Il resto è uno show pensato, con una voglia di vincere che un filo deborda nello stravincere. Su Francesco Totti, ecco Spalletti:

«Sky ha fatto un sondaggio se farlo giocare o no titolare nel derby? Anch’io voterei sì. Si può pure chiedere se le telecronache dell’Europeo deve farle Pizzul o Caressa (direttore di Sky Sport24, ndr). Poi un allenatore deve scindere l’emozione da altre cose.

Francesco le giocate le farà sempre, se è per questo possiamo rinnovargli il contratto anche per 5-6 anni. Ma contano i numeri, pure quelli della partitella con la Primavera di una settimana fa mi confortano. Quando il pallone ce l’hanno gli altri, come si fa? Qui ci sono degli interessi nel parlare tanto di Totti».

Messaggio forte e chiaro. Messaggio di confine, si diceva, come quando il tecnico ha citato la doppietta di Totti nel derby del gennaio 2015: «E perché non pensare che quella Roma era andata sotto di due gol perché non aveva l’apporto di un calciatore per un determinato lavoro?».

Quella è la porta E via così, carico più che mai. Fino al punto, sul caso-tifosi, di annunciare: «Chiederò di parlare con Gabrielli (il Prefetto, ndr) per conoscere meglio la situazione. Vorrei si parlasse di un progetto di stadio pieno. Giugno è distante, bisogna farlo prima».

Giugno è pure il mese del mercato. E qui l’allenatore ha rimproverato i calciatori, leggi Pjanic e Nainggolan, che negli ultimi giorni hanno ventilato l’ipotesi di un addio. Da Trigoria raccontano pure di una tirata d’orecchie privata. Poco sposta, quella pubblica basta e avanza:

«Non ci sono problemi: chi vuole andare, vada pure, ce lo dica e sarà accontentato, a costi di mercato. Non leghiamo nessuno, anzi, sceglieremo noi qualcuno da mandare via. Qui vogliamo gente che lotta perché la Roma stia stabilmente in Champions».