Cessione Roma: i piani segreti dopo Sensi

Pubblicato il 27 Febbraio 2011 - 09:52 OLTRE 6 MESI FA

BOSTON- La rocambolesca sconfitta della Roma a Genova avrebbe accelerato anche il passaggio della società di calcio capitolina alla cordata americana guidata da Thomas R. DiBenedetto. Secondo quanto risulta a “Il Mondo”, firma P.Romano, l’imprenditore di Boston dovrebbe arrivare in Italia a fine febbraio per concludere anticipatamente l’acquisto e fugare anche ogni dubbio sulla sua effettiva volontà (o capacità) di portare a a termine l’operazione. La cordata americana guidata da DiBenedetto sarebbe interessata a rilevare, assieme a UniCredit, il 67% della As Roma (oltre il 100% del brand e degli immobili), dalla società Italpetroli della famiglia Sensi, valutato intorno ai 92 milioni di euro.

Per il 60% di tale pacchetto la cordata americana dovrà versare 55 milioni. A UniCredit rimarrà l’altro 40%. In Delawere è già nata la newco-cassaforte, As Roma DiBenedetto llc. Presieduta dallo stesso DiBenedetto , ne fanno parte altri quattro soci, tutti con quote del 20%: Richard D’Amore, Julian Movsesian, James J.Pallotta e Michael A.Ruane.

La cordata americana e UniCredit sarebbero anche d’accordo su una ulteriore iniziazione di liquidità della società, prevista tra i 35 e i 50 milioni, per rafforzare la squadra, la cui età media è elevata (…) Lo scopo è di far accedere la squadra alle coppe europee, condizione posta da Carlo Ancelotti, attuale allenatore del Chelsea di Londra, per guidare i giallorossi nella prossima stagione. Quanto al managment, sarebbero stati individuati Franco Baldini (ora braccio destro di Fabio Capello alla nazionale inglese) come direttore generale e quale direttore sportivo Walter Sabatini, che negli ultimi tempi ha scoperto goleador come Edison Cavani e Mauro Zarate.
Il business plan presentato da DiBenedetto a UniCredit punta a incrementare il giro d’affari dai 136 milioni previsti per quest’anno a 175 nel 2015, soprattutto attraverso sponsorizzazioni e merchandising, che oggi rendono una cifra irrisoria, intorno agli 8,5 milioni, di cui 6 da Wind, lo sponsor principale. La chiave di volta dello sviluppo sarebbe nello sfruttamento della identificazione tra la squadra e la città e nella trasformazione del marchio da regionale in mondiale, prima di tutto attraverso tournée dei giallorossi negli Usa. Ai dettagli operativi del piano sta lavorando la Route 2 digital, specializzata nella combinazione tra sport, media e tecnologia, di cui è ceo Bryant McBride, da giovane primo ammesso di colore all’accademia militare di West Point.

Il piano prevede anche la rescissione del contratto con Robe di Kappa, l’attuale sponsor tecnico, e il passaggio a Nike nel 2013.
Significativa è destinata ad essere anche la partita dello stadio. Il progetto è già pronto, anche se era nato per un campo di rugby, andato a monte dopo la trasformazione del Flaminio in sede del Sei nazioni. Ma il costruttore romano Alessandro Parnasi, che possiede anche l’area e i relativi permessi, compresi gli spazi commerciali, sarebbe pronto a mettere tutto a disposizione in cambio dell’acquisizione di una quota significativa (perlomeno la metà) delle azioni rimaste nel portafoglio di UniCredit.

E nei cinque-sei anni richiesti dalla costruzione degli impianti, durante i quali verrebbe utilizzato ancora l’Olimpico, potrebbero preannunciarsi tempi duri per il Coni: DiBenedetto sarebbe intenzionato a non concedere più di 2mila biglietti vip gratuiti gestiti dal Comitato