Serie A. 35a. Risultati. Roma-Milan 2-0: giallorossi a -5 dalla Juve

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Aprile 2014 - 23:24 OLTRE 6 MESI FA
Rudi Garcia, allenatore della Roma seconda in classifica (LaPresse)

Rudi Garcia, allenatore della Roma seconda in classifica (LaPresse)

Serie A – 35a Giornata – Risultati.

ROMA-MILAN 2-0, gol: Miralem Pjanic 43′ e Gervinho 65′ 

Per lo scudetto la Juve può attendere. Il 2-0 col quale la Roma ha steso al tappeto il Milan rinvia il verdetto definitivo sul titolo, ai bianconeri non basterà neanche vincere in casa del Sassuolo lunedì per la matematica certezza.

Anzi, a rigore di numeri il -5 al quale la squadra di Garcia si è riportata non spegne la fiammella di speranza alimentata dal tecnico. Un paio di certezze, però, l’anticipo dell’Olimpico le ha segnate.

A cominciare dal record di punti assoluto nella storia giallorossa (85, meglio di Capello e Spalletti), per finire con la crisi infinita del Milan di Seedorf L’immagine di stasera e’ il Balotelli prima nervoso, poi inefficace, e infine lentamente scivolato verso un’indisponente inerzia.

Fino al cambio con tanto di stizza verso l’allenatore. Sotto accusa finirà ancora una volta lui, capro espiatorio di un’annata piena di contraddizioni. Perchè a dire il vero il fotogramma più veritiero di un Milan sparito non è il giovane e scapestrato attaccante ma il vecchio Kakà che prova a spingere la sua squadra, ma proprio non ne ha più. In ogni caso, classifica alla mano, l’Europa League si allontana di nuovo.

E con lei le certezze sul futuro rossonero di Seedorf. Prima del fischio d’inizio, emozione autentica quando tutto l’Olimpico applaude Vilanova, la cui immagine con un ‘Ciao Tito’ appare sui maxischermi. La Roma è festeggiata per la Champions ritrovata, ma c’è una persona allo stadio – Rudi Garcia – che preferirebbe aspettare la fine, per non distrarsi e tenere in vita il sogno scudetto.

La densità del centrocampo allestito da Seedorf – due soli centrali ma tanti palleggiatori, compreso Balotelli che spesso arretra sulla linea di Honda-Kakà-Taarabt – frena i giallorossi. E la prima metà del tempo passa senza un’azione. In effetti, i 20′ iniziali si riducono a una sfida Balotelli contro tutti.

Prima contro i fischi e gli insulti del pubblico, offensivi ma attenti a non sconfinare nel razzismo e nella chiusura della curva; poi con i difensori giallorossi. Il milanista è innervosito dal clima e dal ritorno all’Olimpico quattro anni dopo il calcione di Totti. Rischia il giallo su uno sgambetto a Pjanic che gli sguscia via, reclama per una presunta cintura in area di Castan che Tagliavento non sanziona, nè rigore nè simulazione.

Sul piano del gioco, una discesa di Kakà al 10′ dice quanto siano lontani i tempi d’oro per il brasiliano; De Rossi lo porta facilmente fuori dallo specchio della porta fino all’angolo. C’è da aspettare il 26′ per un brivido vero: Ljajc, già murato in angolo nella girata dal limite pochi minuti prima, duetta con Pjanic, dribbla in area e tira ma Rami lo devia in angolo. Tagliavento prova a riprendere in mano la partita che gli sta per sfuggire (da giallo anche un’entrata di Mexes su Totti) e nella sua ammonizione incappano prima Muntari e poi Honda: timido segnale che la Roma sta provando a riprendersi la partita.

E infatti ecco il gol che taglia la nebbia di una partita fantasma, un mezzo capolavoro di Pjanic al 43′: il bosniaco fa il Messi e tutto da solo, dalla trequarti, con cinque tocchi taglia in verticale la difesa milanista, salta Muntari, Montolivo e infine Rami e poi batte di piatto Abbiati. Un gol da pazzi, l’esplicito segno del bosniaco col dito sulla tempia. L’apertura di ripresa offre al Milan la prima occasione, un destro al volo da limite che sfiora il palo, ma è un’illusione per Seedorf, la Roma fa la partita. Al 7′ da una combinazione su punizione con Totti Pjanic sfiora il raddoppio, Abbiati salva in angolo.

La squadra di Garcia comincia a giocare al gatto col topo, De Rossi fa diga mentre Pjanic Totti e Ljaijc lì davanti tocchettano un torello continuo, perfino umiliante per il Milan. Balotelli ha smesso di giocare e ha cominciato a prendersi i rimproveri di Montolivo in campo e quelli della panchina.

Fino al cambio con Pazzini che certifica la sua estraneità alla squadra, anche con quel ‘ma perchè io’ con smorfia a Seedorf. Nel frattempo il raddoppio la Roma l’ha trovato, un tap in di Gervinho sul filo del fuorigioco su botta di Totti (20′). E’ il 2-0 che chiude la partita. Resta qualche contropiede della Roma, la festa della giallorossa, la malinconica figura di Kakà che sembra sul viale del tramonto.