Rossi a GQ: “Lorenzo e Stoner mi sbanerebbero. Il MotoGp è come la giungla”

Pubblicato il 30 Settembre 2010 - 14:51 OLTRE 6 MESI FA

Valentino Rossi sulla copertina di GQ

Valentino Rossi attacca Jorge Lorenzo e Casey Stoner dando loro quasi dei “vigliacchi” e paragona la lotta per la leadership in MotoGP alla “legge della giungla”. Dottor Rossi dice sempre quello che pensa. E adesso lo fa nero su bianco in una intervista a GQ, in edicola domani 1 ottobre.

”Quando sei ferito e cominci a perdere sangue, i più giovani si sentono immediatamente più forti e pensano di poterti sbranare: è come nella giungla. Però mi piace. E’ giusto così”. Dopo l’incidente del Mugello è cambiato il rapporto di Valentino Rossi con i suoi rivali Lorenzo e Stoner.

”All’inizio, Lorenzo, come Stoner, diceva: ‘Ah, Valentino era il mio eroe, quando ero piccolo’, ma non è vero. Sono tutte palle. Io sono solo un ostacolo, un bersaglio. Come Biaggi lo era per me. Adesso dicono davvero quello che pensano di me e mi fa piacere”. A sostenerlo è lo stesso campione pesarese nell’ultimo numero del mensile ‘GQ’, che gli dedica anche la copertina, in edicola domani.

”Quando due persone lottano per lo stesso obiettivo, è normale che si odino a vicenda. Chi lo nega, mente – spiega Rossi – Non dico un odio omicida, ma violento sì. Perciò mi fa piacere che Stoner e Lorenzo dicano veramente quello che pensano di me. Perché è la verità”.

Trentuno anni, nove titoli mondiali vinti in tutte le categorie, da dieci stagioni ai vertici di uno sport che non perdona, la stagione di Rossi quest’anno è stata contrassegnata dall’incidente del Mugello e dal trasferimento dalla Yamaha alla casa di Borgo Panigale.

”La Ducati – spiega – è italiana, come me. Se volessi inseguire il record di Agostini, resterei con la Yamaha, perché sarebbe più facile. Di certo, il movente non è il denaro, perché alla Ducati mi daranno esattamente quello che avrei preso alla Yamaha. Non ho mai scelto la moto con cui correre sulla base dei soldi. La Yamaha mi aveva fatto un’offerta. Io sono andato alla Ducati e ho detto: ”Vi va bene questa cifra?”. Loro hanno risposto di sì, e la questione si è risolta. E’ stato facile. E’ più la voglia di provare sensazioni nuove, a spingermi”.

Nell’intervista Rossi parla anche delle regole della Motogp. Per il Dottore ”il numero giusto di concorrenti sarebbe 24 o 26” e ”al momento io terrei i quattro tempi, perché se è vero che a tutti piacciono le 500 due tempi, il mondo ormai viaggia con il quattro tempi, purtroppo. Io credo che la cilindrata giusta sia 1000 cc, non 800 cc; con un limite di 16.000-17.000 giri al minuto, e non di 19.000 come adesso, in modo che le moto non possano arrivare a 360 km/h. Secondo me, 320 km/h possono bastare. Bisognerebbe poi togliere molta elettronica e molti accorgimenti di aiuto alla guida. Si potrebbe tenere un po’ di controllo sulla trazione, un piccolo aiuto, perché le moto sarebbero potentissime, ma io vorrei un quarto dell’elettronica che usiamo adesso”.

Il controllo di trazione lo manterrebbe, ”ma dovrebbe essere fisso, non adattabile a ogni tipo di curva. E niente controllo anti-impennata, niente controllo in frenata”. Quanto a pneumatici ”massima apertura” e agli avversari di oggi nessun dubbio che gente come Lorenzo, Pedrosa o Stoner (dei tre – dice Rossi – Lorenzo ”mi pare il più equilibrato”) siano più veloci dei suoi rivali di prima come Max Biaggi e Sete Gibernau.