Sampdoria. Via Baciccia e croce, mozzarella e serpente: dai Garrone al Viperetta

Pubblicato il 17 Giugno 2014 - 07:53 OLTRE 6 MESI FA
Sampdoria. Via Baciccia e croce, mozzarella e serpente: dai Garrone al Viperetta

Edoardo Garrone (a sin nella foto Lapresse) e Massimo Ferrero, nuoivo proprietario e presidente della Sampdoria

GENOVA – La Sampdoria venduta dai Garrone a Massimo Ferrero detto “er viperetta”. Aldo Grasso sul Corriere della Sera sparge sale sulla ferita, aggiungendo veleno allo choc dei tifosi (“la verità è che i  Garrone sono genoani” urlava uno di loro e in effetti la scelta di comprare la Sampdoria non fu fatta con cuore ma per geopolitica locale, i Garrone erano agnostico-genoani ma nella Sampdoria ci hanno lasciato 330 milioni di euro) e agli sfottò dei rivali del Genoa.

Con ogni probabilità il logo e le maglie della Sampdoria verranno presto cambiate: al posto del Baciccia (la caricatura del marinaio) figurerà una mozzarella e al posto della croce di San Giorgio (incastonata all’interno della fascia blucerchiata) apparirà la figura di un serpentello. Spiegheremo poi perché.
«Vengo dal nulla e ho comprato la Sampdoria perché dopo di lei c’è il nulla»: Massimo Ferrero, 62 anni, romano del Testaccio, è il nuovo presidente della squadra. I tifosi, abituati allo stile compassato dei Mantovani e dei Garrone, sono rimasti traumatizzati e hanno cominciato a chiedersi: ma chi è?
Ferrero è un produttore cine-televisivo (suoi gli ultimi film di Tinto Brass), tifoso della Lazio, proprietario del cinema Adriano di Roma e delle 60 sale un tempo appartenute a Vittorio Cecchi Gori (tutto torna). Una spericolata avventura con la compagnia aerea Livingstone, specializzata in charter nelle isole caraibiche, naufragata malamente. Un «bagno» da venti milioni di euro, con strascichi giudiziari. È uno che ama spararle grosse, cui piace prendere di petto le situazioni. Il rapporto con i dipendenti del suo circuito di sale è stato conflittuale fin dal primo giorno. Nell’ambiente è guardato con molta diffidenza. Nel 2006 ha comprato il film parodia Bye Bye Berlusconi, ma non lo hai mai distribuito. Per non dispiacere a Silvio?
In una memorabile intervista, realizzata anni fa da Malcom Pagani, sosteneva di essere cresciuto in un quartiere dove valeva solo la legge del menga: «Chi ce l’ha nel cu… se lo tenga, je piace?». Pareva raccontasse un film: «Però vi dico una cosa. Chi ruba a Ferrero, chi prova a fregarlo, deve morire»; «Non giro mai con meno di quindicimila euro (tira fuori un rotolo dalla tasca sinistra, sono pezzi da 500, sembrano moltissimi)»; «C’è chi ha la mangiatoia a portata di bocca e chi si deve chinare fino a terra per mangiare, io faccio parte della seconda categoria. Non me ne vergogno».
Il suo soprannome è «Er viperetta» (lui sostiene che è un’affettuosità inventata da Monica Vitti, ma sono in pochi a credergli), il padre di sua moglie produceva mozzarelle (lui s’inventò che era un grande industriale dei formaggi). Ecco perché l’araldica della Samp starebbe per cambiare.