Sampdoria-Napoli, Massimo Ferrero: “Io Robin Hood batterò re De Laurentiis”

Pubblicato il 29 Novembre 2014 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA
Sampdoria-Napoli, Massimo Ferrero: "Io Robin Hood batterò re De Laurentiis"

Massimo Ferrero nella foto LaPresse

ROMA – A poche ore dalla partita di campionato tra la Sampdoria ed il Napoli, Massimo Ferrero è stato intervistato in esclusiva da Il Mattino:

Io sono Robin Hood, lui è Re Aurelio, il calcio è la foresta di Sherwood… Intanto, lunedì gli vorrei regalare un simpatico dispiacere. Aurelio lo conosco da una vita. Lo stimo, gli voglio bene, è intelligente, intuitivo. Ho lavorato per il papà Luigi e ho conosciuto la mamma, purtroppo scomparsa qualche giorno fa.

La famiglia De Laurentiis mi ha dato tanto quando ero ragazzo. Certo, io avevo un carretto con le ruote sgonfie, Aurelio già la 500 cabrio, però lo dico senza invidia, con rispetto. Lo aspetto a Genova. E voglio vincere. Quando si accetta un invito a cena mica ci si siede al tavolo per digiunare“.

Riportiamo di seguito le sue dichiarazioni.

Il calcio è la corsa per migliorare la qualità della vita. È passione, divertimento, entertainment; è un gioco meraviglioso. Quando ero “fanello” (ragazzino, ndr) si andava in parrocchia per fare i chierichetti, ma io rubavo il pallone per sfidare gli amici: eravamo tutti goleador. La mia vita è una fiction.

Nel cinema ho fatto tutto e la vita è fatta di incontri belli e brutti. Qualche estate fa ero al mare, stavo guardando un arcobaleno: un vicino di casa mi parla della Sampdoria e io abbino subito i colori che vedo in cielo a quelli della maglia più bella del mondo. Poi, ancora un altro incontro, a Roma, nello studio del mio amico storico, l’avvocato Antonio Romei.

Siamo andati a prenderci un caffettino e lui mi ha detto che doveva andare a Genova al funerale di Riccardo Garrone. Io gli ho chiesto: ma che, li conosci? Ho rispettato quel momento di lutto, poi ci siamo messi a lavorare con la famiglia Garrone.

Una trattativa lunga e segreta sino alla firma. Ora sono nella città di Samp&Doria. Appena sono entrato nel club ho trovato uomini di valore e, inserendone altri al posto giusto, in società e nella squadra, proviamo adesso a volare nel cielo che è sempre più blu

Sono nato a Roma nel quartiere dove è nata la Roma. Ho visto giocare De Sisti, Falcao, Bruno Conti. Ho visto Totti e De Rossi che erano ragazzini, ma già si capiva che sarebbero diventati campioni.

Una volta si diceva che la Roma si ama, non si discute, però adesso il mio cuore è tutto e solo blucerchiato. Ringrazio Genova e i genovesi e tutti gli italiani per il calore che mi regalano. Forza città di Samp&Doria“.