Sarri, quando il papà insultò i gregari di Fausto Coppi…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Gennaio 2016 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA
Sarri, quando il papà insultò i gregari di Fausto Coppi...

Sarri, quando il papà insultò i gregari di Fausto Coppi…

ROMA – Sarri non è nuovo a scivoloni come quello con Mancini al termine di Napoli-Inter: il riferimento ai fr… gli era già scappato a Empoli. Dicono un caratteraccio, uno che non si piega e non te le manda a dire. Dicono glielo abbia trasmesso il padre Amerigo: oltre al tifo per il Napoli, naturalmente.

Si racconta di quando, giovane promessa del ciclismo, Amerigo provò a tirare in salita senza rispettare gli ordini dei gregari di Fausto Coppi, proprio lui: sembra che il campionissimo quel giorno non avesse voglia di stancarsi, “la risposta di Amerigo non fu delle più cortesi e pare che i gregari del Campionissimo gli fecero terminare la corsa dentro un fosso”. Scommettiamo cosa gli disse…?

Eppure il personaggio Sarri non è un rozzo pallonaro: ama la lettura e gli piace citare John Fante, Bukowsky e Vargas Llosa. Ha lavorato in banca: a Figline Valdarno è diventato dirigente di Mps, viaggiava per lavoro, ha visto l’Europa (Londra, Lussemburgo, Svizzera).

Il pomeriggio tardi o la sera si allenava come giocatore dilettante, poi il passaggio in panchina  e nel 2002, lasciato il posto fisso, comincia la lenta scalata al successo. Non ce l’ha con gli omosessuali, assolutamente, ha ribadito dopo gli insulti a Mancini: è che quando s’arrabbia, al sanguigno tosco-napoletano scappa così.

C’è chi spiega il suo carattere appunto con questa miscela di toscanaccio nato a Napoli: pochi giorni fa il suo compleanno (57 anni e non i 60 che secondo Mancini non gli consentono di comportarsi come si è comportato). Il 10 gennaio del ’59 il padre lavorava come operaio all’Italsider di Bagnoli.

E’ quella parte di Sarri per cui gli hanno dato del comunista (magari solo per aver letto un po’ di libri): di soprannomi invece ne ha collezionati tanti, da il Secco in onore del Flaco Menotti (campione del mondo argentino del ’78), allenatore con sigaretta incorporata, a Mr 33 (dal numero degli schemi tenuti a memoria dai suoi discepoli in campo). O il Nero, retaggio napoletano legato alla scaramanzia di cui tuttavia non va fiero.

E’ uno di quelli che ha fatto la gavetta, non è un predestinato come Mancini, ma è ugualmente apprezzato per la sua conoscenza enciclopedica della tattica. Maurizio Viscidi, oggi vice responsabile delle nazionali giovanili azzurre e considerato uno dei più grandi conoscitori di tattica, lo ha spiegato al Corriere della Sera:

Era un grande esperto, un conoscitore di calcio e così dopo cena ci confrontammo muovendo le pedine sulla lavagna tattica, tanto che quando il sonno sopraggiunse erano le quattro di mattina. In quella gara di coppa rimasi colpito perché i valdarnesi partiti in ritiro solo da poche settimane, avevano già un’organizzazione di gioco ben precisa. (Francesco Caremani, Corriere della Sera).