Sci: storico Innerhofer; e tre!

Pubblicato il 15 Febbraio 2011 - 10:20 OLTRE 6 MESI FA

GARMISCH PARTENKIRCHEN- L’Italia dello sci se la ricordera’ a lungo la supercombinata mondiale di San Valentino in terra tedesca ma con temperature mediterranee: due medaglie in un colpo solo, argento a Christof Innerhofer e bronzo a Peter Fill. Cosi’, a meta’ Mondiali, Inner si ritrova a celebrare uno storico tris e festeggiare piu’ di un record, perche’ e’ l’atleta sinora piu’ medagliato di tutta la manifestazione: tre gare e tre medaglie con oro in supergigante, bronzo in discesa e argento in supercombinata.

E se poi si va a sfogliare gli annali, l’altoatesino e’ l’azzurro piu’ medagliato ad un mondiale di sci eguagliando le tre medaglie che il leggendario Zeno Colo’ vinse ad Aspen nel 1950. Allora la combinata era la sommatoria dei risultati delle singole gare discesa gigante e slalom, senza una prova specifica, per premiare l’atleta piu’ completo. L’eroe sulle piste di Garmisch e’ dunque Innerhofer ma con lui altro grande campione e’ stato Fill da Castelrotto, classe 1982, gran talento e gran carattere. Due anni fa, ai Mondiali di Val d’Isere, vinse l’argento in supercombinata. Pochi mesi dopo in allenamento si procuro’ uno strappo dei legamenti dell’inguine che pareva dovergli far chiudere la carriera. Lui – una vittoria ed otto podi in cdm – tenne duro. Fill ha avuto un inizio di stagione al rallentatore, turbato anche per una malattia di papa’ che lo teneva in ansia. Da un paio di settimane invece questo fronte si e’ schiarito ed ora Peter e’ qui a Gap 2011, medaglia di bronzo. I due compagni di stanza, gli amiconi che in ogni trasferta azzurra sono insieme a condividere la loro gran passione per lo sci, stavolta hanno superato le loro migliori ambizioni: salire insieme sul podio iridato. Per l’Italia e’ una sorpresa che in qualche modo si ripete, in una disciplina mai adeguatamente coltivata. Alle Olimpiadi Albertville 1990, con gli avversari che improvvisamente annaspavano, l’Italia vinse l’oro con Josef Polig e l’argento con Gianfranco Martin. Ma se si guarda in coppa del mondo, l’ultimo successo e’ del mitico Gustav Thoeni nel lontano 1977 a Kitzbuehel, anche allora secondo la vecchia formula. A questi mondiali, l’assenza del croato Ivica Kostelic e dello svizzero Carlo Janka, ha cosi’ indirettamente portato agli azzurri un pizzico di fortuna che proprio ci voleva. E pensare che stamani la prima parte della gara – la discesa – era stata nel segno del giallo. In testa il norvegese Aksel Svindal (poi oro) davanti allo svizzero dell’Emmental Beat Feuz e terzo Inner ma con il sapore amaro di vedere un cronometraggio ballerino. Con fondo durissimo come piace a lui per le temperature fredde notturne, Inner era stato infatti il piu’ veloce ai primi intermedi, pareva stracciare tutti come nel supergigante che gli aveva portato l’oro.

Poi, senza apparenti errori, ad un intermedio centrale il cronometro lo ha dato misteriosamente in ritardo. E’ cosi’ partito un ricorso – ci sono state varie lamentele per i cronometraggi intermedi e la gestione dei tabelloni elettronici in questi Mondiali – che pero’ e’ stato inevitabilmente respinto: i tempi finali sono stati comunque corretti. Cosi’ alla prova di slalom Inner ha tenuto la sua terza posizione, Fill la quarta, piu’ indietro Dominik Paris ed il trentino Paolo Pangrazzi. Proprio quest’ultimo – classe 1988, casa a Campiglio – ha stupito tutti scendendo leggero e preciso nel ripido slalom del Gudiberg con un fondo sempre piu’ tenero e buchette che si formavano nelle curve, passaggio dopo passaggio. Tanto da chiudere ottimo 6/0 mentre Paris finiva fuori.

Poi e’ arrivata la fase decisiva di una gara difficile. Il temutissimo austriaco Benjamin Raich si e’ portato in testa, ma senza un margine eccessivo. Sono andati in tilt gli americani Ted Ligety e Bode Miller, si sono impantanati gli svizzeri Silvan Zurbriggen e Beat Feuz. Peter e Inner, invece, hanno sciato leggeri come mai, un vero stato di grazia, trascinati a valle dalla loro amicizia e dalla grande fame di nuova gloria. Solo Svindal ha tenuto il passo riconfermando il titolo che aveva vinto due anni fa in Val d’Isere. Ma per l’Italia e’stato il giorno delle due medaglie in un colpo solo: indimenticabile