Scienze motorie contro fisioterapia. Legge equipara i titoli di studio, il magnifico rettore Parisi: “va cancellata”

Pubblicato il 4 Aprile 2011 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Parisi - Magnifico rettore Università del Foro

ROMA – Una legge approvata dal Parlamento nel 2006 equipara le professioni dei laureati in scienze motorie e quelli laureati in fisioterapia, due percorsi di studio che portano a due professioni decisamente diverse: mentre il laureato in scienze motorie, ex diplomato Isef, si occupa dell’allenamento e delle prestazioni di un individuo, il laureato in fisioterapia affianca il medico nella riabilitazione. Ma entrambi, secondo tale legge, possono aspirare allo stesso posto di lavoro seguendo un semplice “corso su paziente”, le cui modalità di svolgimento non sono specificate dalla legge, quindi ora ne richiedono la cancellazione.

L’equiparazioni dei due titoli di studio ha generato il caos e la guerriglia tra fisioterapisti e preparatori fisici, che nella preparazione atletica di un individuo potrebbero trovarsi a lavorare a contatto, ma su aspetti totalmente differenti della salute e del fisico dell’atleta in questione. Il direttore dell’università del Foro Paolo Parisi ha spiegato che la legge nacque dall’esigenza di facilitare l’ingresso dei laureati in scienze motorie nel mondo del lavoro, poiché “i mestieri che a loro dovrebbero essere riservati, fare l’istruttore nelle palestre, sono in pratica aperti a tutti”.

Parisi ha poi spiegato che a breve il Parlamento approverà una legge per cancellare l’equiparazione dei titoli di studio, che dovrebbe appianare i conflitti nati negli ultimi anni, ma ha anche sollevato un’altra questione: “Oggi in palestra a suggerire gli esercizi può essere una persona qualsiasi, magari formata con un corso di poche ore”, per questo al ministro Gelmini ha chiesto di scrivere un decreto che garantisca a livello nazionale l’esercizio della professione nelle palestre solo per i laureati in scienze motorie.

Ma il rettore dell’università del Foro ci tiene a specificare che la richiesta non costituisce solo una difesa della categoria, poiché lo sport rappresenta una forma di prevenzione sulla salute di un individuo, e in quanto tale è pericoloso affidarsi nelle mani di persone che non hanno nozioni di anatomia, fisiologia e scienza della nutrizione. “Fare sport non solo è bello ma, come prevenzione, fa risparmiare molti soldi al sistema sanitario. La politica dovrebbe saperlo”, ha sottolineato Parisi.