Serie A, 33ª Giornata: Milan in fuga, Napoli addio scudetto?

Pubblicato il 17 Aprile 2011 - 23:05| Aggiornato il 15 Ottobre 2012 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE- Calcio, Campionato di Serie A,  33ª Giornata.

Milan in fuga, Napoli che insegue, Inter fuori dalla corsa scudetto e per la Champions e’ bagarre piena. A cinque giornate dalla fine, la serie A inizia ad emettere i suoi verdetti.

Grande colpo dell’Udinese al San Paolo.

Il presente del Napoli rovinato dal suo passato e da quello che potrebbe essere il suo futuro. Denis segna e chiede scusa ai suoi ex tifosi, Inler fa gol e non esulta perché sembra destinato a vestire la maglia azzurra: l’Udinese sbanca 2-1 il San Paolo, si rimette prepotentemente in corsa per la Champions (-1 dalla Lazio) e soprattutto spezza i sogni scudetto della squadra di Mazzarri, che scivola a meno sei dal Milan capolista quando mancano solo cinque giornate alla fine del campionato. Escono comunque fra gli applausi Cavani e compagni, comunque andrà a finire il campionato degli azzurri resta da incorniciare.

Parte all’attacco il Napoli, spinto dai sessantamila del San Paolo, ma capisce subito che la serata non è delle più facili. De Sanctis è costretto al miracolo su Denis, Ruiz a una chiusura in extremis su Pinzi. La reazione è affidata a Cavani, che prima spreca da ottima posizione e poi conclude di pochissimo a lato. Gioca bene l’Udinese, ha una ragnatela di cinque uomini a centrocampo che argina bene la manovra azzurra e consente di ripartire subito in velocità. Guidolin perde però Isla (distorsione alla caviglia), al suo posto Cuadrado. Il Napoli fa la partita, ma fatica a trovare i varchi giusti. Una fiammata che può portare il vantaggio arriva nel finale di tempo, ma Handanovic si oppone da fenomeno a Lavezzi. Dall’altro lato De Sanctis non si fa sorprendere da Pinzi.

È sempre il Napoli a partire all’attacco nella ripresa, con Hamsik che fallisce il bersaglio da due passi. Sale la pressione della squadra di Mazzarri, ma è Inler a gelare il San Paolo con un destro a uscire dai venti metri che non lascia scampo a De Sanctis. Curioso che dopo il gol lo svizzero non esulti: c’è dietro l’interesse di De Laurentiis per la prossima stagione? Si capirà tutto in estate, sta di fatto che il Napoli accusa il colpo, va in bambola e subisce poco dopo anche il secondo gol da Denis, che segna e chiede scusa ai tifosi partenopei. Mazzarri corre ai ripari per provare la disperata rimonta: dentro Gargano, Mascara e Lucarelli al posto di Pazienza, Yebda e Dossena.

Lavezzi si becca un giallo pesante: era diffidato e salterà la trasferta di sabato a Palermo. È tutto proteso in attacco il Napoli, è sfortunato Maggio quando da due passi centra una clamorosa traversa. Un fallo di Domizzi su Lucarelli regala a Cavani il rigore che potrebbe riaprire la partita a pochi minuti dalla fine: il difensore friulano viene espulso per proteste, ma dal dischetto il Matador si fa ipnotizzare da Handanovic. Nervi tesi in campo nel finale, con Lavezzi e Armero protagonisti. In pieno recupero, al 95′, Mascara accorcia le distanze, ma non c’è tempo per andare alla caccia del pari. Per il Napoli è l’ottava sconfitta stagionale, la terza interna, quella che lo allontana definitivamente dallo scudetto.

I partenopei dicono addio allo scudetto? Ancora no ma il Milan vola a +6 in classifica.

Lazio protagonista assoluta del pomeriggio calcistico italiano. I biancocelesti vincono in maniera autoritaria sul campo del Catania e si portano a +7 sulla Roma di Vincenzo Montella e +8 sulla Juventus di Gigi Del Neri.

La squadra di Edy Reja ha dominato la partita del Massimino fin dal primo minuto. L’unica macchia sulla vittoria laziale è la rete del 2-1 di Stefano Mauri, realizzata in netto fuorigioco.

Completano il tabellino le marcature di Hernanes, Sergio Floccari, Mauro Zarate e Equi Schelotto.

La Juventus non c’e’ e non risponde all’ ultima chiamata per conquistare il quarto posto che apre la porta alla Champions League. Contro la Fiorentina gioca una partita anonima: senza corsa, senza volonta’, senza idee. E Delneri non riesce a inventarsi qualcosa per animarla e per trasmettere alla squadra la rabbia. Finisce 0-0 e la Juve saluta la Champions. La cosa che piu’ stupisce dei bianconeri e’ proprio l’ assenza di ardore. Qui, davanti ad una squadra che gioca solo per l’ orgoglio, non riesce a fare la partita. Sembra quasi che nella mente dei giocatori l’ obiettivo massimo sia il pareggio. E pensare che Delneri aveva detto: ”devono essere tutte delle finali”. Ma i bianconeri non hanno ne’ la concentrazione, ne’ la voglia di giocare la finale con la Fiorentina. Insomma, questa squadra non merita la Champions. Qui, sette giorni fa, il Milan ha giocato, impressionato e vinto cucendosi un pezzo di scudetto sulla maglia. Qui la Juve deve giocare per vincere e sperare e invece lascia sempre la partita nelle mani dei viola.

E’ vero che Buffon non deve fare un intervento, ma il gran merito va ai centrali di difesa: Bonucci e Barzagli, almeno in tre occasioni a testa, risolvono situazioni complicate. E’ vero che le occasioni da gol piu’ chiare sono della Juventus, ma la zuccata di Bonucci prima (2′ st) e la conclusione di Del Piero poi (15′ st, dopo essere subentrato ad uno spento Krasic) sono neutralizzate da un attento Boruc. Se la Juve non perde a Firenze e’ perche’ Mihajlovic si affida a Cerci che fa piu’ danni della grandine su dei frutti maturi e perche’ Gilardino, pur lottando, non riesce a inquadrare la porta. Ma il pari non serve alla Juve. La vittoria della Lazio, scava un solco incolmabile tra i bianconeri e il quarto posto: 9 punti, impossibile pensare che questa squadra possa recuperarli in cinque partite. Ma c’e’ di piu’: la Juve deve stare attenta perche’ anche l’ Europa League puo’ essere a rischio. Il settimo posto potrebbe non bastarle se il Palermo andasse in finale di Coppa Italia. Insomma, la partita che doveva dare punti, convinzione e slancio si e’ trasformata in una frenata brutta brutta. Delneri non convince, ripropone lo schieramento che ha battuto il Genoa, ma se sette giorni fa aveva cambiato in corsa, affiancando Toni a Matri e invertendo la partita, questa volta toglie Matri per far posto a Toni. Cosi’, male aveva fatto il primo perche’ troppo solo senza l’ aiuto di Pepe e Krasic, male fa Toni (fischiato dai suoi ex tifosi) che pure toglie dai piedi di Marchisio una palla da spingere in rete con la difesa viola gia’ superata (36′ st).

E neppure Del Piero riesce a svegliare i suoi, come invece era avvenuto in altre occasioni. Torpore bianconero. Non e’ possibile che una squadra che punta al quarto posto si mostri cosi’ senza nerbo, senza aggressivita’, senza quel carattere che fa fare le imprese. A Firenze, davanti ad una squadra che fa la sua parte, ma certamente non e’ irresistibile, la Juve doveva fare di piu’. I suoi non hanno fatto disastri, ma la cosa peggiore e’ che non hanno fatto cose buone e quasi tutti sono finiti per compiere una prova anonima. Questa e’ l’ ennesima pagina grigia di una stagione triste. La Fiorentina, invece, ci prova. Montolivo la guida con sapienza, Behrami mette carburante, Mutu qualche spunto, Vargas qualche cross, Boruc le manone. Ma gli errori di Cerci e la scarsa vena realizzativa di Gilardino frenano le volonta’.

La Fiorentina non riesce a metterla dentro e cosi’ non puo’ compiere quell’impresa che manca da due anni, battere una grande: l’ ultima volta fu il 25 aprile del 2009, Fiorentina-Roma 4-1. Stagione triste per la Juventus, stagione triste per la Fiorentina: sara’ anche un anno di transizione per i due club, ma la sensazione e’ che serva una rifondazione per entrambe, se i dirigenti vorranno vedere nella prossima stagione qualcosa di buono. I tifosi viola la chiedono gia’ con quel coro a fine partita: ”Sinisa salta la panchina”.

Succede di tutto al Via del Mare di Lecce. I giallorossi realizzano una rimonta memorabile e chiudono sul 3-3 contro il Cagliari.

I sardi si erano portati sul 3-1 grazie alla doppietta di Robert Acquafresca e alla marcatura di Daniele Conti. I salentini hanno impattato il match con i gol di Mesbah, Fabiano e Corvia.

Il Cesena batte il Bari per 1-0 e si aggiudica il sofferto match salvezza del Dino Manuzzi. Fa la differenza la segnatura di Erjon Bogdani. Colpo da biliardo per il bomber albanese.

Il Genoa di Davide Ballardini onora il campionato fino alla fine. Spietato il 3-0 contro un Brescia che cercava punti per la salvezza. Gol di Palacio, tocco decisivo di Berardi, Rafinha e Antonelli.

Le partite ed i marcatori della giornata.

Lecce-Cagliari 3-3 Robert Acquafresca 26′ e 71′ (C) Mesbah 57′ (L) Conti 70′ (C) Fabiano 88′ (L) Corvia 90′ (L)

Genoa-Brescia 3-0 Rafinha 59′ (G) Palacio 70′ (G) Antonelli 90 ‘ (G)

Fiorentina-Juventus 0-0

Chievo Verona-Bologna 2-0 Kevin Costant 15′ (C) Marcolini 90′ (C)

Cesena-Bari 1-0 Bogdani 48′ (C)

Napoli-Udinese 1-2 Inler 55′ (U) Denis 70′ (U) Mascara 94′ (N)

Catania-Lazio 1-4 Hernanes 40′ (L) Schelotto 50′ (C) Mauri 60′ (L) Floccari 83′ (L) Zarate 90′ (L)

La classifica del campionato:

1. AC Milan 33 21 8 4 59:23 71
2. Napoli 33 20 5 8 53:32 65
3. Inter 33 19 6 8 58:37 63
4. Lazio 33 18 6 9 45:30 60
5. Udinese 33 18 5 10 59:35 59
6. AS Roma 33 15 8 10 51:47 53
7. Juventus 33 14 10 9 50:40 52
8. Palermo 33 14 5 14 50:54 47
9. Cagliari 33 12 8 13 41:40 44
10. Fiorentina 33 10 13 10 38:35 43
11. Genoa 33 11 9 13 34:37 42
12. Bologna 33 11 10 12 34:44 40
13. Chievo 33 9 12 12 32:34 39
14. Catania 33 9 9 15 31:45 36
15. Parma 33 8 11 14 32:45 35
16. Lecce 33 9 8 16 38:56 35
17. Cesena 33 8 10 15 30:45 34
18. Sampdoria 33 7 11 15 26:39 32
19. Brescia 33 7 9 17 28:43 30
20. Bari 33 4 9 20 20:48 21