Serie A, Verona-Roma 1-1: Juventus va a +9. Vincono Lazio e Milan

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Febbraio 2015 - 22:43| Aggiornato il 25 Febbraio 2015 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Campionato italiano di calcio di Serie A, 24a giornata (la classifica)La Roma lascia le residue speranze di tenere testa alla Juve, almeno fino allo scontro diretto tra otto giorni, pareggiando 1-1 a Verona contro un’altra squadra in lotta per non retrocedere e scivolando a nove punti di lunghezza dalla Juventus capolista.

Dal giorno del derby e’ il settimo pareggio in dieci gare, un andamento lento e goffo per una squadra involuta e sfiduciata che Garcia non riesce piu’ a ravvivare. In attesa dei posticipi di domani, Napoli Sassuolo e Cagliari-Inter (martedi’ il recupero di Samp-Genoa), a trarre beneficio dal turno odierno sono Milan e Lazio.

I rossoneri si aggrappano a Bonaventura per superare in casa il Cesena (il 2-0 finale e’ di Pazzini su rigore) salvando la panchina a Inzaghi. La Lazio soffre ma ribalta la gara con il Palermo segnando il gol decisivo col solito Candreva, che poi si infortuna festeggiando. Per la squadra di Pioli è un successo fondamentale, perchè vale il quarto posto in solitudine, visto che la Fiorentina, nel posticipo serale, non va al di là dell’1-1 casalingo contro il Torino, che acciuffa l’1-1 con Vives a 3′ dalla fine.

Tre punti rassicuranti e facili per il positivo Empoli che strapazza 3-0 un Chievo deludente. E’ una giornata che si sviluppa all’insegna del made in Italy: finora i giocatori italiani hanno segnato 10 dei 13 gol finora siglati. Ora la Roma comincia a guardarsi con preoccupazione alle spalle, visto che se il Napoli vince domani si porta a tre punti, ed e’ attesa da una settimana infernale: prima il ritorno insidioso di Europa League a Rotterdam e poi la sfida dell’Olimpico con la Juventus, che con la vittoria sull’Atalanta si e’ portata a +9. I giallorossi giocano la solita partita in sofferenza: il Verona assiste al possesso palla dei giallorossi con Ljajic e Gervinho a proporre sulle fasce, ma e’ capitan Totti a suonare la carica.

Un suo tiro potente da fuori area prende terra e si insacca per il vantaggio. Ma il raddoppio non arriva e il Verona trova il pari con Jankovic e una doppia deviazione di Manolas e Keita. Ljajic fa tremare la traversa su punizione, poi nella ripresa lagara diventa piu’ equilibrata e le occasioni capitano a entrambe le squadre. Esce Totti lamentandosi per la sostituzione, entra Doumbia che non combina nulla. La ‘pareggite’ e’ una malattia insidiosa e neanche a Verona Garcia trova l’antidoto giusto con una situazione che comincia a sfuggirgli di mano.

Il Milan gioca una gara caparbia e generosa e salva la panchina a Pippo Inzaghi: il tecnico prova la coppia Menez-Destro contro un Cesena meno concentrato rispetto al recente passato, ma a fare la differenza e’ Jack Bonaventura che prima trova un gol con un fendente angolato da fuori area, poi centra anche un palo. Non e’ la svolta, ma comunque ora per il tecnico c’e’ la possibilita’ di lavorare un po’ piu’ tranquillo. Partita di pura sofferenza anche per la Lazio che torva pero’ la forza di ribaltare la situazione sfavorevole contro il solito Palermo effervescente di Iachini.

Per la verita’ la Lazio le prova tutte per farsi del palo: Mauricio regala la palla a Quaison che innesta Dybala per il 12/o centro stagionale. Poi De Vrij e Radu provano a farsi autogol per la disperazione di Marchetti. Ci pensa Mauri a ristabilire le distanze in mischia su dormita palermitana, poi alla distanza i tre punti li porta Candreva con un’ottima conclusione. Il successo piu’ facile lo ottiene l’Empoli su un Chievo deludente: apre le marcature il promettente Rugani, poi chiude la pratica la vecchia quercia Maccarone con una pregevole doppietta.

Per i toscani un passo forse decisivo sulla strada di una meritata salvezza. In attesa di definizione la situazione societaria del Parma, con la gara con l’Udinese rimandata.

Risultati, marcatori e cronaca delle partite.

VERONA-ROMA 1-1, gol: Francesco Totti 29′ e Seydou Keita autogol al 38′.

La Roma non esce dalla morsa del pareggio, il sesto nelle ultime sette partite, e la Juventus allunga la sua fuga portando a 9 i punti di vantaggio. A bloccare i giallorossi di Garcia stavolta è il Verona di Mandorlini che reagisce all’iniziale svantaggio a firma di capitan Totti e difende senza particolari problemi il pareggio nel secondo tempo, creando anche qualche occasione favorevole.

E allontanando gli spettri sulla panchina del tecnico gialloblù. Anche in riva all’Adige, così, la squadra di Garcia ha dilapidato il vantaggio, ma soprattutto ha messo in campo una gara scialba, priva di mordente, che non è parsa all’altezza di una formazione che vuole cercare ancora di dare la caccia ai bianconeri. Un pareggio che suona come l’ennesimo segnale: la squadra capitolina deve fare una seria riflessione sulla classifica, cominciare a guardarsi anche alle spalle, piuttosto che alzare il tiro per una lotta scudetto che, ora come ora, sembra avere un padrone assoluto in terra piemontese. In casa Verona, invece, il punto in più in classifica è salutare, è una boccata di ossigeno per la panchina di Mandorlini, che stava cominciando a scricchiolare, viste le tre sconfitte consecutive.

La partita nel primo scorcio del primo tempo mostra gli uomini di Garcia all’attacco con i padroni di casa a maglie strette. La Roma palleggia bene, non affonda con forza negli ultimi sedici metri, ma si fa pericolosa con i tiri da fuori. Ci prova prima Nainggolan e poi, al 26′, è il turno di Totti. Da una trentina di metri dalla porta parte un tiro che buca Benussi e porta in vantaggio i giallorossi. Per l’undici di Garcia sembra l’avvio di una cavalcata, con un altro paio di occasioni. Nella prima mezzora il Verona non vede la palla. Al 38′, però, il cielo si oscura per la Roma: su un cross da sinistra Jankovic salta piu’ in atto di tutti, la palla carambola sul corpo di Keita e finisce alle spalle di De Sanctis.

Al 46′ Lajijc prova su punizione dai venticinque metri ma trova l’incrocio dei pali. Si va negli spogliatoi con i giallorossi che hanno all’attivo tante tessiture, buone occasioni, ma poca sostanza e con l’incubo di un segno pari. Nella ripresa e’ il Verona a cambiare atteggiamento.

La squadra di Mandorlini alza leggermente il proprio baricentro ma soprattutto riesce a ripartire con più frequenza. Al 54′, i padroni di casa sfiorano il vantaggio. A salvare la rete romanista è Torosidis che respinge una palla di Hallfredsson.

La Roma fa un possesso di palla sterile, ma in attacco non punge e continua ad affidarsi ai tiri da fuori, ma senza impensierire più di tanto il portiere veneto. Gli ultimi minuti sono una girandola di cambi e nei tre di recupero i giallorossi tentano le ultime chance ma senza portare a casa il risultato.

MILAN-CESENA 2-0, gol: Bonaventura 25′ e Giampaolo Pazzini 90′ (calcio di rigore). 

Due gol per esorcizzare la paura, una vittoria per non finire nel baratro, tre punti che allungano la vita rossonera di Filippo Inzaghi: il Milan batte il Cesena per 2-0, ed e’ ottavo in classifica (insieme al Palermo) con 33 punti. Segnano Bonaventura e Pazzini su rigore, rifiata il gruppo, si stemperano le polemiche. Berlusconi aveva saltato la visita a Milanello del venerdi’, il clima non era dei migliori, solo Inzaghi continuava a chiedere una svolta.

Non si può dire che sia arrivata anche se il Milan di oggi inizia bene, segna subito, non perde la testa, resiste contro un buon Cesena che era riuscito a fermare la Juventus. Inzaghi, assillato dagli infortuni e dagli squalificati, cambia ancora: in avanti manda Menez insieme a Destro, alle loro spalle Bonaventura nel ruolo di trequartista. In tribuna c’e’ Gullit, mito ed eroe di altri tempi. Il Milan scende in campo meno impaurito e, subito, dopo appena sessanta secondi, scatta in piedi il pubblico di San Siro per un gol di Poli annullato per fuorigioco attivo di Destro. Al 3′ Bonaventura manda alto, poi e’ il Cesena a impensierire i rossoneri con Djuric sul quale salva Bocchetti. Ancora un buon recupero della difesa con Bonera bravo a sventare una occasione di Ze’ Eduardo. Il Cesena non soffre di alcun timore reverenziale ma al 22′ Bonaventura porta in vantaggio la sua squadra con gran destro angolato e preciso. L’ex atalantino e’ un valore aggiunto e forse il migliore acquisto del Milan. Bravo anche Menez sempre vivace e abile nel saltare l’uomo, veloce sulla fascia. Oggi cerca inutilmente Destro, piuttosto avulso dalla manovra e isolato in area avversaria.

Montolivo torna in regia, mostra personalita’ e cerca anche la conclusione personale. Sul finire del primo tempo, occasione incredibile per il Cesena con De Feudis che tira ma trova un Abbiati in stato di grazia. Il Milan non e’ del tutto guarito ma e’ meno rinunciatario e molle: nel secondo tempo comunque si abbassano i ritmi. Menez serve Bonaventura che colpisce il palo, poi il Cesena fa vedere un’ottima combinazione De Giorgi-Defrel. Inzaghi sostituisce Destro con Pazzini. Menez si conferma il cuore del Milan, calcia e corre alla ricerca del raddoppio. Il francese sforna cross sui quali pero’ gli attaccanti non sono precisi. Pazzini manda alto di testa, poi Menez stesso non trova la porta dopo un’azione solitaria e travolgente sulla fascia. Ancora Pazzini manda sull’esterno della rete, mentre Capelli cerca il gol d’effetto con un tacco pericoloso. La partita sembra esaurirsi cosi’, inchiodata sull’1-0.

A un minuto dalla fine l’ultimo colpo di scena: l’arbitro Dino Tommasi fischia un rigore per un fallo non chiarissimo di Carbonero su Antonelli. Protesta il Cesena in campo e Di Carlo alla fine. Si incarica Pazzini che trasforma e segna la sua prima rete in campionato. Nei 5 minuti di recupero, il Milan potrebbe anche trovare il tris. Il Milan migliora lentamente e, tuttavia, non sembra fuori dalla crisi di gioco e di personalità che l’ha colpita. Resta un osservato speciale, la febbre e’ scesa ma non e’ sparita. La vittoria pero’ e’ sempre una cura. I tre punti sono una boccata d’ossigeno per un gruppo che annaspava e per un allenatore sempre in bilico. Inzaghi per ora e’ salvo. Il suo destino e’ comunque appeso a un filo, quello dei prossimi risultati. Adesso, e’ il momento di godersi la vittoria e il ritrovato calore del pubblico, dopo fischi e contestazioni.

LAZIO-PALERMO 2-1, gol: Dybala 26′, Stefano Mauri 32′ ed Antonio Candreva 78′ .

La Lazio vince la sfida dal sapore d’Europa contro il Palermo e sale momentaneamente a soli due punti dal terzo posto del Napoli, impegnato domani contro il Sassuolo.

Un pomeriggio di festa per i biancocelesti belli solo a metà anche per merito del Palermo che per più di un’ora ha fatto soffrire i padroni di casa e che avrebbe meritato di più se non fosse stato per Mauri e Candreva che hanno preso per mano i compagni, verso una vittoria fino a quel punto insperata. Già perchè il Palermo di Iachini, mix di muscoli e tecnica, è davvero una bella squadra, col quel folletto lì davanti, Dybala, arrivato al 12/o centro stagionale e Vazquez e Barreto ancora una volta protagonisti (il paraguayano due volte, visto che al 95′ si è fatto espellere). I biancazzurri però stavolta non perdono l’occasione per decollare, l’ ‘aspirina’ di Udine dopo i ‘raffreddori’ patiti contro Genoa e Cesena sembra aver avuto effetto, anche se vedendo la partita per tutti e 90′ lo stato di salute non sembra ancora ottimale.

E’ vero che Pioli dalla sua può vantare qualche alibi tra infortuni e squalifiche ma è anche vero che per un’ora la Lazio è stata incolore, con Quaison, Vazquez e Barreto padroni del centrocampo. Alla Lazio mancano le accelerazioni di Felipe Anderson (squalificato) mentre Candreva all’inizio va a sprazzi e non sempre il suo piede inventa. E’ però decisivo quando serve, con una giocata d’autore a un quarto d’ora dalla fine che indirizza il match e fa scoppiare di gioia la Nord. Il Palermo non è certo quello dell’andata (0-4): Iachini in questi mesi l’ha plasmato e al resto ci pensa il gioiellino Dybala che da solo tiene in apprensione la difesa biancazzurra. Basta poco al gioiellino argentino per mettere la sua firma sul match: al 26′ approfitta di un erroraccio di Mauricio in disimpegno (il brasiliano poi ha chiesto scusa al pubblico) e trafigge Marchetti. Il gol – il primo dei rosanero nell’Olimpico biancoceleste da 5 anni a questa parte – fa vacillare le certezze dei padroni di casa che si allungano nel tentativo di recuperare, lasciando campo libero alle scorrerie degli attaccanti rosanero. Così, tocca al sempreverde capitan Mauri (35 primavere) ristabilire la parità, approfittando di una mischia in area.

La ripresa presenta però un’altra Lazio e l’asse Mauri-Candreva ispiratissimo: al 7′ una bella combinazione tra i due dà la sensazione del gol e poi l’azzurro con un altro bell’assolo sfiora il palo alla sinistra di Sorrentino. Pioli capisce che “si può fare” e così toglie uno spento Biglia per Ledesma. E’ lo snodo della partita: prima Mauri, sugli sviluppi di un angolo, va vicino alla doppietta ma Vazqez salva sulla linea, poi un’atra bella combinazione dei due confeziona l’ennesima occasione che, dai e dai, alla fine si trasforma negli agognati 3 punti grazie all’ennesima invenzione dell’estero biancoceleste che – con il Klose spento di oggi – pensa bene di fare tutto da solo: prende palla, si accentra e scarica un bolide all’incrocio dei pali: 2-1, 4/o posto e tutti a casa. A rendere la sua giornata ancora più performante anche l’involontario scivolone che, subito dopo il gol, lo fa andare a sbattere contro i cartelloni pubblicitari e costringono Pioli alla sostituzione. Ma ormai i tre punti li aveva messi in cassaforte.

EMPOLI-CHIEVO 3-0, gol: Rugani 22′ e Massimo Maccarone 46′  e 67′.

Stavolta il suo Empoli ha vinto concretizzando le azioni che sempre la sua squadra riesce a produrre e Maurizio Sarri lo fa notare fra le righe: “La nostra prestazione è stata in linea con le altre prestazioni fatte in casa quest’anno, siamo stati bravi a sbloccare la gara nonostante il Chievo chiudesse bene tutti gli spazi. E poi per forza di cose dopo il gol di Rugani la gara si è messa in discesa, ma è una partita in linea con le altre fatte in casa”.

Chiaro l’intento di Sarri di sottolineare come alla sua formazione manchino diversi punti: “Abbiamo fatto una buona partita – prosegue il tecnico azzurro – anche se nel finale, sul 3-0, ci siamo un po’ disuniti. In ogni caso il momento è indubbiamente positivo, ma il cammino non è terminato, anzi. Dobbiamo ancora guadagnare punti importanti e non sarà semplice. I ragazzi comunque dimostrano grande concentrazione e spirito”. Rolando Maran fa mea culpa e non può far altro che ammettere la sconfitta dopo aver subito un 3-0.

“Al di là dei meriti dell’Empoli, che sicuramente ci sono, noi dobbiamo essere più solidi. Nel primo tempo avevamo avuto anche noi delle opportunità, poi il gol di Maccarone ha chiuso la gara. Forse oggi per la prima volta non siamo stati quelli che dovevamo essere come attenzione, i ragazzi si impegnano sempre. Forse c’è stato un passaggio a vuoto. Ora rimbocchiamoci le mani e ripartiamo. Venivamo da risultati sicuramente positivi, dispiace aver fermato la serie con questa sconfitta. Detto questo, ribadisco, non ci dobbiamo far influenzare da questa prestazione, una sconfitta ci può stare”.

Fra i migliori in campo Matias Vecino, uruguayano che ha disputato la sua migliore prestazione da quando è in azzurro: “Sapevamo dell’importanza della partita, per noi era fondamentale vincere uno scontro diretto come questo. Adesso non dobbiamo fermarci, dobbiamo continuare su questa strada e vincere più partite possibile. Mancano ancora tanti punti, questo è il cammino giusto per arrivare alla salvezza, che speriamo di trovare prima possibile”. E’ arrivato un altro gol su palle inattive: “Beh, su questo – prosegue Vecino – lavoriamo tantissimo, oggi abbiamo fatto gol, è un punto forte della squadra, dobbiamo lavorare per migliorare ciò che si fa bene e correggere quello che si sbaglia. Oggi a fare la differenza sono stati i gol degli attaccanti. Ora la trasferta a Palermo? E’ una squadra fortissima, speriamo di andare a fare la nostra partita e a vincere”.

FIORENTINA-TORINO 1-1, gol: Salah 84′ e Vives 86′. Padelli ha parato un rigore a Babacar al 10′ .

La sfida fra due delle squadre più in forma del campionato, reduci dalle fatiche europee, non ha visto vincitrici: la Fiorentina non è riuscita a difendere il gol trovato a 5′ dalla fine con Salah, ormai già idolo dei tifosi viola. E così due minuti dopo ha subito il contropiede dei granata pronti a sfruttare una svagatezza difensiva degli avversari e a battere Tatarusanu con Vives. E’ finita così 1-1, con la squadra di Ventura che allunga a 11 i risultati utili di fila in campionato e quella viola che recrimina anche per il rigore fallito da Babacar dopo 10′. E’ stata una gara piena di errori ma anche di colpi di scena.

L’arbitro Guida, che poco prima aveva sorvolato su un tocco di mano di Moretti in area fra le proteste dei viola, ha concesso con fare riparatore un rigore generoso alla Fiorentina per un fallo di Benassi su Badelj al 10′: sul dischetto è andato Babacar, l’attaccante senza patente, che ha tirato piano e centrale favorendo l’intervento di Padelli. Sollievo per la squadra granata che aveva cominciato la partita come peggio non avrebbe potuto: senza partecipazione e idee, quasi la cosa non la riguardasse.

La Fiorentina stravolta dal turn over, visto che hanno cominciato in panchina i vari Gomez, Pizarro, Salah, Joaquin, dentro ben 8 uomini diversi rispetto a quelli che hanno fermato sull’1-1 il Tottenham compreso Rosi al debutto da titolare. Il Toro si è invece presentato con 4 novità rispetto alla sfida con il Bilbao e la coppia Quagliarella-Maxi Lopez. La squadra di casa ha preso campo e iniziativa da subito e, affatto scossa dal rigore fallito, ha costretto Vives a rischiare il rosso per fermare Ilicic che si stava pericolosamente portando al tiro. Il Torino si è fatto vedere al 25′ con Maxi Lopez che ha impegnato di piede Tatarusanu e di lì a poco Benassi ha sprecato un ghiotto contropiede. Prima dell’intervallo la Fiorentina, meno ordinata del solito (i troppi cambi pesano), ha provato ad aumentare i ritmi ma senza incisività.

Nella ripresa gli allenatori hanno provato a correggere le loro squadre: Montella ha inserito Joaquin e Salah per Rosi e Diamanti, Ventura ha risposto togliendo Quagliarella per Martinez. Proprio quest’ultimo al 26′ ha avuto l’occasione di sbloccare la gara approfittando di un’uscita sciagurata di Tatarusanu, ci ha pensato Gonzalo Rodriguez a salvare la sua porta sguarnita. Il finale ha visto la Fiorentina spingere in cerca del gol: Babacar ci è andato vicino con un gran tiro alto di poco ma è stato Salah, ormai già idolo del popolo viola, a far esplodere il Franchi con il suo gol dopo una triangolazione con il neo entrato Gilardino. La gioia dei tifosi viola però è durata pochissimo perché il Torino in contropiede, sfruttando una distrazione difensiva degli avversari, riusciva a pareggiare con Vives pronto a ricacciare in porta una respinta di Tatarusanu su Maxi Lopez. Finale con un arrembaggio viola, rivelatosi inutile.

Foto LaPresse.