Marco Benedetto: “Il Genoa è parte della mia identità di emigrante genovese”

di Marco Liguori
Pubblicato il 26 Settembre 2009 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA
Marco Benedetto direttore di Blitz Quotidiano

Marco Benedetto direttore di Blitz Quotidiano

Editoria e passione per il Grifone: un mix vincente. Questo è il biglietto da visita di Marco Benedetto genovese e genoano doc, fino al 2008 amministratore delegato del gruppo L’Espresso-Repubblica e oggi editore e direttore responsabile di Blitz Quotidiano.

Ha accettato di parlare in esclusiva per Pianetagenoa1893.net sui temi della genoanità.

Com’è nata la sua passione per il Genoa? Ha legami con il capoluogo ligure?

Sono nato a Genova, in Castelletto e ci ho abitato per 27 anni.

Ha un ricordo particolare del suo passato da tifoso?

Non sono particolarmente tifoso. Il Genoa è parte della mia identità di emigrante genovese. Non potrei mai essere sampdoriano o juventino.

Segue il Grifone da casa oppure riesce talvolta ad andare a Marassi?

Vivo a Roma, mi accontento dei risultati. E poi tormento i sampdoriani.

Lei è un manager di successo: quale potrebbe essere la chiave del successo gestionale del presidente Preziosi?

Credo che nel calcio valgano dei principi universali: vince chi investe meglio e spende senza sprecare.

Con la fedeltà che hanno dimostrato sempre i tifosi genovesi (dico genovesi come sinonimo di genoani perché la base dei sampdoriani è Sampierdarena, cioè un’altra città), i ricavi sono una certezza che poche aziende possono vantare.

Il Genoa ha dovuto subire errori arbitrali: è d’accordo con l’introduzione della moviola in campo come accade in altri sport professionistici?

Sono cresciuto in un’epoca in cui la moviola non c’era. Ho cominciato a fare il giornalista scrivendo di sport e seguendo la pallanuoto quando ancora si giocava in mare e il calcio minore sui campi della Val Bisagno.

Era un tempo in cui gli arbitri erano ancora “albitri” e tutto era più povero e semplice. O forse semplicemente noi eravamo più giovani. L’errore arbitrale è parte del dramma della vita e va messo nel conto:

un giorno lo subisci, un giorno te ne avvantaggi. Cose troppo sofisticate e scientifiche mi danno l’impressione di rendere il gioco una cosa da robot.

La conferma di quel che dico è venuta dalla partita con la Juventus: il Genoa non avrebbe avuto vantaggio alcuno da una moviola in tempo reale.

Dopo il primo mese di gare ufficiali, quali obiettivi potrebbe raggiungere il Grifone?

Gli obiettivi del cuore non hanno mai limiti. Sta a chi amministra la società fare il passo come la gamba, commisurando gli obiettivi alle forze disponibili e alle capacità di incasso prevedibili. Dopotutto siamo a Genova…

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