Serie A e diritti tv, la minaccia delle big: “Niente calciomercato con le piccole”

di Alessandro Avico
Pubblicato il 13 Maggio 2011 - 17:17| Aggiornato il 17 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

Ernesto Paolillo (Foto LaPresse)

MILANO – “Non compreremo nè venderemo più giocatori alle squadre piccole”. La vendetta delle big di Serie A (Juventus, Inter, Milan, Roma e Napoli) per la vicenda dei diritti tv, passa da un ricatto inaspettato. “Si è creata questa spaccatura nella Lega e questa battaglia proseguirà anche in chiave di mercato perché le grandi potrebbero scambiarsi tra di loro calciatori e non prendere calciatori dalle altre squadre e lo si può dire con assoluta trasparenza”, spiega l’amministratore delegato dell’Inter Ernesto Paolillo.

“Gli affari si fanno con le controparti con le quali si hanno rapporti. Se da una parte vengono portati via soldi alle cinque grandi, è evidente che poi non si vanno a regalare soldi alle piccIl dirigente nerazzurro ha fatto il punto sulla situazione che si è venuta a creare in Lega per la ripartizione del restante 25% dei diritti tv”,

“La legge Melandri stabilisce che il famoso 25% deve essere stabilito in base al numero di tifosi, attraverso l’ausilio delle indagini demoscopiche. Non è vero che le 5 grandi sono contro queste indagini, piuttosto sono contro un criterio delle indagini demoscopiche imposto dalle 15 piccole e che non corrisponde alla reale situazione”, ha proseguito Paolillo.

“Inserire l’Auditel come elemento di forza non ti porta da nessuna parte perchè l’Auditel in Inter-Chievo fa risultare un milione di spettatori e questi vengono divisi in parti uguali, senza riuscire chiaramente a sapere il numero preciso di pubblico di entrambe le squadre. Noi siamo a favore delle indagini demoscopiche ma a patto che queste siano serie e trasparenti”, ha quindi concluso.