Silvio Piola, storia del più grande cannoniere di Serie A amante del tip-tap

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2013 - 18:50 OLTRE 6 MESI FA
La Juventus, la squadra più forte con la quale ha giocato Silvio Piola (LaPresse)

La Juventus, la squadra più forte con la quale ha giocato Silvio Piola (LaPresse)

ROMA – La storia di Silvio Piola, il più grande cannoniere del campionato di Serie A, è raccontata da ‘La Repubblica’ in un articolo a firma di Stefano Scacchi. Riportiamo l’articolo.

” C’è un’area di rigore di uno stadio che da quasi quarant’anni non è più teatro di partite tra squadre che contano e calciatori professionisti. Eppure è in quei metri quadrati che il più grande bomber nella storia del calcio italiano ha segnato il suo ultimo gol, il 274° in Serie A, un record che al momento può essere insidiato solo da Francesco Totti, arrivato a 44 reti di distanza dopo la doppietta di San Siro all’Inter.

Quel giocatore è Silvio Piola e quello stadio è il vecchio impianto di Via Alcarotti a Novara: una tribuna coperta di inizio secolo, simile alle eleganti pensiline delle stazioni di una volta, una curva abbattuta per far posto a un carosello dei bersaglieri trent’anni fa e un corteo di alberi dalle fronde ricchissime alle spalle.

La prodezza di Piola torna d’attualità nelle settimane dedicate alle celebrazioni del centenario della nascita del campione: 29 settembre 1913 a Robbio Lomellina, adesso come allora fiorente centro agricolo nella pianura al confine tra Lombardia e Piemonte (il paese è in provincia di Pavia, ma la famiglia Piola era originaria di Vercelli).

C’è una vecchia foto che ritrae l’azione del 7 febbraio del 1954 quando Piola aveva 40 anni e 6 mesi. Grazie a quel gol, il centravanti Campione del mondo nel 1938 rimase il marcatore più longevo nella storia della Serie A fino al 2007 quando il primato gli venne tolto da Billy Costacurta in un Milan-Udinese.

Ed era proprio il Milan l’avversario del Novara in quel pomeriggio di 59 anni fa. Nell’immagine, scattata da fondo campo, si vede Piola a terra circondato da due difensori rossoneri e dal portiere Lorenzo Buffon. Ma in mezzo a quella morsa avversaria è lui ad aver trovato il colpo vincente.

“Probabilmente avrà segnato di punta anche quella volta”, sorride Gianpiero Boniperti intervenuto a una mattinata rievocativa organizzata a Novarello, il centro sportivo della squadra piemontese, l’ultima della carriera di Piola riportata in Serie A dai gol del grande attaccante.

“Mi aveva consigliato lui di calciare di punta ogni tanto in area per bruciare sul tempo i difensori. Non sarà stilisticamente pulitissimo, ma è efficace. Colpisci di punta e la palla parte via velocissima, mi diceva”. Boniperti incrociò Piola alla Juventus quando arrivò giovanissimo da Barengo, il paese in provincia di Novara dove aveva iniziato a segnare i gol che gli avevano fatto guadagnare un provino con la squadra bianconera.

E poi in Nazionale in occasione delle ultime apparizioni azzurre del centravanti capace di giocare con l’Italia quasi fino a 39 anni. “Quell’immagine racchiude tutto il modo di giocare a calcio di Piola  –  continua l’ex presidente della Juventus  –  erano tutti e terra e solo lui in piedi. Era così, Piola, i suoi marcatori finivano tutti a terra di fronte alla sua maestria e alla debordante forza fisica”.

Riproduzione fedele di un tipo di centravanti sempre più raro nel nostro calcio: un centravanti potente e combattivo, capace di finalizzare al meglio le creazioni dei compagni. Ma questo non gli impediva di essere un maniaco del bel gesto tecnico: a fine carriera, quando iniziò a dedicarsi alla supervisione dei corsi per allenatori a Coverciano, era noto per la sua severità.

“Una volta venne a Novara  –  racconta l’avvocato Luigi Baraggia, dirigente benemerito ed ex consigliere federale Figc  –  per fare un esame ai tecnici locali. Li stava bocciando tutti perché li riteneva scarsi tecnicamente. Alla fine gli abbiamo dovuto dire che qualcuno avrebbe anche potuto promuoverlo. Lui alzò a forza i suoi voti, da 5 a stiracchiati 6. Ma uno lo bocciò comunque. “Mi spiace avvocato, ma ha visto come colpisce il pallone? Non posso proprio”. L’anno dopo quell’aspirante allenatore riuscì a passare e fece anche una discreta carriera a livello locale”.

La figlia Paola svela la passione di Silvio per la danza. 

“Gli piaceva soprattutto il tip-tap eseguito da Fred Astaire. Per lui era un emblema di eleganza, estro e capacità atletiche”. Forse qualcuno dei suoi 274 gol in Serie A è nato anche prendendo spunto dai passi del grande ballerino statunitense.