Simone Moro su Nanga Parbat 8.125 mt è il re delle invernali

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2016 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Simone Moro su Nanga Parbat. Tamata Lunger non in cima

Simone Moro su Nanga Parbat. Tamata Lunger non in cima (foto Facebook)

ROMA – Impresa in montagna: il bergamasco Simone Moro ha raggiunto oggi la cima del Nanga Parbat, 8.125 metri, in Pakistan, firmando la prima salita nella stagione invernale. Con lui c’erano anche lo spagnolo Alex Txicon e il pakistano Alì Sadpara. La bolzanina Tamata Lunger si è fermato poco sotto la cima. Lo ha confermato dal campo base la moglie di Txicon. Sono saliti lungo la via Kinshofer, sul versante Diamir. La cordata è partita la notte scorsa da campo 4, a 7.200 metri, ed è arrivata in vetta alle 11.37 (15.37 locali).

I quattro alpinisti stanno ora scendendo a valle e trascorreranno la notte a campo 4, a 7.200 metri di quota. Domani è previsto il rientro al campo base. Il Nanga Parbat non era mai stato scalato nella stagione invernale, nonostante numerosi tentativi. Tra gli Ottomila ora resta solo il K2 a non essere stato mai salito nella stagione fredda.

Ecco come l’Eco di Bergamo ha descritto il trionfo di Simone Moro:

L’ultima impresa è la scalata al Nanga Parbat, portata a termine il 26 febbraio insieme ai compagni Alex Txicon, Ali Sadpara e Tamara Lunger. Per dare un’idea della difficoltà, circa trenta spedizioni hanno cercato il primato senza riuscirci.

Nella speciale classifica dei re dell’alpinismo invernale Moro è ora al primo posto, dietro di lui i polacchi Krzysztof Wielicki, Jerzy Kukuczka e Marciej Berbeka, tutti con tre Ottomila. Quale sarà la prossima sfida per il bergamasco? Moro negli ultimi anni non si è mai fermato. Oltre alle imprese in montagna è diventato un eccezionale pilota di elicotteri e ha condotto il primo reality sulla montagna andato in onda sulle reti Rai. Ha ricevuto il “Pierre de Coubertin Fair Play Trophy” dall’UNESCO, il “David A. Sowles Award”, dal segretario dell’ONU Kofi Annan e la Medaglia d’Oro al Valor Civile dal Presidente della Repubblica per il salvataggio estremo che ha operato sulla parete ovest del Lhotse (8516 m) in Nepal, da solo, con il buio, con un elevatissimo rischio di valanghe e senza ossigeno.

La prima conquista invernale di Simone Moro risale al 2005, sullo Shisha Pangma (Himalaya, 8013 metri) lungo la via degli iugoslavi. Nel 2009 invece porta a termine la prima salita mondiale invernale del Makalu (Himalaya, 8462 metri) assieme a Denis Urubko.

Altra storica impresa nel 2011. Insieme al kazako Denis Urubko e allo statunitense Cory Richards, Moro ha raggiunto la vetta del Gasherbrum II a 8.035 metri di quota. Si tratta della prima salita invernale al Gasherbrum II. La spedizione ha dovuto affrontare temperature fino a -50 gradi e forti venti per poter attrezzare la via fino alla vetta.

Scrive Dario Puppo su NeveItalia:

Conosciuta anche come Killer Mountain, la cima pakistana permette a Simone Moro di salire a quota quattro prime invernali, unico nella storia, dopo le spedizioni riuscite allo Shisha Pangma nel 2005 con Piotr Morawski, al Makalu nel 2009 con Denis Urubko, con il quale è arivato sulla vetta del Gasherbrum II nel 2011 in compagnia di Richard Cory.

Moro nella classifica delle prime invernali himalayane stacca i polacchiKrzysztof Wielicki, Jerzy Kukuczka e Marciej Berbeka, tutti con 3 Ottomila. I quattro alpinisti hanno approfittato di una finestra meteo favorevole, con alta pressione, temperature non oltre i -30 gradi e soprattutto venti sotto i 20 km/h che rende più sopportabile gli effetti del cosiddetto wind chill.

Simone Moro con questa ennesima impresa diventa il maestro delle invernali e può a pieno diritto affincare i più grandi dell’alpinismo comeWalter Bonatti e Reinhold Messner, ai quali sono attribuite alcune delle pagine più importanti scritte sull’Everest, il K2 e in generale in Himalaya.