SLA colpisce i calciatori di Serie A sei volte di più, lo rivela uno studio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2019 - 08:25| Aggiornato il 11 Settembre 2019 OLTRE 6 MESI FA

SLA colpisce i calciatori di Serie A sei volte di più, lo rivela uno studio. Nella foto pubblicata da Ansa, David Beckham con Stefano Borgonovo, calciatore colpito da SLA

ROMA – E’ vero che nel calcio professionistico ci si ammala di più e molto prima di Sclerosi laterale amiotrofica (SLA). I calciatori, infatti, sviluppano la malattia 2 volte di più rispetto alla popolazione generale. In serie A il rischio sale di 6 volte.

SLA colpisce i calciatori di Serie A sei volte di più

Queste, in sintesi, le conclusioni di un approfondito studio epidemiologico condotto da Ettore Beghi ed Elisabetta Pupillo, entrambi ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, in collaborazione con Letizia Mazzini dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Novara e con Nicola Vanacore dell’Istituto Superiore di Sanità, che verrà presentato a Filadelfia al meeting annuale dell’American Academy of Neurology.

La ricerca è partita dall’esame dei nominativi dei calciatori presenti nelle collezioni di figurine Panini, a partire dalla stagione 1959-1960 fino a quella del 1999-2000, in cui risultavano coinvolti 23.875 calciatori di Serie A, B e C, seguiti fino al 2018 dai ricercatori dell’Istituto Mario Negri. Nel periodo considerato dallo studio sono stati accertati 32 casi di SLA. I più colpiti risultano essere i centrocampisti: 14; piu’ del doppio degli attaccanti: 6; mentre i difensori sono stati 9 e i portieri 3. “Ciò che la nostra ricerca conferma – spiega Beghi – è che il rischio di SLA tra gli ex-calciatori e’ circa 2 volte superiore a quello della popolazione generale. Analizzando la serie A, il rischio sale addirittura di 6 volte, ma la vera novità consiste nell’aver evidenziato che i calciatori si ammalano di SLA in età più giovane rispetto a chi non ha praticato il calcio. L’insorgenza della malattia tra i calciatori si attesta sui 43,3 anni mentre quella della popolazione generale in Italia e’ di 65,2 anni”.

Commenta Pupillo: “Quindi ci troviamo di fronte a un’insorgenza anticipata di 22 anni nel caso dei calciatori, quindi non solo costoro si ammalano di piu’, ma contraggono la malattia in eta’ precoce rispetto ai malati che non hanno giocato a calcio. Il dato, inoltre, potrebbe non essere definitivo perche’ alcuni casi potrebbero essere sfuggiti alle inchieste giornalistiche e a quelle giuridiche, le fonti principali delle nostre informazioni”.

Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori ed ex centrocampista della Roma e della Nazionale, sulla collaborazione con l’Istituto Mario Negri, aggiunge: “I dati della ricerca, e non e’ la prima volta, evidenziano questa connessione tra calcio e SLA che da una parte preoccupa e dall’altra ci invita a porre attenzione a qualsiasi iniziativa che possa aiutare a saperne di piu’. L’auspicio e’ che attraverso la ricerca si possano dare soluzioni alle tante persone colpite da questa terribile malattia”.

fonte: Agi.