Tessera del tifoso: ultras in piazza. Nel mondo è così?

Pubblicato il 13 Novembre 2009 - 19:26 OLTRE 6 MESI FA

Sabato 14 novembre tutta l’Italia degli ultras, dalla Serie A ai semiprofessionisti, scenderà in piazza per protestare contro la Tessera del tifoso.

La manifestazione ultras sfilerà per le vie di Roma. Nei giorni scorsi il comitato organizzatore ha diffuso questo comunicato: “Sabato 14 novembre a Roma alle ore 10 da piazza Esquilino partirà il corteo per manifestare e dire no alla tessera del tifoso, per difendere i più elementari diritti di libertà. Sono invitati a scendere in piazza tutti gli uomini liberi che ancora non vogliono arrendersi. Se i ragazzi sono uniti non saranno mai sconfitti!”.

All’appuntamento mancheranno solo le curve di Bologna, Milan, Siena e Fiorentina, tutte non invitate perchè, er motivi diversi, non “conformi al mondo ultras”.

Molto interessante l’inchiesta di Goal.com, vero e proprio network di riferimento nell’informazione calcistica mondiale. Potendo contare su redazioni sparse in tutto il mondo, i giornalisti italiani hanno chiesto come si sono comportati altri Paesi per risolvere il problema della violenza negli stadi.

Nessuna Tessera in Germania. Per quanto riguarda la violenza, è combattuta con tanta polizia nei pressi degli stadi, che filma tutto ciò che accade in ogni momento, anche in zone molto lontane dagli impianti, come le stazioni ad esempio. In questo modo identificano i violenti e vietano loro l’ingresso allo stadio per tanti anni. C’è talmente tanta polizia che si sta valutando di far pagare il servizio alla Lega Calcio tedesca.

In Sudafrica la violenza non è mai stato un problema: tifosi di casa e avversari siedono fianco a fianco, scherzano, ridono e suonano le vuvuzelas nel vero spirito dello sport.

L’invato greco spiega che ci sono “biglietti stagionali per i tifosi emessi dai nostri club in cooperazione con il Ministero dello Sport che funzionano esattamente come le vostre tessere, ma non ci sono restrizioni di legge, per cui tutti possono richiederla. Tuttavia, questa è la prima stagione e sinceramente non è stato un grande successo. I tifosi non le vedono proprio di buon occhio…”.

Nel Regno Unito il governo è troppo impegnato a trovare il modo per introdurre una carta d’identità obbligatoria per tutti per pensare se sia necessario o meno inventarne una specifica per i tifosi. Detto questo, per il calcio ai massimi livelli, e contro la violenza, funziona esattamente come in Germania: registrazioni, video ovunque, biglietti nominativi con posti assegnati e gli incidenti dentro e nei pressi dello stadio sono molto rari. Le violenze tra tifosi sono organizzate lontano dagli impianti di gioco. In Scozia, ad esempio, alcune frange non vanno neanche a vedere la partita, viaggiano solo per scontrarsi con i rivali.

In Brasile c’è stato un tentativo di introduzione della tessera del tifoso da parte del Ministero dello Sport, ma l’idea è stata bocciata dal Congresso, che l’ha giudicata inutile, preferendo piuttosto concentrare le risorse su altre strade, come la messa in sicurezza degli impianti. Tuttavia, è stata di recente introdotta una nuova norma che obbliga tutti i club organizzati di tifosi a registrarsi e a fornire tutte le informazioni sui loro iscritti, pena la squalifica e l’interdizione dagli stadi.

In Giappone alcuni club preparano una tessera stagionale con chip di riconoscimento integrato, ma viene utilizzata solo per favorire i possessori negli ingressi allo stadio e iniziative simili. Qui da noi non c’è violenza come in Europa.