Tifosi incappucciati, insulti razzisti e inseguimento arbitro Omar Younes in auto

Pubblicato il 15 Febbraio 2018 - 18:39 OLTRE 6 MESI FA
Tifosi incappucciati, insulti razzisti e inseguimento arbitro Omar Younes in auto

Tifosi incappucciati, insulti razzisti e inseguimento arbitro Omar Younes in auto

TORINO – Orrore in Piemonte per una partita del campionato dilettantistico di Eccellenza. I tifosi del Bussoleno hanno preso di mira l’arbitro Omar Younes, uno dei migliori della categoria, e gli hanno rivolto insulti a sfondo razziale. La sua “colpa”? Quella di aver espulso tre giocatori della squadra di casa che ha perso 4-0 contro Olmo.

L’inseguimento in auto al termine della partita

Subito dopo il fischio finale della partita, lo hanno atteso con dei cappucci in testa, per non farsi riconoscere, e successivamente lo hanno  inseguito in auto.

Come scrive lastampa.it con PAOLO ACCOSSATO, la mano del giudice è pesante: l’Union si ritrova condannata a giocare una partita a porte chiuse (con la sospensione della pena per un anno), i giocatori espulsi e l’allenatore sono stati squalificati, la società dovrà pagare una multa di 800 euro, a cui se ne aggiungono altri cento per la mancanza di acqua calda nelle docce. Novecento euro in tutto, moltissimi a questi livelli, dove gli incassi sono lontanissimi da quelli del calcio professionistico. Una mazzata, per una società che non aveva mai superato i limiti della correttezza. «Noi non siamo quelli descritti nella sentenza – dice il presidente dell’Union Vincenzo Casciello – L’arbitro è un ospite e noi ci siamo prodigati perché il direttore di gara venisse rispettato».

 

Lo stesso giudice sportivo riconosce che «grazie all’operato dell’Organo tecnico e del Presidente della squadra ospitante, la terna poteva raggiungere in sicurezza l’autovettura». Ma i fatti più gravi dovevano ancora avvenire: «Una decina di sostenitori della squadra ospitante, incappucciati, attendono la terna arbitrale all’uscita dagli spogliatoi, con chiaro intento intimidatorio», spiega ancora la sentenza. Si chiama la forza pubblica, ma la follia non è finita. Dirigenti e giocatori dell’Olmo, prima di andarsene, notano ancora un piccolo gruppetto che si aggira nella zona. Sono gli stessi «tifosi» che dopo circa un’ora, per usare ancora le parole della sentenza, «perpetrano nelle suddette condotte, inseguendo con il proprio veicolo la terna arbitrale, con le luci abbaglianti accese, sorpassando il mezzo e rallentandone la marcia».