Tifoso acceso? Occhio al cuore. 11 milioni a rischio infarto

Pubblicato il 15 Settembre 2011 - 18:24 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 15 SET – Tra gli italiani e il calcio, si sa, è vero e proprio amore. Ma quando ci sono di mezzo emozioni 'forti' non bisogna mai dimenticarsi del cuore vero e proprio: anche perché ben 11 milioni di tifosi hanno più di 45 anni, e sono a rischio cardiovascolare senza saperlo. Parte da qui la campagna 'Tifa per il tuo cuore', voluta dall'Associazione lotta a trombosi e malattie cardiovascolari (Alt) insieme alla Lega Serie A e a Bayer.

Durante i Mondiali 2006 in Germania, uno studio scientifico dimostrò che ogni volta che giocava la nazionale tedesca aumentavano gli accessi al pronto soccorso da parte dei suoi tifosi, proprio a causa dello stress legato alla partita. Ed è per questo che gli esperti italiani hanno deciso di scendere letteralmente in campo, per portare la prevenzione negli stadi italiani.

''La nostra campagna sociale – dice Lidia Rota Vender, presidente Alt e responsabile del Centro trombosi dell'Humanitas di Milano – coinvolgerà tutte le squadre di serie A durante la terza giornata di campionato, quella del 17-18 settembre. Vogliamo sensibilizzare i tifosi italiani con più di 40-45 anni con la distribuzione di volantini informativi negli stadi e con la divulgazione sulle principali testate, sportive e non''.

Accanto a questo sono stati predisposti il sito internet www.tifaperiltuocuore.it, che conterra' tutti i materiali e gli approfondimenti, e un questionario per i tifosi in grado di misurare i fattori di rischio, ''ma soprattutto – aggiunge Rota Vender – che servirà a monitorare successivamente i progressi nell'adozione di misure di controllo del rischio stesso''. La Lega Serie A, da parte sua, esporra' in tutti gli stadi uno striscione della campagna, e diffondera' un messaggio audio primo del fischio d'inizio in ogni campo.

''Pochi sanno – continuano gli esperti – che le malattie cardiovascolari da trombosi, come infarti e ictus, possono essere prevenute in un caso su tre: piccole abitudini costanti di vita sono il primo reale contributo per salvare il proprio stato di salute. E allora stop al fumo e alla vita sedentaria, via allo sport e a una sana alimentazione. La prevenzione e' fondamentale, e permette di salvare ogni anno ben 200 mila persone''.

Gli italiani pero', anche se vivono in un luogo benedetto dalla dieta mediterranea, non possono abbassare la guardia nemmeno un attimo: ''Dopo alcuni studi osservazionali sulla popolazione – prosegue la presidente Alt – abbiamo notato come ci sia un allineamento del rischio cardiovascolare tra gli italiani e il resto dei Paesi occidentali; forse stiamo perdendo il vantaggio della dieta mediterranea''.

Nonostante l'infarto e l'ictus siano immaginate da tutti come malattie soprattutto maschili, non bisogna pero' dimenticare che ne vengono colpite anche le donne: la controparte femminile, che sia tifosa o no, ''non puo' essere assolutamente trascurata nella prevenzione del rischio. Magari frequentano meno lo stadio dei loro compagni, mariti e amici – conclude Rota Vender – ma devono comunque seguire le stesse regole e comportamenti per ridurre i fattori di rischio''.