Tom Daley, oro olimpico nei tuffi e orgoglio gay: dedica a tutti gli atleti omosessuali

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 27 Luglio 2021 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA
Tom Daley, oro olimpico nei tuffi e orgoglio gay: dedica a tutti gli atleti omosessuali

Tom Daley, oro olimpico nei tuffi e orgoglio gay: dedica a tutti gli atleti omosessuali (Tom Daley a sinistra nella foto Ansa)

Tom Daley vince l’oro olimpico nei tuffi sincronizzati. L’atleta britannico, icona della comunità Lgbt, ha dedicato la sua medaglia a tutti gli atleti omosessuali. Daley ha fatto coming out diversi anni fa e, nonostante sia uno dei tuffatori più famosi, non aveva ancora vinto un oro alle Olimpiadi.

Tom Daley, oro olimpico nei tuffi

“Sono molto orgoglioso di essere un uomo gay e un campione olimpico”. Tom Daley aveva già rivelato la propria omosessualità otto anni fa. Ma questa volta da Tokyo le sue parole sono rimbalzate anche in Paesi dove le comunità Lgbt sono spesso costrette a vivere nell’ombra.

Al collo la medaglia d’oro appena conquistata nei tuffi sincronizzati dalla piattaforma di 10 metri, al fianco il compagno di squadra Matty Lee, il britannico ha mandato al mondo il suo messaggio arcobaleno seduto allo stesso tavolo della conferenza stampa con le altre due coppie sul podio, quella cinese e quella del Comitato olimpico russo.

Tom Daley dedica la medaglia d’oro agli atleti gay

“Spero che ogni persona Lgbt possa capire che, a prescindere da quanto sola possa sentirsi, non è sola. Potete raggiungere qualsiasi traguardo, e la famiglia che vi scegliete sarà pronta a sostenervi”. Così ha detto il ventisettenne, applaudito a casa dal marito, il regista Dustin Lance Black, premio Oscar per la sceneggiatura di Milk, e dal loro figlio Robbie.

Ora Daley è uno degli oltre 140 atleti Lgbtq in gara a Tokyo, ma quando debuttò ai Giochi a 14 anni la situazione era ben diversa. “Da giovane mi sentivo solo, mi sembrava sempre di non andare bene per la società. Temevo di non riuscire a ottenere nulla per quello che ero”.

La finale dei tuffi sincronizzati

Alla quarta Olimpiade, dopo due bronzi nel 2012 e nel 2016, finalmente è arrivato l’oro. Insperato perché un infortunio al ginocchio ha rischiato di estromettere Daley da Tokyo, e perché la Cina puntava a confermare l’oro di Rio coppia Cao-Chen, entrambi due volte campioni olimpici, colpevoli però di un errore nel quarto dei sei tuffi. È finita con i britannici a 471.81, i cinesi a 470.58 e i russi Aleksandr Bondar e Viktor Minibaev terzi per distacco.

“All’annuncio della vittoria ho iniziato a singhiozzare”, ha raccontato Daley, che poi ha dedicato il successo al padre Rob, morto a 40 anni per un cancro nel 2011: “Non mi ha mai visto vincere una medaglia olimpica, sposarmi, avere un figlio, non ha potuto insegnarmi a guidare o bere una birra al pub con me”. C’è chi teme che ora possa ritirarsi, ma il britannico ha allontanato questo scenario: ora è concentrato sulla gara individuale.