Totti ai Mondiali? La squadra ci sta, Lippi lo aspetta. Resurrezione o Amarcord?

Pubblicato il 13 Ottobre 2009 - 16:47 OLTRE 6 MESI FA

Quattro anni dopo Berlino Francesco Totti torna a giocare in nazionale, laggiù in Sudafrica per il Mondiale? Nessuno dice di no, nessuno si spinge a dire sì. Lui, Totti, ha fatto capire che ci starebbe pure, rimandando però la decisione definitiva a maggio 2010 e riparandosi dietro un argomento inoppugnabile: «Dipende da come starò fisicamente allora».

Ovvio, dipende dalla condizione fisica di un giocatore di 33 anni che il campionato in corso può esaltare ma anche deprimere nella forma. Ma segue domanda: la nazionale può aspettare Totti fino ad allora? Non sarebbe meglio puntare sulla “naturalizzazione”, insomma sull’arrivo della cittadinanza italiana ad Amauri, sul recupero, improbabile, di Toni o sulla curva ascendente di rendimento di Pazzini? No, in tutti e tre i casi non sarebbe “meglio”. Il miglior Totti è altra cosa da Toni, Amauri e Pazzini.

Eppure la domanda resta: la nazionale può aspettare Totti? In nome della “volontà del gruppo” Marcello Lippi ha detto di no a Cassano. Insomma gli altri giocatori non gradiscono e il ct si adegua di buon grado. Gli altri vogliono Totti? Buffon, Gattuso, Pirlo e Cannavaro non sembrano aver problemi, figurarsi De Rossi. Qualche dubbio lo possono avere quelli che oggi giocano in attacco: Iaquinta, Di Natale… Se Totti arriva, Totti gioca.

Un Totti spinto a rivestirsi d’azzurro anche dalla moglie Ilary Blasi: «l’ho detto a Francesco, al tuo posto tornerei…». E dalla benevola neutralità ufficiale dello stesso Lippi che non si pronuncia ma è pronto ad accogliere, se arriva, “l’eccezione”.

Solo che con Totti si gioca in un modo diverso da come oggi gioca la nazionale. Nazionale che gioca in maniera bruttina ma finora efficace. Con Totti ci si schiera con la punta unica mascherata, cioè lui stesso? Con Totti dietro due attaccanti? Con Totti uno dei due attaccanti? Ogni risposta alla domanda si trascina conseguenze sulla composizione del centrocampo. Insomma Totti non è un pezzo intercambiabile del “meccano”.

E come l’Italia tifosa vivrebbe un ritorno di Totti? Totti gioca a Roma e, paradossalmente ma non tanto, una buona metà della tifoseria romanista non gradisce: teme possa spendersi troppo per la nazionale, per una nazionale che a Roma viene vissuta come “juventina”. Il resto dell’Italia tifosa nutre sentimenti contrastanti: la “romanità” di Totti è un ostacolo, le sue capacità un incentivo. Di certo c’è che se ne parlerà fino a marzo-aprile, sicuri che alla nazionale un Totti servirebbe come il pane. Un Totti, ma proprio Totti?