Dal “giovane Totti” a Perugia-Juve: l’autobiografia di Carletto Mazzone

Pubblicato il 14 Maggio 2010 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA

Carlo Mazzone

E’ uscito “Una vita in campo”, il libro autobiografico di Carletto Mazzone. L’allenatore romano racconta tutte le fasi più significative della propria vita, professionale e non.

“Sor Carletto” parte dal primo campo “improvvisato” in Piazza Santa Maria in Trastevere, con le vetrine rotte a pallonate. Poi Ascoli e l’amore per il calcio che si sposa con quello per la moglie Maria Pia. Mazzone parla dei vari campioni che ha allenato: Totti, Baggio, Guardiola. Non può mancare il riferimento alla “pioggia di Perugia”, quando la squadra umbra, guidata da Mazzone, fece perdere lo scudetto alla Juve di Ancelotti e Zidane.

L’autobiografia è stata scritta con i giornalisti Rai Marco Franzelli e Donatella Scarnati. Il libro ripercorre la vita del “Magara”, il tecnico che ha fatto della sua romanità uno stile di vita, un “cane sciolto, un navigatore solitario” come ama definirsi. Un “professionista e un uomo perbene”, che ha lasciato il segno anche nei campioni di cui aveva fiutato il destino.

Francesco Totti ha scritto la prefazione per quello che è stato il suo primo allenatore in giallorosso: due pagine in cui la gratitudine e l’affetto del capitano romanista si fondono in una vera elegia per Mazzone. “Per me è stato qualcosa di più di un allenatore. E’ stato quasi un secondo padre perché mi ha insegnato tanto, in campo e fuori”, scrive Totti, che ricorda la pressione della stampa ai suoi esordi e l’ala protettiva che Mazzone spiegò su di lui: “Era il 27 febbraio del 1994, in una partita di Coppa Italia contro la Sampdoria. Indimenticabile quello che accadde il giorno prima a Trigoria. C’erano i giornalisti in sala stampa che mi circondavano, quando all’improvviso entrò Mazzone e disse a voce alta: ‘A regazzi’ vatte a fà la doccia, che cò loro ce parlo iò”.

E Mazzone, a quel biondino che aveva fatto innamorare subito la Roma sponda giallorossa, dedica ampio spazio nella sua autobiografia: le telefonate con mamma Fiorella, fino a quella in cui a Totti vietò di andare alla Samp.

Ma sono tante le stelle di cui l’allenatore trasteverino ricorda aneddoti e curiosità: a lui si deve la seconda vita di Roberto Baggio a Brescia (“Mai un litigio, mai una discussione, mai una parola fuori posto. Era un amico che mi faceva vincere la domenica”, dice dell’ex codino), ma anche il legame profondo con Pep Guardiola, quello che sarebbe diventato il vincente allenatore del Barcellona.

E poi c’é il capitolo della partita “infinita”: “14 maggio 2000. Ore 15, stadio Renato Curi, Perugia-Juventus. Arbitro: Pierluigi Collina”: Mazzone in panchina con gli umbri, la gara sotto il diluvio che fece perdere lo scudetto ai bianconeri guidati da Ancelotti, a cui Mazzone rivolge in quell’occasione parole di affetto: “Carlo, che Dio ti aiuti e che ti possa dare in futuro tutte le soddisfazioni che meriti, come allenatore e come persona”.