Tour de France 2017: non solo Froome-Quintana, Fabio Aru sogni in giallo

Pubblicato il 30 Giugno 2017 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA
Tour de France 2017: non solo Froome-Quintana, Fabio Aru sogni in giallo

Tour de France 2017: non solo Froome-Quintana, Fabio Aru sogni in giallo. ANSA / MATTEO BAZZI

PARIGI (FRANCIA) – Il Giro d’Italia è saltato, il Tour de France rappresenta pertanto un’occasione di riscatto in una corsa a tappe del 2017, perché in realtà Fabio Aru una bella soddisfazione se l’è già presa, trionfando negli Assoluti su strada in linea e indossando quindi la maglia tricolore. Come l’amico Nibali nel 2014, domani partirà nella Grande boucle da Duesseldorf con il verde, il bianco e il rosso cuciti addosso. Che sia di buon auspicio? Lo ‘Squalo dello Stretto’, da fresco campione italiano, diventò ‘Le Roi’ a Parigi e Aru? “Sicuramente mi trovo in una situazione diversa – confessa il ‘Tamburino sardo’, nella conferenza stampa della vigilia – è difficile fare delle previsioni. Posso dire, però, che non sono tipo da accontentarmi. A me piace arrivare in alto il più possibile in classifica e ce la metterò tutta. Francamente non so dove posso arrivare, perché questa che partirà domani è la prima corsa a tappe importante della stagione per me. Sicuramente me la giocherò”.

Aru non si bilancia, ma il podio resta un obiettivo concreto. La concorrenza è agguerrita, con Chris Froome, Nairo Quintana, Richie Porte, Alberto Contador, lo stesso Alejandro Valverde, Esteban Chaves, che hanno grosse chance nella classifica generale e che, a vario titolo, non fanno mistero delle rispettive ambizioni. “Di certo sarebbe sbagliato sottovalutare Froome solo perché non ha ancora vinto – osserva Aru -. Sicuramente sarà un Tour molto competitivo, dove non mancherà il divertimento. Il pubblico, di certo, non si annoierà”.

La conquista del tricolore su strada ha restituito morale ad Aru che, dopo il flop alla Tirreno-Adriatico e il forfait al Giro d’Italia numero 100 per un guaio al ginocchio, non ha avuto modo di mettersi in luce. “La vittoria ai Campionati italiani ha avuto un sapore particolare, l’ultimo anno e mezzo era stato duro per me – sottolinea il sardo dell’Astana e che avrà in Dario Cataldo un fido scudiero per la corsa a tappe francese che si concluderà il 23 prossimo -. Pur dispuntando buone gare, magari non sono riuscito a ottenere i risultati sperati, fra problemi fisici, di salute, la sfortuna, infine la morte di Michele Scarponi, che mi ha distrutto. Domenica, finalmente, ho rivisto un po’ di luce. E’ stata una vittoria che vale una carriera”.

Aru è atteso dal podio, ma anche da qualche bella impresa in una tappa alpina, oppure sui Pirenei, dove si è distinto, in occasione della vittoria nella Vuelta di Spagna. “Sicuramente – avverte – non firmerei per un podio senza vittoria. Il Tour è una corsa troppo importante e bisogna giocarsi tutto”. E se il campione del mondo Peter Sagan ammette di “non conoscere il percorso”, dicendosi non in grado “di stabilire quali tappe potrebbe vincere”, Nairo Quintana sostiene di avere recuperato “dalle fatiche al Giro d’Italia” e di essere pronto a “dare battaglia in salita”, contro l’avversario di sempre, Chris Frooome. Lui più di tutti sa come si vince un Tour.