Vancouver, Di Centa critica il villaggio: “Un bagno per sei e niente internet”

Pubblicato il 14 Febbraio 2010 - 19:56 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Di Centa non ci sta. Le ‘privazioni’ del villaggio olimpico, per l’azzurro, sono un po’ troppe: «Siamo stretti e abbiamo un bagno per sei persone. E poi per usare internet non c’è wireless, che pure qui in Canada c’è ovunque. Bisogna andare in una apposita stanza e lì trovi spesso il pc occupato».

La vita al villaggio olimpico non piace a tutti. Va bene lo spirito internazional-cameratesco, ma per Giorgio Di Centa le condizioni sono troppo spartane.

La pensa diversamente Sabina Valbusa: «A noi piace. Si vedono finalmente anche atlleti di altri sport, ci si conosce , ci si confronta», dice, quasi una portavoce delle donne azzurre.

Con lei è d’accodo Thomas Moriggl, altoatesino doc:«Con le altre lingue non ho problemi e faccio esercizio. Vivere al villaggio mi piace molto».

Pollice verso invece da parte di Pietro Piller Cottrer:«Dico che al villaggio c’è una gran casino. Troppa confusione. E non abbiamo neppure la tv. Non riusciamo neanche a vedere quel che succede nelle altre gare. Ma il problema più serio sono i trasporti: nei giorni scorsi per andare dal villaggio alle piste ci si mettevano venti minuti. Oggi un’ora».

Soddisfatto della vita al villaggo è anche il laziale Valerio Checchi, a cui piace il contatto con gli altri atleti. L’unico neo:«non c’è vino a tavola».