Ventura non si è dimesso: “Chiedo scusa per il risultato, non per l’impegno”

Pubblicato il 13 Novembre 2017 - 23:54| Aggiornato il 14 Novembre 2017 OLTRE 6 MESI FA
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Ventura verso le dimissioni: non si presenta in conferenza stampa
ANSA

ROMA – Giampiero Ventura si è presentato in sala stampa a mezzanotte inoltrata dopo l’umiliante eliminazione dai playoff Mondiali.

Il ct non ha ancora rassegnato le dimissioni e nelle prossime ore avrà un incontro con i vertici della Federazione per decidere il suo futuro.

No, non mi sono dimesso. Devo parlare con la Federazione e decideremo di comune accordo. Sono arrivato in ritardo perché ho voluto salutare tutti i miei calciatori che hanno dato il massimo in campo. Sono nel calcio da tanti anni e quindi accetto il risultato del campo.

Sono orgoglioso di aver fatto parte del gruppo azzurro, di aver lavorato con grandi campioni e con altri ragazzi che sicuramente lo diventeranno. Allenare la Nazionale è qualcosa di unico e straordinario, ringrazio il pubblico di San Siro che ci ha sostenuto fino all’ultimo secondo di gioco.

Buffon, De Rossi e Barzagli hanno dato moltissimo per la Nazionale Italiana e sapevamo che avrebbe lasciato in caso di mancata qualificazione. Sono profondamente dispiaciuto per questa eliminazione perché sarebbe stato anche il mio Mondiale. La mia colpa maggiore è quella di aver perso questa sfida contro la Svezia perché fino a questo momento avevamo fatto il nostro dovere conquistando l’accesso ai playoff.

In questo momento non mi sento di affrontare il discorso sulla mia permanenza in azzurro perché il mio stato d’animo è molto triste. Chiedo scusa agli italiani del risultato ma non dell’impegno perché lo abbiamo messo fino alla fine”.

 

Diciassette mesi per cercare di continuare sulla strada intrapresa dal predecessore Antonio Conte e scoprire invece di essere arrivato al capolinea. Eppure l’avventura in azzurro di Ventura era cominciata sotto i migliori auspici, perfino con l’endorsement di Marcello Lippi.

Il ct campione del mondo 2006, per via dell’incompatibilità con il lavoro del figlio procuratore, deve invece lasciare l’ex tecnico del Torino solo al comando, alla veneranda età di 68 anni. Quasi come Fulvio Bernardini, chiamato all’imprimatur di una Nazionale da rifondare con Bearzot in panchina dopo il fallimento della spedizione ai Mondiali di Germania 1974.

Quella di Tavecchio è una scelta dall’evidente valore politico e tecnico. Ventura viene nominato prima dell’inizio dell’Europeo in Francia, il 7 giugno 2016, esordisce sulla panchina azzurra il primo settembre. E’ il coronamento di una carriera come ‘maestro di calcio’.

“Non ho più l’età per emozionarmi ma sabato, quando calpesterò il manto erboso del San Nicola, rivivrò in silenzio le emozioni provate alla guida del Bari”. Qualche settimana prima, in occasione dell’insediamento ufficiale a Coverciano, aveva garantito “lo svecchiamento della Nazionale”.

Il suo, però, non è un bell’inizio: l’Italia ne prende tre dalla Francia. La prima vittoria arriva il 5 settembre, in Israele: è un 3-1 che rappresenta un buon viatico nel cammino verso Russia 2018. Si vede subito la mano del nuovo ct che sceglie il 4-2-4, accantonando il 3-5-2 del predecessore. Una scelta che farà discutere. Ventura, oltre che per le sue doti umane, sale alla ribalta per l’ironia.

Una delle frasi che continua a ripetere – e che si riferisce ai colleghi – diventa virale: “Le qualità di un giocatore sono come la coperta di un letto. I genitori danno la qualità del tessuto e l’elasticità della fibra. Il nostro lavoro deve essere mirato ad allargare la coperta senza rovinare le fibre”. Un punto in comune con Conte, però, Ventura ce l’ha: la rinuncia a Balotelli, nel frattempo emigrato in Francia per giocare a Nizza. Il neo-ct lascia fuori Zaza, non Pellè, emigrato pure lui, ma in Cina. Le parole più ricorrenti nel suo vocabolario sono “eccitante” e “stimolante”.

Con il viso pacioso, il sorriso contagioso, Ventura sembra conquistare tutti, tranne proprio Pellè che – in occasione della prima vera sfida della Nazionale, contro la Spagna a Torino – non accetta la sostituzione e rifiuta la stretta di mano del ct. Che incassa e lo esclude dalle successive partite per punizione. Con la ‘Roja’ finisce 1-1, fra mille sofferenze. In Macedonia, l’Italia rischia ancora, andando sotto 2-1 e poi ribaltando nel finale grazie a una doppietta di Immobile, che Ventura ha promosso titolare inamovibile. Ventura parla di “errori si superficialità che devono essere migliorati”. Un mese dopo l’Italia ‘passeggia’ 4-0 in Liechtenstein, dove però la Spagna farà meglio. Il secondo posto nel girone prende corpo.

Ventura ottiene uno stage e gli azzurri tornano in campo per affrontare l’Albania a Palermo, vincendo e facendo sognare addirittura il sorpasso sulla Spagna, il bis a Udine contro il Liechtenstein, seppellito sotto cinque gol. La squadra di Ventura si gioca tutto in Spagna il 2 settembre. Ventura chiede di anticipare l’inizio del campionato di Serie A a Ferragosto, ma non ottiene nulla e gli azzurri a Madrid vengono umiliati 3-0 dalle ‘Furie rosse’ e dall’idolo di casa Isco.

“Un ko non può cancellare la nostra autostima”, dice il ct. Ma le critiche dilagano, anche sul web e a nulla vale l’1-0 su Israele a Reggio Emilia. Con la Macedonia, a Torino, invece, finisce 1-1 e l’italVentura è sommersa da fischi. Il ct condivide, spiegando “che sono meritati”.

“Dobbiamo ricominciare dal divertimento, sapendo che è l’unico modo per potersi esprimere al meglio e per scacciare la paura, per essere più sciolti e disinibiti”, osserva. Il girone si chiude con la magra vittoria in Albania, poi arriva l’incubo Svezia e la squadra che doveva “essere la sorpresa del Mondiale in Russia” resta invece a casa.