Vucinic-Guarin: fra Juventus e Inter naufraga la trattativa più pazza dell’anno

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 21 Gennaio 2014 - 18:27 OLTRE 6 MESI FA
Vucinic-Guarin: fra Juventus e Inter naufraga la trattativa più pazza dell'anno

Mirko Vucinic e Fredy Guarin (LaPresse)

MILANO – Mirko Vucinic all’Inter in cambio di Fredy Guarin: sì, forse, no.

Alla fine di una lunga giornata in cui il no di Erick Thohir ha fatto naufragare la trattativa più pazza dell’anno, gli unici determinati a far si che l’affare si concluda erano i due calciatori.

Vucinic, attaccante nato in Montenegro il 1° ottobre 2013, si sentiva già nerazzurro. Guarin, centrocampista nato in Colombia il 30 giugno 1986, dopo il no di Thohir ha telefonato a Massimo Moratti: non vedeva l’ora di andare a Torino.

Poco dopo le 18, quando i dirigenti della Juve – Beppe Marotta in testa – avevano già perso la pazienza, è arrivato il comunicato ufficiale dell’Inter:

“L’Inter informa di aver deciso di non procedere nella trattativa con la Juventus per il trasferimento dei calciatori Fredy Guarin e Mirko Vucinic. E’ una decisione del presidente Thohir.

Il Presidente Thohir, dopo essersi confrontato con il dott. Massimo Moratti, suo figlio Angelomario e con i dirigenti della Società, ha ritenuto che non sussistessero le condizioni, tecniche ed economiche, per il raggiungimento dell’accordo e ha già dato mandato ai responsabili dell’Area Tecnica di valutare altre opportunità di mercato, con l’obiettivo di rinforzare la squadra nel rispetto dei parametri economici imposti dal Financial Fair Play”.

La reazione della Juventus non si fa attendere: dopo una ventina di minuti arriva una nota ufficiale. La società bianconera definisce la vicenda “sconcertante”:

“Juventus Football Club non commenta il comunicato dell’Internazionale F.C.. La società è concentrata sulla gara di Coppa Italia TIM e procederà alla valutazione e alla spiegazione dello sconcertante accaduto”

La notizia della conclusione negativa della trattativa tra Inter e Juventus riguardante lo scambio Guarin-Vucinic è stata accolta con un lungo applauso dai tifosi nerazzurri presenti sotto la sede del club. Gli stessi sostenitori hanno poi intonato cori contro la Juventus e contro il direttore generale nerazzurro Marco Fassone. (ANSA).</p>

Applausi invece dai supporter nerazzurri che hanno gioito sotto la sede dell’Inter intonando cori contro la Juve e il direttore generale (ex juventino) Marco Fassone. Nel corso del pomeriggio è cresciuto il numero dei tifosi che hanno risposto all’appello della curva nord, contraria sin dall’inizio allo scambio Vucinic-Guarin: “La Curva Nord si sta recando in questo momento sotto la sede. Ci auspichiamo la presenza del maggior numero di persone”.

Contrarietà condivisa dalla stragrande maggioranza degli interisti, che già facevano dell’amara ironia su cosa avesse indotto il direttore tecnico Marco Branca a cedere a una storica rivale il prezioso Guarin (27 anni) in cambio di pochi soldi e un ammaccata (per quanto talentuosa) seconda punta di 30 anni.

Così Thohir, dopo aver incassato le prime critiche nella sua avventura da presidente dell’Inter, è ritornato sui suoi passi.

In mattinata le due società avevano chiuso i contratti con i due giocatori: Guarin sarebbe rimasto a Torino fino al 2017 con 3 milioni a stagione più premi. Mentre Vucinic aveva firmato fino al 2016, scendendo a 2,4 milioni all’anno rispetto ai 3,5 che percepisce attualmente in bianconero. Il montenegrino lunedì pomeriggio aveva fatto anche le visite mediche a Pavia. Restava un nodo: l’Inter voleva un conguaglio, la Juve spingeva per uno scambio alla pari. I nerazzurri avrebbero strappato un milione di euro, poi ha vinto il fronte del no.

Ora restano le scorie: Guarin, sentendosi scaricato, non vuole più allenarsi con l’Inter. Vucinic aveva già detto addio alla Juve. Entrambi i giocatori da un paio d’anni non trovano spazio nelle rispettive squadre e non hanno espresso al meglio il loro talento. Ma entrambi sarebbero stati di troppo: la Juve è piena di centrocampisti e non deve, nell’immediato, giocare la Champions. L’emergenza dell’Inter si chiama prima punta e non seconda punta.