YOUTUBE Giampiero Mughini a Tiki Taka contro Napoli: “Unica identità quella calcistica”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Gennaio 2017 - 08:28 OLTRE 6 MESI FA
YOUTUBE Giampiero Mughini a Tiki Taka contro Napoli: "Unica identità quella calcistica"

Giampiero Mughini a Tiki Taka contro Napoli: “Unica identità quella calcistica”

NAPOLI – Giampiero Mughini contro Napoli e il Sud a Tiki Taka. Il giornalista, noto juventino, ha detto che Napoli non ha altre identità se non quella calcistica e ha detto che i napoletani che hanno esultato per il ritorno di Maradona sono “popolino”. A difendere la napoletanità in studio ci ha pensato Raffaele Auriemma, il telecronista tifoso partenopeo di Mediaset.

“Passione popolare, rispetto massimo per un campione divino come è stato Maradona. Ed ho anche rispetto per l’identità calcistica di questa grande città come Napoli, che a dir il vero a parte questa non ne ha tante altre. L’idea di rendere Maradona un santo, o uno col premio Nobel, è eccessivo ma lo rispetto. Provo per Maradona la stessa ammirazione che ho per la Divina Commedia e per i quadri del Caravaggio. Ma il Maradona degli attacchi, delle dichiarazioni, non è che quello che piace al popolino. Ecco, per me il vero Maradona è quel genio divino in campo”.

“Non ha altre identità Napoli se non quella calcistica”, è quello che dice Mughini.

Non è la prima volta, ricorda la Voce di Napoli, che lo juventino si accanisce contro la nostra amata città, nel 2015 infatti disse: “Napoli è un grande dolore, è una grande lacerazione, altro che sublime…”. Insomma una città di arte e cultura, che ha raggiunto diversi primati ed è stata capitale di un Rgno, si riduce alla sola identità calcistica secondo l’opinionista. D’altro canto queste parole provengono da una persona che ha rinnegato le proprie origini infatti Mughini è nato a Catania e vi ha vissuto per ben 29 anni, ma sulla Sicilia ha sempre rilasciato dichiarazioni negative, addirittura disse di odiare la regione che gli diede i natali: “Sono scappato. E ho avuto ragione. Sono stufo della retorica meridionalista”.